Sant'Antonino di Piacenza | |
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Martire e militare | |
Nascita | III secolo |
Morte | Travo, 303 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Santuario principale | Basilica di Sant'Antonino |
Ricorrenza | 30 settembre (4 luglio, 13 novembre) |
Patrono di | Piacenza, Sant'Antonino, Travo e Triuggio |
Antonino di Piacenza (III secolo – Travo, 303) è stato un militare romano secondo la leggenda, un soldato della Legione Tebea, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo commemora il 30 settembre.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Le notizie circa la sua biografia sono scarse e poco attendibili, come la sua appartenenza alla Legione tebana. Secondo la tradizione, il suo martirio si consumò nelle vicinanze di Travo intorno al 303 durante la persecuzione di Diocleziano[1].
La sua esistenza è ricordata nel De laude Sanctorum di Vittricio di Rouen, risalente alla fine del IV secolo, nel Martirologio Geronimiano e nel Martirologio Romano che lo riporta alla data del 30 settembre, probabile data di nascita.[2]
L'agiografia più antica e dettagliata,le Gesta Sanctorum Antonini, Victoris, Opilii et Gregorii PP. X, scritta tra il IX e il X secolo, e' conservata nella Basilica di Sant’Antonino a Piacenza[3].
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Nel IV secolo, il vescovo Savino di Piacenza avrebbe ritrovato le spoglie del martire Antonino in un vano ipogeo di epoca romana, visitabile sotto la chiesa di Santa Maria in Cortina[4].
Diverse ricognizioni delle reliquie sono state eseguite nei corso dei secoli: intorno all'anno Mille (ad opera del vescovo Sigifredo), nel 1510 (Malabaila), nel 1562 (Bernardino Scotti), nel 1569 (Paolo Burali d'Arezzo) e nel 1615 (Claudio Rangoni), per finire con l'approfondito studio di Giovanni Battista Scalabrini tra il 1878 e il 1879.
Il suo culto è praticato nella diocesi di Piacenza a partiere dal secolo successivo alla sua morte. Fu nominato patrono di Piacenza, ruolo condiviso con santa Giustina, e gli fu intitolata la prima cattedrale della città, l'attuale Basilica di Sant'Antonino. A Piacenza è a lui dedicata una statua, posta sulla rotonda davanti al Pubblico Passeggio, che compie un quarto di giro ogni ora grazie ad un automatismo. La città prevede due feste patronali: la prima il 4 luglio con l'omaggio delle autorità amministrative e religiose locali e la seconda il 13 novembre, giorno del ritrovamento delle reliquie.
La sua devozione è diffusa in altre diocesi italiane. Si ricordano: Ficarolo (Diocesi di Rovigo), i borghi di Cesino e di Sant'Antonino di Staglieno (Diocesi di Genova), Sanguineto (Diocesi di Chiavari) e Sant'Antonino di Susa (Diocesi di Susa).
A lui è intitolata l'omonima città svizzera.
Pseudoepigrafia
[modifica | modifica wikitesto]Per secoli al santo è stata attribuita la cronaca di un pellegrinaggio in Terra santa, diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento. Nel 1889 fu dimostrato da Gildemeister, grazie a due manoscritti del IX secolo e al loro studio storico e filologico, che il testo era riferito a un periodo intorno al 570, probabilmente redatto da un pellegrino piacentino dell'epoca devoto ad Antonino.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) CatholicSaints.Info » Blog Archive » Saint Antoninus of Piacenza, su catholicsaints.info. URL consultato il 22 settembre 2023.
- ^ Martirologio, su vatican.va. URL consultato il 1º ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2023).
- ^ Le Vite dei Santi del Medioevo piacentino. I documenti raccontano (PDF), su cattedralepiacenza.it.
- ^ Santa Maria in Cortina, su touringclub.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Basilica di Sant'Antonino
- Chiesa di Sant'Antonino Martire a Borgo Val di Taro
- Chiesa di Sant'Antonino Martire a Cesino
- Ficarolo
- Travo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonino di Piacenza
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Antonino di Piacenza, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 303682342 · ISNI (EN) 0000 0000 0062 632X · SBN TO0V710281 · BAV 495/172856 · CERL cnp00196346 · LCCN (EN) no2002112746 · GND (DE) 101348142 · BNF (FR) cb12486058j (data) · J9U (EN, HE) 987007344155905171 |
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