Ancona dell'Immacolata | |
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Autore | Jacopino Scipioni |
Data | 1510 |
Materiale | Scultura |
Dimensioni | 150×150 cm |
Ubicazione | Chiesa di Sant'Agata nel Carmine, Bergamo |
L'ancona dell'Immacolata si trova nella chiesa di sant'Agata nel Carmine nella parte alta della città di Bergamo risalente alla prima decina del XVI secolo, l'attribuzione a Jacopino Scipioni non ha fonti certe.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La storia dell'ancona è legata a quella del culto dell'Immacolata[1]. La sua devozione ebbe origine nel XII secolo in Inghilterra dai monaci benedettini, sviluppandosi progressivamente, e arrivando in Italia nella metà del medesimo secolo dove Bonaventura da Bagnoregio nel 1262 nel capitolo generale a Pisa decise di celebrarla per l'intero ordine, anche se i teologi e religioni si trovavano divisi sul tema dell'Immacolata Concezione tra maculisti e immaculisti. Il frate francescano, Giovanni Duns Scoto, teologo e filosofo fu promotore di questa verità e l'ordine francescano seguì la sua teologia. Fu poi il concilio di Basilea del 1439 a emanare un decreto a favore dell'Immacolata[2], relatore della tesi fu il francescano Juan de Segovia teologo di Toledo. Con l'elezione al soglio pontificio di Papa Sisto IV, francescano e immacolista nel 1471 e la sua bolla Cum praecelsa meritorum[3], il dibattito sull'argomento venne vietato con la minaccia di scomunica per eresia.
A Bergamo, nella chiesa di San Francesco distrutta con la soppressioni napoleoniche, è documentata nel 1453 la presenza di una cappella dedicata a San Pietro, nel Memoriale sepulcrorum opera del frate Daniele Finardo[4] ora conservato nella Biblioteca civica Angelo Mai. Nel 1465, per volontà del francescano Stefano da Novara, la cappella venne assegnata ai confratelli dell'Immacolata e venne a loro concesso di poterla dedicare alla loro devozione, ottenendo una bolla del Papa Paolo II nel 1466 che concesse le indulgenze a coloro che contribuivano alla sua decorazione ad costructionem et muntionem.
Si susseguono nel tempo, diversi inventari che descrivono la cappella con i suoi arredi in particolare quello del 1786 molto dettagliato, descrive una ancona sopra l'altare con sei figure di rilievo e la Madonna con Bambino in mezzo. Da questo la certezza che questa ancona apparteneva a questa chiesa. Con la soppressione del convento e della confraternita nel 1806, gli arredi dell'altare, come di tutti gli altri furono rimossi, molti vennero persi, mentre l'ancona venne acquistata da Pietro Stucchi nel 1808, e posta in una chiesetta settecentesca di San Pietro come venne descritta da Girolamo Marenzi. Nel 1898 per motivi logistici, la chiesa venne distrutta e l'ancona posta nella Chiesa di sant'Agata nella cappella del Battistero, attribuendola impropriamente ad Antonio Boselli,
Non vi sono documenti precisi che datano e assegnano l'autore dell'ancona. Dai diversi inventari e capitoli del convento viene attribuita alla prima decina del XVI secolo la sua realizzazione, e da un attento studio eseguito durante i restauri del 2015[5] viene conferita a Jacopino Scipioni la sua realizzazione, corrispondendo per tratti e tipologia al lavoro del 1507 nella cappella della Santissima Trinità della chiesa di santa Maria delle Grazie di Bergamo[6], questa non trova tutti gli storici d'arte concordi, potrebbe trattarsi di opera eseguita da uno scultore e solo dipinta dal pittore avevarese. Erano stati identificati anche ulteriori possibili autori i lodigiani Bongiovanni e Giovanni Bassiano Lupi, ma sarebbe stata poi scartata.[7]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'ancona dell'Immacolata, è collocata nella cappella del battistero, nella parte laterale sinistra della chiesa. I restauri le hanno ridato la doratura che era la sua caratteristica originaria. Al centro di un ovale luminoso, è posta l'immagine della Madonna che mostra sul petto il Bambino e sopra di lei angioletti con cartigli dove è scritto O Immaculata regina celorum e ad te [re]gina celorum.
Alla sua sinistra i genitori Anna e Giocchino a indicarne la sua origine, e alle riflessioni di Tommaso d'Aquino e sant'Agostino sulla sua conceptio activa, mentre alla sua destra il vescovo sant'Anselmo d'Aosta che mostra il testo della sua lettera dove raccomandava la celebrazione della festa; accanto a lui san Girolamo che sorregge un modellino di chiesa, forse quella che doveva essere la chiesa originaria di san Francesco, a indicare il suo ruolo a difesa della Chiesa contro l'eresia.
Nelle pradelle sono rappresentati: Papa Sisto IV, il beato Francesco Sansone da Brescia, Enrico di Freiman, Pietro Aureolo, Giovanni Duns Scoto, Giovanni Baconthorpe, Alessandro di Hales, raffigurati con testi e cartigli, frati e teologi che hanno sostenuto l'immacolarità della Madonna. Francesco Sansone da Brescia era il padre generale dell'ordine, morto nel 1499, questo e le caratteristiche stilistiche dell'ancona, ne portano la datazione alla prima decina del XVI secolo[8].
Le sculture sono realizzate in legno, lavorato a volte in modo grossolano, e successivamente definito con uno spesso strato di gesso, nella pieghe degli abiti, e nelle dita delle mani, tecnica molto simile a quella dell'ancona Gloria di san Bernardino proveniente dal medesimo convento e conservato al museo Adriano Bernareggi, anche se nelle vesti vien usato un impasto di pasta di legno e colla animale, anche questa considerata lavoro dello Scipioni[9][10].
Il telaio che la sostiene è composto da quattro tavole fissate tra loro da cavicchi e rinforzate da traverse sul retro, di cui solo una trasversale ne è rimasta a testimonianza, la composizione di questa intelaiatura presume che la scultura fosse posta sopra una mensa d'altare monumentale, forse in marmo come indicato nell'inventario del 1641.
L'ancona dell'Immacolata, nella sua locazione e con la raffigurazione di quelli che sono stati i protagonisti storici degli avvenimenti, è la rappresentazione acerba della celebrazione concezionista[11].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L’ancona “più bella & più magnifica” dalla chiesa di Sant’Agata nel Carmine, su santalessandro.org, Sant'Alessandro settimanale. URL consultato il ) novembre 2011.
- ^ Enrico dal Covolo Aristide Serra, Storia della mariologia, Feltrinelli. URL consultato il 5 novembre 2016.
- ^ Papa Sisto IV, su palazzo-medici.it, Pontefici e alti Prelati. URL consultato il 5 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2011).
- ^ Bergamo scomparsa: com’era il convento di San Francesco, su bergamosera.com, Bergamo scomparsa. URL consultato il 5 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
- ^ L'ancona dell'Immacolata in mostra, su bergamotv.it, BergamoTV. URL consultato il 9 novembre 2016.
- ^ Gnaccolini, p. 18.
- ^ TesoridArte.
- ^ Gnaccolini, p. 16.
- ^ Gloria di san Bernardino da Siena, su catalogo.beniculturali.it, Categoria dei Beni Culturali. URL consultato l'8 agosto 2023.
- ^ Gnaccolini, p.17.
- ^ Laura Dal Pra, Esiti iconografici della controversia sull'Immacolata Concezione a Firenze, Medioevo e rinascimento, 1988, p. 267-281.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Laura Paola Gnaccolini Simone Facchinetti, L'ancona dell'Immacolata in Sant'Agata nel Carmine, Silvana editoriale, 2015.
- Giovanni Morello, Vincenzo Francia Roberto Fusco, Una donna vestita di sole, Milano, Federico Motta editore, 2005, ISBN 88-7179-468-0.
- Laura Dimitrio, Tesori d'Arte a Bergamo, a cura di Eugenia Bianchi, Alessandra Civai, Patrizia Rimaboschi, Provincia di Bergamo - Ferrari Grafiche S.p.A., 2001, pp. 48-49, ISBN 88-86536-21-6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'ancona dell'Immacolata
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- L’Ancona dell’Immacolata torna nella chiesa del Carmine, su ecodibergamo.it, L'Eco di Bergamo, 8 luglio 2015. URL consultato il 16 marzo 2018.