Adolfo De Bosis (Ancona, 2 gennaio 1863 – Ancona, 28 agosto 1924) è stato un poeta, traduttore e dirigente d'azienda italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato ad Ancona nel 1863, a diciotto anni, quando frequentava ancora il collegio Campana di Osimo, De Bosis pubblicò il suo primo libro di poesie Versi (1881), opera ricca di riferimenti romantici[1].
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma, De Bosis seguì gli studi con scarso entusiasmo, distratto dai suoi prevalenti interessi letterari e mondani[1]. In quegli anni ebbe modo di conoscere scrittori e poeti quali Scarfoglio, Pascarella e D'Annunzio, con il quale strinse un rapporto di amicizia[1].
Nel 1895 uscì il primo numero della rivista, fondata e finanziata dallo stesso De Bosis, Convito, che Croce giudicò "la manifestazione collettiva più solenne dell'estetismo"[1][2]. La rivista, che nel progetto iniziale prevedeva di esaurirsi con i primi dodici numeri mensili, fu pubblicata sino al 1907[1]. Al Convito, graficamente molto curata e con illustrazioni di vari artisti quali Sartorio, Michetti e l'olandese Alma-Tadema[1], collaborarono, oltre allo stesso De Bosis che vi pubblicò alcuni suoi lavori, importanti letterati, poeti e critici d'arte quali Pascoli (al quale lo univa una tragedia simile: entrambi persero il padre da ragazzi, in circostanze drammatiche; Ruggero Pascoli ucciso da due sicari della malavita, Angelo De Bosis suicida per un dissesto finanziario[3]), D'Annunzio, Carducci, Scarfoglio, Venturi, Panzacchi.
La sua attività di traduttore raggiunse risultati di particolare rilievo con il poeta inglese Shelley, autore molto apprezzato da De Bosis e dal quale trasse motivi ispiratori per i suoi versi[4].
Con l'easurirsi delle pubblicazioni del Convito, De Bosis, personaggio schivo più di quanto potesse apparire[5], si allontanò dalle manifestazioni più plateali dell'estetismo, tanto che l'amico D'Annunzio nella Contemplazione della morte lo chiamò "principe del Silenzio"[1].
Abbandonata l'avvocatura, De Bosis, che oltre all'attività letteraria aveva sempre continuato a seguire i propri impegni professionali, viaggiò molto all'estero e si dedicò all'amministrazione e direzione di varie società commerciali e industriali[1].
Trascorse gli ultimi anni insieme con la moglie americana Lilian Vernon e morì nel 1924, a sessantuno anni, nella città natale. Il figlio Lauro, scrittore, poeta ed antifascista, morì nel 1931, non ancora trentenne, precipitando in mare con il suo aereo dopo aver lanciato su Roma migliaia di volantini esortanti alla ribellione contro il regime[6].
Oltre a Lauro, ebbe altri sei figli da Lilian, tra cui Virginia, arabista, Valente, medaglia d'oro alla memoria, caduto in un'azione di volo nella Grande Guerra e Percy. Al piccolo Valente e a Percy (oltre che ad Adolfo stesso) è dedicata la poesia, The Hammerless Gun di Giovanni Pascoli, contenuta nei Canti di Castelvecchio.[7]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Versi di Adolfo De Bosis, Fano, pei tipi V. Pasqualis succ. Lana, 1881.
- Inno al mare. Versi, in "Nuova antologia di scienze, lettere ed arti" , Serie 4 v. 79 1899 p. 437-442.
- A un macchinista, Roma, Tip. Forzani e C., 1899.
- Amori ac silentio sacrum. Liriche, Roma, Edizione a cura dell'A., Tip. dell'Unione Cooperativa Editrice, 1900.
- Kruger. Versi, Roma, Tip. dell'Unione Cooperativa Editrice, 1900.
- Ragioni e scopi della Lega italiana per la tutela degli interessi nazionali, Roma, Società poligrafica nazionale, 1921.
Traduzioni
[modifica | modifica wikitesto]- Percy Bysshe Shelley, La sensitiva, tr. Adolfo De Bosis, Roma, Stamperia del Senato, 1892.
- Percy Bysshe Shelley, I Cenci. Tragedia in cinque atti, tr. Adolfo de Bosis, Il Convito, Roma, A. De Bosis, 1898.
- Paul Hyacinthe Loyson, Le anime nemiche. Dramma in quattro atti, tr. Adolfo De Bosis, Milano, Treves, 1908.
- Percy Bysshe Shelley, Il Prometeo liberato. Dramma lirico, tr. e commento di Adolfo De Bosis, Roma, Stock, 1922.
- Percy Bysshe Shelley, Dodici liriche, tr. Adolfo De Bosis, Firenze, Le Cáriti, 2007. ISBN 88-87657-31-9.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Fonte: E. Mondello, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in Bibliografia.
- ^ La sede della rivista, coerentemente con lo stile della pubblicazione, era sistemata in «un piccolo appartamento bizzarro nel palazzo Borghese, che era stato una volta il bagno di Paolina Borghese [...] affrescato da un seguace dello Zuccari», E. Mondello, op. citata.
- ^ Adolfo de Bosis, poeta anconetano, sito del Sistema museale della Provincia di Ancona. Riferimenti in Collegamenti esterni.
- ^ Fonte: G. Mazzoni, Enciclopedia Italiana, riferimenti in Bibliografia.
- ^ « [...] in realtà egli era un personaggio schivo, poco incline alle estrosità e agli esibizionismi», E. Mondello, op. citata.
- ^ De Bòsis, Lauro (propr. Adolfo Lauro) in Enciclopedie on line, sito "Treccani.it L'Enciclopedia italiana". URL visitato il 16 marzo 2014.
- ^ Testo su Wikisource: «TO THE CHILDREN PERCY AND VALENTE DE BOSIS ( [...] ) un... hammerless! (dono / del vostro babbo, o Percy, o Valentino; / del nostro Adolfo, il sapïente, il buono simposïarco.)»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Mazzoni, «DE BOSIS, Adolfo» in Enciclopedia Italiana, Volume 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- Elisabetta Mondello, «DE BOSIS, Adolfo» in Dizionario biografico degli italiani, Volume 33, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
- Giorgio Pannunzio, Cittadino del cielo. De Bosis poeta tra modernità e tradizione, Raleigh (North Carolina), Lulu Press, 2011. ISBN 9781447775522.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Adolfo De Bosis
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Adolfo De Bosis
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- De Bòsis, Adolfo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Mazzoni, DE BOSIS, Adolfo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- De Bòsis, Adòlfo, su sapere.it, De Agostini.
- Elisabetta Mondello, DE BOSIS, Adolfo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 33, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1987.
- Opere di Adolfo De Bosis, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Adolfo De Bosis, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
- Claudio Varese, Adolfo De Bosis in "Rassegna della letteratura italiana", anno 69, gennaio-aprile 1965, pp. 3–21, sito "Circe", Catalogo informatico riviste culturali europee, Università di Trento. URL acceduto il 21 marzo 2014.
- Adolfo de Bosis, poeta anconetano ampia biografia ed immagini nel sito del Sistema museale della provincia di Ancona. URL acceduto il 22 giugno 2014.
- Il Principe del Silenzio. Florilegio da Adolfo de Bosis antologia, a cura di Elisabetta Brizio e Matteo Veronesi, delle opere poetiche, saggistiche e delle traduzioni dell'autore, gratuitamente scaricabile dal sito "Internet Archive".
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52025273 · ISNI (EN) 0000 0000 8015 9601 · SBN RAVV085150 · BAV 495/201929 · LCCN (EN) n94026754 · GND (DE) 119242583 · BNF (FR) cb15847381d (data) · J9U (EN, HE) 987007281217505171 |
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