Utente:Silvia Schiavonee/Sandbox
Giuseppe Pianese
[modifica | modifica wikitesto]Giuseppe Pianese (Civitanova del Sannio, 19 marzo 1861 – 1933) è stato un medico cattedratico di anatomia patologica dell’Università di Napoli e Accademico d’Italia.
Riconoscimenti accademici
[modifica | modifica wikitesto]Il 22 marzo 1932 fu nominato Accademico d’Italia entrando così a far parte delle sessanta personalità in ambito letterario, scientifico e artistico che costituivano l’élite culturale italiana.
Si trattava di una nomina a vita, grazie alla quale si aveva diritto al titolo di “Eccellenza”, ad un appannaggio annuo, al libero transito sulle ferrovie dello Stato. Nel momento della nomina si era soliti usare l’espressione “ricevere la feluca”, che allude al cappello a feluca che tutti i membri in servizio dovevano indossare insieme ad un’elegante divisa. Tra i sessanta membri dell’istituzione Giuseppe Pianese rappresentava le Scienze patologiche. Aveva sostituito il professore Antonio Dionisi, Anatomopatologo dell’Università romana, che era da poco deceduto. La scelta ricadde proprio su di lui perché, in quel momento, era una personalità di spicco tra gli anatomopatologi italiani. Infatti Pianese realizzò in quel periodo due scoperte scientificamente rilevanti. In campo istologico e citologico realizzò alcune colorazioni speciali dei tessuti e delle cellule; successivamente, grazie a un semplice microscopio ottico, scoprì il germe responsabile della pseudoleucemia infantile.
Ruolo nel mondo scientifico
[modifica | modifica wikitesto]Il contributo di Giuseppe Pianese alla ricerca scientifica fu fondamentale per la diagnosi medica a livello istologico e citologico. In un periodo storico in cui il microscopio elettronico non era ancora stato costruito, realizzò delle colorazioni specifiche per tessuti e cellule che potevano sostituire il microscopio ottico nella rilevazione di determinati particolari. Considerato quasi come un artista, si guadagnò così il soprannome di “Tiziano della medicina”, affibbiatogli dal napoletano Carlo Martelli, direttore del periodico “Rinascenza Medica”.
Questa nuova tecnica di analisi medica risultò fondamentale per lo studio delle cellule tumorali. All’epoca, infatti, si riteneva che la presenza di corpi inclusi nelle cellule tumorali dell’epitelio fosse da attribuire a sporozoi, protozoi o blastomiceti, ma, dopo un attento studio, Pianese riuscì a confutare la tesi che sosteneva l’origine parassitaria del cancro. L’anatomopatologo dapprima studiò come sporozoo il coccidio del coniglio e le alterazioni anatomiche e istologiche da esso provocate nel fegato animale e, in un secondo momento, confrontando le cellule alterate dell’animale con delle cellule tumorali, giunse a due conclusioni: i corpi inclusi rilevati non erano di natura parassitaria, ma erano il prodotto di disassimilazioni e di alterazioni protoplasmatiche, nucleari e plasmosomiche delle cellule neoplastiche; lo stimolo cellulare dei blastomiceti non può produrre un tumore, ma al massimo può causare un accrescimento tessutale, infiammatorio, fino al granuloma. Questa teoria fu prima pubblicata nel 1896 in un numero speciale della rivista tedesca “Ziegler’s Beitrage” e in seguito venne accettata dal Comitato per la ricerca sul cancro di Boston.
Giuseppe Pianese va ricordato non solo per la creazione di colorazioni tessutali innovative, ma anche per gli studi effettuati col microscopio ottico, che lo portarono alla scoperta del germe responsabile della pseudoleucemia infantile. Si tratta di una malattia dell’infanzia a decorso rapidamente letale che si presenta spesso in forma epidemica nelle zone marine. I sintomi ad essa associati, da cui deriva anche il suo nume, sono febbre, splenomegalia e anemia. Fino agli anni Novanta dell’Ottocento non si era ancora a conoscenza dell’agente eziologico della malattia. I primi a sospettare l’origine infettiva della malattia furono, nel 1876, il dott. Cigliano di Ischia e il professor Tommasi. Qualche anno dopo questa ipotesi fu confermata prima dal professor Cardarelli, che chiamò questa malattia “Pseudoleucemia infantile”, poi dal professor Fede. Però solo Giuseppe Pianese riuscì a riconoscerne l‘agente eziologico. Nel 1893, in seguito ad un esame necroscopico su un bimbo morto per la malattia in esame, individuò nel fegato, nella milza e nel midollo osseo delle placche contenenti microrganismi che ipotizzò essere bacilli in involuzione; l’anno successivo riconfermò la precedente osservazione grazie ad un’innovativa metodica di colorazione polare di sua invenzione che evidenziava alcune formazioni intracellulari. Però, solo negli anni successivi si rese conto che quei bacilli in realtà erano da attribuire ad invasioni batteriche post mortem e che l’agente infettivo della malattia era un protozoo. La sua scoperta fu accettata dalla comunità scientifica e fu divulgata nel Congresso dei Patologi del 1905 a Roma. All’epoca si riteneva che fosse una scoperta innovativa in quanto si era all’oscuro degli studi di Leishman e Donovan, che due anni prima avevano trovato lo stesso parassita, chiamato Leishmania Donovani, responsabile del Kala-azar indiano.