André Steiner, nato András Steiner (Miháld, 9 dicembre 1901 – Parigi, 29 settembre 1978), è stato un fotografo ungherese naturalizzato francese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]András (in seguito noto come 'André' in Francia) Steiner nacque a Miháld, in Ungheria, da una famiglia ebrea. Dopo la fine del primo conflitto mondiale e la proclamazione della repubblica d'Ungheria, all'età di diciassette anni decise di trasferirsi a Vienna, in Austria. Lì frequentò l'università tecnica viennese per studiare l'elettrotecnica e divenne un assistente dello storico della fotografia Josef Maria Eder, che lo incoraggiò a continuare con questo mezzo e, attraverso la ditta Leitz, gli fornì uno dei primi modelli di Leica da provare.[1] Steiner era uno sportivo esperto e attraverso l'Hakoah, il circolo sportivo degli ebrei di Vienna, come uno degli allenatori della prestigiosa squadra di nuoto alla quale lei apparteneva, incontro Léa Sasson, allora tredicenne.[1]
Arrivo a Parigi
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante una differenza di età di nove anni e delle origini diverse (lei era la figlia di una famiglia ebrea sefardita di Istanbul e lui era un aschenazita ungherese), i due si sposarono in Ungheria, quando lui aveva 27 anni e lei ne aveva compiuti diciotto, e arrivarono a Parigi come marito e moglie, dove adottarono i nomi francesi André e Lily. Egli fu un campione di Decathlon ai Giochi Universitari Mondiali che si svolsero quell'anno nella città.[2] Sua figlia Nicole (Steiner-Bajolet) nacque nel 1934.[3]
Carriera da fotografo
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio André lavorò come fonico per la Althsom, fino al 1932 per i Paramount Studios e per la Phototone Society e collaborò con Gasparcolor sullo sviluppo delle pellicole cinematografiche a colori. Questi esperimenti legati alla fotografia ispirarono il desiderio di Steiner di diventare un fotografo professionista.[4]
Dopo aver fondato uno studio commerciale nel 1933, egli preferì lavorare da solo invece di unirsi alla notevole comunità fotografica ungherese di Parigi, che includeva André Kertész, Brassaï, Robert Capa, Nora Dumas, Ergy Landau, Ervin Marton, Émeric Fehér, Lucien Hervé, Rogi André, Rosie Rey e altri meno noti.[5] Tuttavia, secondo Warren sia lui che Kertész "fecero degli esperimenti con delle tecniche di distorsione per creare delle immagini impressionanti della carne umana"; quelli di Steiner, nella sua serie intitolata Anamorphose ("Anamorfosi"), si limitarono alle mani e alle facce, senza spingersi ai nudi realizzati da Kertész.[6] Il suo approccio scientifico nei confronti di questo mezzo attraverso il suo passato nell'elettrotecnica ebbe un'influenza sulla sua fotografia precisa e perfezionista,[7] soprattutto negli studi modernisti sulle ombre proiettate da materiali trasparenti o traslucidi.[8]
Il suo interesse per la cultura del corpo[9] diede vita ai suoi studi di nudo, spesso realizzati prendendo come modella Lily,[10] fino alla loro separazione nel 1938. Warren afferma che nei suoi nudi "la posa della modella, l'inquadratura e la luminosità sono i parametri principali di Steiner. Attraverso la luce, lo stesso incarnato diventa luce, staccandosi dallo sfondo scuro. Nel riposizionare le sue composizioni, Steiner isola, frammenta e ridefinisce il corpo umano come pura forma plastica. Ma, al contrario di Man Ray, che adopera il riposizionamento anche per interpretare il corpo umano, non c'è un intento surrealista nelle opere di Steiner."[2]
Contributi per le riviste
[modifica | modifica wikitesto]Contribuì per 15 numeri, con nudi e immagini di copertina, del Paris Sex-Appeal tra 1934 il 1935,[11] e contribuì spesso per l'Art et Médecine tra il 1933 e il 1937, dapprima con delle fotografie di fiori nella neve,[12] poi di spiagge estive nel 1935, per un servizio intitolato Femmes con una foto di Lily che allattava la loro bambina,[7][13] e soggetti vari come l'architettura, gli studi di nuvole, l'aviazione e il disco su ghiaccio. Le fotografie sportive che egli scattò durante un viaggio in Marocco nel 1933 vennero pubblicate su Photographie 1934, edito da Arts et métiers graphiques, e attrassero l'attenzione di Lucien Vogel sulla rivista Vu, che mostrava la sua sequenza cinematografica di un nuotatore che si tuffa.[1][14] Le sue opere furono selezionate per la mostra internazionale di fotografia contemporanea al museo delle arti decorative di Parigi nel 1936 e in seguito egli venne incaricato appositamente per realizzare dei servizi per le riviste Vu, Paris-Soir, Marianne, Harper's Bazaar, Vogue e altre. Nel 1939 egli realizzò una serie ritraente la danzatrice svedese Lisa Fonssagrives (che aveva modellato per Irving Penn e lo aveva sposato).[15] Trasse inoltre del profitto dalla produzione di fotografie pubblicitarie e architettoniche.[2]
La seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Durante la seconda guerra mondiale, Steiner si unì all'aviazione francese e divenne un cittadino francese,[2] diventando in seguito un membro della resistenza[1] assieme ad altri giovani artisti ed intellettuali ebrei ungheresi, come il pittore Sándor Józsa, lo scultore István Hajdú (Étienne Hajdú), i giornalisti László Kőrösi e Imre Gyomrai, il fotografo Lucien Hervé (allora anche lui divenuto un cittadino francese) e il tipografo Ladislas Mandel.
Il secondo dopoguerra e gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]La guerra posticipò la pubblicazione di un libro di studi di nudo fino al 1947,[16] quindi egli realizzò delle illustrazioni estetiche per una monografia sulla scultura di Rodin del 1948,[17] ma abbandonò l'esposizione e la pubblicazione di fotografie artistiche per concentrarsi sulle opere applicate nei campi delle documentazioni fotografiche industriali e mediche,[18] per le quali svolse anche il ruolo di consulente.
Steiner morì di infarto a Parigi il 29 settembre del 1978.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) André Steiner. The Body: From Desire to Transcendence, su Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme, 5 febbraio 2024. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ a b c d Warren 2006, p. 1489.
- ^ (FR) André Steiner, François Cheval, Arnaud Cathrine, Ce qu'on n'a pas fini d'aimer, Marseille, Bec en l'air, 2011.
- ^ (FR) Michaël Houlette, Marta Ponsa, Paris, capitale photographique 1920–1940 : collection Christian Bouqueret, Paris, Jeu de paume, 2009.
- ^ (HU) Au Revoir! – BTM VÁRMÚZEUM, su varmuzeum.hu. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ Warren 2006, p. 1174.
- ^ a b (FR) Musée Nicéphore Niépce - André Steiner, su www.museeniepce.com. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ (FR) Christian Bouqueret, André Steiner : l'homme curieux, Paris, Marval, 1999.
- ^ (FR) René de Laromiguiere, André Steiner, "Jeux" in Art et Médecine, novembre 1934, pp. 36–41.
- ^ (EN) Nu, Lily, Paris, 1934, su www.artnet.com. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ (FR) La vostra ricerca - Ricerca esatta su André Steiner - Lista di risultati : 16 risultati - Gallica, su gallica.bnf.fr. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ (FR) André Steiner, "Fleurs de Neige" in Art et Médecine, gennaio 1934, pp. 26–31.
- ^ (FR) André Steiner, "Femmes" in Art et Médecine, dicembre 1935, p. 9.
- ^ (FR) André Steiner, Maroc, 1933, su Les Douches la Galerie. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ (FR) Lisa Fonssagrives dansant, su Centre Pompidou. URL consultato il 9 dicembre 2024.
- ^ (FR) André Steiner, 45 nus, Éditions Sun, 1947.
- ^ (FR) A.-Henri Martinie, André Steiner, Rodin, Braun & Cie, 1948.
- ^ (DE) Werner Plumpe, André Steiner, Der Mythos von der postindustriellen Welt : wirtschaftlicher Strukturwandel in Deutschland 1960–1990, Göttingen, 2016.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Christian Bouqueret, Des années folles aux années noires : la nouvelle vision photographique en France 1920-1940, Paris, Marval, 1997.
- (FR) Michel Frizot, Photomontages : photographie expèrimentale de l'entre-deux-guerres, Paris. Centre National de la Photographie, 1987.
- (FR) Jean-Claude Gautrand, Visions du sport : photographies, 1860-1960, Aix-en-Provence, Admira, 1989,
- (EN) Lynne Warren, Encyclopedia of twentieth-century photography, New York, Routledge, 2006.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Opere di André Steiner, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di André Steiner, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Alcune fotografie di André Steiner su www.centrepompidou.fr
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