Anfitrite | |
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Anfitrite con il tridente, statua del Louvre | |
Nome orig. | (GRC) Ἀμφιτρίτη |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Dea nereide |
Sesso | Femmina |
Anfitrite (in greco antico: Ἀμφιτρίτη?, Amphitrìtē) nella mitologia greca è la sposa di Poseidone e madre di Tritone. È una delle Nereidi ed ha i capelli neri e veste un'armatura di colore verde. In arte veniva rappresentata come giovane e bella, o seduta in trono o vicino a Poseidone, o ancora su un carro con lui, circondata da un seguito di Tritoni e Nereidi in groppa a cavalli, tori ed altri animali marini; in generale, porta i capelli sciolti sulle spalle ed ha i regali attributi del diadema e dello scettro.
Nella mitologia romana, viene chiamata Salacia. È responsabile della trasformazione di Scilla, in quanto consultò la maga Circe che le fece gettare in mare delle erbe magiche che la trasformarono in un mostro.
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Nella Teogonia
[modifica | modifica wikitesto]Nella Teogonia di Esiodo è figlia di Nereo e Doride, da cui Nereide, mentre è figlia di Oceano e di Teti secondo Apollodoro, che l'annovera sia fra le Nereidi che fra le Oceanidi.
Nell'epica omerica
[modifica | modifica wikitesto]Nell'epica omerica non è completamente personificata: là sul mare aperto, fra i flutti di Anfitrite[1]; il suo epiteto Halosydne ("allevata dal/nel mare") è condiviso da Teti[2][3].
Non volendo prendere marito, cercò protezione da Poseidone presso Atlante. Scovata da un delfino mandato dal dio del mare, fu costretta a sposarlo. Dal marito ebbe quattro figli: Tritone, Rodo, Cimopolea e Bentesicima. Tuttavia, non si dimostrò vendicativa nei confronti delle amanti segrete di Poseidone, al contrario delle cognate Era e Persefone. L'unica amante di cui si vendicò fu Scilla, o, secondo altre versioni, Medusa.
Nell'Odissea è dipinta come colei che spinge le onde contro gli scogli e si compiace circondarsi di delfini, cani e altri mostri marini.
Nella cultura latina
[modifica | modifica wikitesto]Ai Romani Anfitrite fu sconosciuta: nella mitologia latina, infatti, si chiamava Salacia; quando i poeti latini usano la parola "Anphitrite" la intendono in senso di "mare"[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Amphitrite, su Theoi.com.
- Smith, A Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology: "Halosydne" and "Amphitrite".
- Fernando Palazzi, Giuseppe Ghedini, Piccolo dizionario di mitologia e antichità classiche, 15ª ed., Milano, Arnoldo Mondadori, luglio 1940 [agosto 1924].
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Anfitrite
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10758913 · CERL cnp00576691 · LCCN (EN) no2016089390 · GND (DE) 12362195X · BNE (ES) XX555775 (data) · BNF (FR) cb11943045c (data) · J9U (EN, HE) 987007542253605171 |
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