Amok | |
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Lingua orig. | Italiano |
Autore | Cesare Solini che si firmava con lo pseudonimo di Phil Anderson |
Disegni | Antonio Canale che si firmava con lo pseudonimo di Tony Chan |
1ª app. | 1946 – 1948 |
Caratteristiche immaginarie | |
Epiteto | Il gigante mascherato |
Sesso | Maschio |
Amok (prima serie) | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Testi | Phil Anderson (Cesare Solini) |
Disegni | Tony Chan (Antonio Canale) |
Editore | Edizioni Juventus |
Collana 1ª ed. | Avventure e mistero |
1ª edizione | 1 settembre 1946 |
Periodicità | Settimanale |
Albi | 49 (completa) alternandosi con altre testate |
Genere | avventura |
Seguito da | Amok (seconda serie) |
Amok (seconda serie) | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Testi | Phil Anderson (Cesare Solini) |
Disegni | Tony Chan (Antonio Canale) |
Editore | Edizioni Ippocampo |
Collana 1ª ed. | Avventure e mistero |
1ª edizione | 6 gennaio 1949 – 15 agosto 1949 |
Periodicità | Settimanale |
Albi | 16 (completa) alternandosi con altre testate |
Genere | avventura |
Seguito da | Amok (terza serie) |
Amok (terza serie) | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Testi | Franco Baglioni |
Disegni | Antonio Canale |
Editore | Edizioni Ippocampo |
Collana 1ª ed. | Avventure e mistero |
1ª edizione | 11 settembre 1949 – 9 aprile 1950 |
Periodicità | Settimanale |
Albi | 29 (completa) |
Genere | avventura |
Amok è un personaggio immaginario ideato da Cesare Solini e protagonista di varie serie a fumetti pubblicate in Italia dal 1946 al 1950, varie volte ristampate fino agli anni novanta; ha avuto edizioni estere pubblicate tradotte in Francia, Spagna, Argentina e Turchia oltre che in Svezia con il titolo di Kilroy.[1]
Storia editoriale
[modifica | modifica wikitesto]Il personaggio, le cui avventure si ispirano a quelle del coevo Uomo mascherato, fu ideato da Phil Anderson, pseudonimo di Cesare Solini, che ne curò i testi e le sceneggiature, e disegnato Tony Chan, pseudonimo di Antonio Canale. I testi di alcune storie sono stati scritti da Gian Luigi Bonelli e Franco Baglioni[2] e i disegni realizzati da Frank Donat, pseudonimo di Franco Donatelli.[3]
Nel 1946 le storie del personaggio realizzate da di Cesare Solini e Antonio Canale vennero pubblicate - alternandosi a quelle di altri personaggi come Charlie Chan e Gim Toro - nella prima serie della collana Avventure e Mistero pubblicata dalle Edizioni Juventus fino al 1948 per 50 numeri.[4] A questa prima serie ne seguì una seconda, nel 1949, nella quale alle storie del personaggio si alternavano stavolta solo a quelle di Gim Toro ed edita per 16 numeri.[4] Lo stesso anno esordì sempre nella stessa collana la terza serie ma con una testata autonoma con storie scritte stavolta da Franco Baglioni ma disegnate sempre da Antonio Canale; la serie venne edita per 29 albi fino al 1950.[5] Vennero poi editi in Francia da Sagèdition due volumi di grande formato a colori con storie realizzate da Gian Luigi Bonelli ma sempre disegnate da Antonio Canale; i due volumi vennero poi tradotti e pubblicati in Italia dalle Edizioni Juventus tra la fine del 1948 e l’inizio del 1949.[6] Negli anni cinquanta le storie del personaggio vennero ristampate in varie collane di breve durata.[7][8][9][10] Una nuova serie di ristampe si ebbero negli anni settanta[11][12] e novanta[13] edite da altri editori.
La serie ebbe un discreto successo tanto da essere ristampata molte volte in Italia e tradotta in Francia, Spagna, Argentina e Turchia;[14] in Svezia la serie fu tradotta e stampata con il nome di Kilroy; quando la sua pubblicazione in Italia fu sospesa, il fumetto continuò a venire pubblicato in Svezia con nuove avventure originali disegnate da Rolf Gohs.[3]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Amok è il classico giustiziere mascherato dal fisico possente. Il suo costume è caratterizzato dal disegno di una testa di felino con le fauci aperte che ne orna il torace. L'eroe giavanese[15] vive e agisce in Asia dove combatte contro la banda dello scorpione che ha rapito la sua fidanzata Nikita. Il fedele leopardo di nome Kyo e lo scrittore e reporter statunitense Bill Davidson lo aiutano nella strenua lotta contro l'ingiustizia[2] e contro Mr. Kroll, capo della terribile banda.[15]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carlo Chendi e Sergio Badino, Conversazione con Carlo Chendi: da Pepito alla Disney e oltre : cinquant'anni di fumetto vissuti da protagonista, Tunué, 2006, ISBN 9788889613160. URL consultato il 9 maggio 2019.
- ^ a b B. P. Boschesi, Manuale dei fumetti, Arnoldo Mondadori Editore, 1976, pp. 110, 111.
- ^ a b Luca Boschi, Riedizione: Amok il gigante mascherato, Petrosino e il distruttore di masse, su lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com, Il Sole 24 ore, 26 gennaio 2012. URL consultato il 30 gennaio 2016.
- ^ a b Guida Fumetto Italiano, Collana Avventure e Mistero, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Avventure e Mistero, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, AMOK a colori, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Avventure e Mistero - Albi dell'Audacia, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Malesia, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Zodiaco, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Zanetto, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Collana Malesia, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, il gigante mascherato, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Guida Fumetto Italiano, il gigante mascherato 2, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Manfredo Guerrera, Storia del fumetto, in Il sapere, enciclopedia tascabile, vol. 66, Newton Compton, 1995, pp. 44, 75, ISBN 88-7983-884-9.
- ^ a b Amok, su Fondazione Franco Fossati. URL consultato il 31 dicembre 2016.