Alberto Martini (Mantova, 3 gennaio 1931 – Santarcangelo di Romagna, 8 maggio 1965) è stato uno storico dell'arte italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Alberto Martini nasce in provincia di Mantova, ad Acquanegra sul Chiese, il 3 gennaio 1931. Figlio di Giuseppina Vaccari e Valfrido Martini, un funzionario del genio civile il cui lavoro porta la famiglia a trasferirsi già prima della guerra a Ravenna. Alberto si iscrive al locale liceo classico e prosegue gli studi alla Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze, laureandosi nel 1954 con Roberto Longhi.[1]
Tornato a Ravenna dopo la laurea, nel luglio del 1954, vive la vita artistica romagnola e bolognese al fianco del caro amico e collezionista d'arte Roberto Pagnani. Al bar Byron, in centro città, ritrovo di intellettuali e artisti locali, Roberto gli fa conoscere Mattia Moreni, il pittore che più ama.[2]
Si trasferisce a Milano nel 1958. In quel periodo Dino Fabbri ha bisogno di uno storico dell’arte che sappia muoversi negli ambienti artistici, per portare avanti il progetto che ha in testa: applicare il sistema della dispensa, già sperimentato dalla casa editrice con l'enciclopedia Conoscere, all'arte. L'amico Roberto Longhi indica Martini, che per passione divulgativa e dimestichezza con il grande pubblico dimostrate nelle collaborazioni con la Radiotelevisione Italiana, fa proprio al caso dei Fratelli Fabbri. Nascono così, sotto la sua direzione, le collane Capolavori nei Secoli e I Maestri del Colore.[1]
Dal finire degli anni Cinquanta Martini si impegna dunque nella divulgazione attraverso la radio e la televisione: in particolare, con un documentario sullo scultore Medardo Rosso nel 1959, uno sul pittore contemporaneo Virgilio Guidi nel 1960, con la rubrica culturale "Le tre arti. Rassegna di pittura, scultura e architettura", andata in onda dagli studi Rai di Milano sul Programma Nazionale dal 16 ottobre 1962, e ancora con la rubrica settimanale di più ampia divulgazione culturale "Almanacco", inaugurata il 7 febbraio 1963.[1]
Alberto Martini prende parte anche alla storia di Finarte, fondata il 16 aprile 1959, a cui collabora come consulente dalla prima asta di opere d’arte antica.[3]
Il lavoro di Martini in Finarte e ne I Maestri del Colore prosegue fino alla sua scomparsa, avvenuta la sera dell'8 maggio 1965, in un incidente automobilistico in cui perdono la vita anche l'amico Roberto Pagnani e la moglie di quest'ultimo.[4][5]
Il 15 maggio 2017 a Ravenna gli viene intitolata la sala multimediale del MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Federica Nurchis, Alberto Martini (1931-1965). Da Longhi ai Maestri del Colore, Milano, 2016.
- ^ F. Trerè, Alberto Martini e Ravenna, a cura di S. Simoni, collana Spigolando ad arte, Ravenna, 2013.
- ^ Vagheggi, Finarte S.p.A. 1959, Finarte 1975, 1999.
- ^ Profondo coroglio per la morte di Alberto Martini e Roberto Pagnani, in Il Resto del Carlino, 9 maggio 1965.
- ^ Alessandro Tedde, Roberto, documentario su Roberto Pagnani, su Vimeo.
- ^ Ravenna rende omaggio al collezionista Roberto Pagnani e allo storico Alberto Martini, su ravennatoday.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- F. Nurchis, Martini. Un rivoluzionario a fascicoli, catalogo della mostra (Casa Testori), Novate Milanese, 2013
- F. Nurchis, Alberto Martini (1931-1965). Da Longhi ai Maestri del Colore, Milano 2016. Versione pdf scarcabile
- S. Simoni, Alberto Martini il critico divulgatore, in “Casa Premium”, n. 99, giugno-luglio 2015, pp. 58-61
- F. Trere’, Alberto Martini e Ravenna, in Spigolando ad arte, a cura di S. Simoni, Ravenna 2013, pp. 140-143
- F. Trere’, In margine a Il Deserto Rosso: Alberto Martini e la personale di Gianni Dova a Ravenna, in “Ravenna. Studi e Ricerche” XXVI (2019), in corso di stampa
- N. Ceroni, Alberto Martini, in www.sistemamusei.ra.it
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