Antonio Pacinotti | |
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Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile di media crociera |
Classe | Pacinotti |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | FIAT San Giorgio, La Spezia |
Impostazione | 7 giugno 1914 |
Varo | 13 marzo 1916 |
Entrata in servizio | 7 dicembre 1916 |
Radiazione | 15 maggio 1921 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 869 t |
Dislocamento in emersione | 710 t |
Lunghezza | 65 m |
Larghezza | 6,05 m |
Pescaggio | 4,12 m |
Profondità operativa | 38 m |
Propulsione | 2 motori Diesel FIAT da 2000 CV 2 motori elettrici Savigliano da 900 cv complessivi 2 eliche |
Velocità in immersione | 9 nodi |
Velocità in emersione | 14,6 nodi |
Autonomia | in emersione 1600 miglia nautiche a 14,5 nodi o 3500 mn a 10 nodi in immersione 12 mn a 9 nodi o 90 mn a 3 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 35 tra sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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dati tratti da www.betasom.it e | |
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L’Antonio Pacinotti è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver svolto le prove presso i Cantieri del Muggiano, nei suoi primi mesi di servizio il sommergibile fu impegnato a La Spezia nell'addestramento, sotto il controllo del locale Comando Militare Marittimo[1].
Dal 24 marzo al 4 settembre 1917 l'unità operò nel Tirreno settentrionale per difendere le rotte mercantili in quella zona[1]. In questo periodo il Pacinotti effettuò in tutto 13 missioni tra La Maddalena, Livorno e Portoferraio, trascorrendo 926 ore in mare[1].
Il 7 settembre 1917 fu dislocato in Sicilia agli ordini del Comando Marina dell'isola e venne adibito a pattugliamenti antisommergibile: svolse dieci missioni di questo tipo al largo di Lipari, Ustica, Palermo, Messina, Trapani e Favignana[1]. Nel corso di tali missioni il Pacinotti operò insieme alla «nave civetta» Malamocco, un grosso motoveliero di 300 tsl, disarmato, che avrebbe dovuto fungere da esca per unità nemiche[2].
Il 20 dicembre 1917 tornò a La Spezia e fu immesso in cantiere per lavori di manutenzione che si protrassero sino al febbraio del 1919, a guerra finita[1].
Dislocato a La Maddalena, dal febbraio al 4 giugno 1919 operò in funzione addestrativa in acque sarde[1].
Disarmato a La Spezia, fu radiato il 15 maggio 1921[1] e demolito.