Antonio Ferramolino, noto anche come Sferrandino da Bergamo e chiamato Hernan Molin dagli spagnoli (Bergamo, ... – Mahdia, 18 agosto 1550), è stato un architetto e ingegnere militare italiano.
Progettista di fortificazioni fu al servizio del Viceré di Sicilia e realizzò imponenti opere difensive in tutta l'isola, applicando le tecniche della fortificazione alla moderna. Tra le sue opere vanno ricordate le fortificazioni di Messina, di Palermo e di Catania.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Iniziò la propria attività come soldato al servizio di vari condottieri. Durante avventurose vicende ebbe modo di acquisire competenze nell'ambito dell'ingegneria militare, tanto da trovarsi nel 1529 a sovrintendere alla costruzione delle artiglierie nell'arsenale di Venezia.
Nel 1532 passò al soldo degli imperiali e combatté e seguì le truppe in Nord Africa già con competenze e incarichi ingegneristiche. Infatti nel 1533 fu di passaggio in Sicilia in fuga da Corone caduta in mano turca, città in cui era stato inviato per redigere il progetto di fortificazione dell’importante avamposto greco. ll viceré Pignatelli gli richiese un parere sui piani che si stavano portando avanti sull’isola e lo trattenne per poter sostituire come ingegnere del Regno Pietro Antonio Tomasello, ammalato e già avanti negli anni.[1] Ferramolino non sarebbe più ripartito e ebbe l'incarico di rivedere le fortificazioni di Messina e in genere della Sicilia. Negli anni successivi, agli ordini del viceré, realizzò numerose opere in tutta l'isola[2], mettendo mano all'intero sistema difensivo costiero. Pur risiedendo a Messina viaggiò in continuazione anche fuori dall'isola e fu attivo anche in Dalmazia (Ragusa) e a Malta.
Morì partecipando, nonostante l'età avanzata, all'assedio di Mahdia, nell'attuale Tunisia.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- La fortezza del La Goletta a Tunisi (dal 1536)[3]
- Il Forte Gonzaga a Messina (1540).
- Il Forte del Santissimo Salvatore a Messina (1540).
- La cinta bastionata di Palermo (realizzata nel corso di vari decenni)
- I Bastioni di Catania che dovevano rinforzare la cinta esistente e di cui rimangono poche tracce.
- La cerchia esterna del castello di Milazzo.
- Fortezza Revelin a Ragusa,
- La cinta bastionata del Castello Matagrifone a Messina; rimangono solo numerosi ruderi, nascosti, abbandonati o, addirittura, integrati ed aggrediti da edifici residenziali.
- Interventi sulle mura di Trapani e sul castello della Colombaia di Trapani
- Cinta muraria di Messina
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Maurizio Vesco, Ingegneri militari nella Sicilia degli Asburgo: formazione, competenze e carriera di una figura professionale tra Cinque e Seicento, Defensive Architecture of the Mediterranean. XV to XVIII centuries, Vol I, 2015.
- ^ Storia della Sicilia, pp. 176-177.
- ^ Dizionario Biografico degli Italiani, voce "Ferramolino, Antonio", Volume 46, 1996
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medioevale e moderna, vol. I, Bari, editori Laterza, 1976.
- G. Tadini, Ferramolino da Bergamo. L’ingegnere militare che nel ‘500 fortificò la Sicilia,1977, Poligrafiche Bolis, Bergamo.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Rita Binaghi Picciotto, FERRAMOLINO, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 46, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
- (ES) Antonio Ferramolino, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
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