Piazzetta Orefici
Il Borgo Orefici è uno storico rione di Napoli ricadente nel quartiere Pendino.[1]
Borgo Orefici | |
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Il Crocifisso al Borgo Orefici | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Napoli |
Città | Napoli |
Circoscrizione | Municipalità II |
Quartiere | Pendino |
La Piazzetta Orefici, più nota come Piazza Orefici, è una piazza nel cuore del Centro Storico della città di Napoli, situata nel quartiere Pendino.
Estensione
[modifica | modifica wikitesto]Il Borgo Orefici è costituito da strade molto strette e caratterizzate da costruzioni irregolari. L’unico slargo del quartiere è rappresentato da Piazza Orefici. In questa piazzetta, fin dai tempi della regina Giovanna I, si radunavano gli orafi che qui avevano collocato le proprie botteghe artigiane. Nel mezzo della piazza sedeva “l’udienza”, una specie di consiglio dove i quattro Consoli della Corporazione degli Orefici sorvegliavano il lavoro. Il simbolo della piazzetta è Il Cristo di Piazza Orefici. Il crocifisso è dipinto in maniera tale che lo spettatore possa trovarsi di fronte alla sacra effige da entrambi i lati della croce. Un altro piazzale da annoverare tra i monumenti caratteristici del Borgo rappresentato da Piazza Carlo Troya, che ospita l’antica Fontana del Pesce.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Crocifisso ligneo
[modifica | modifica wikitesto]Periodo: XI secolo
Descrizione: Il Crocifisso ligneo, è il simbolo di Piazza Orefici, fu realizzato per volere dalla famiglia Di Roberto nel XVIII, a seguito di un’epidemia di peste. La particolarità di questo manufatto ligneo è la possibilità per lo spettatore di trovarsi di fronte alla sacra effige da entrambi i lati della croce. Il Crocifisso, posto sotto una copertura in rame battuto, è sostenuto da un basamento in calcestruzzo armato dove sono rappresentati i simboli della passione di Cristo.
La leggenda vuole che un commerciante di pietre preziose, un certo Francesco di Roberto avesse un fratello che soffriva di violentissimi attacchi d’asma.
In una giornata afosa del 1839, i due andarono a fare una passeggiata tra le campagne di Afragola in cerca di frescura. A un certo punto la loro carrozza si fermò davanti ad un Crocifisso posto in un viottolo solitario. Da quel momento Salvatore il fratello ammalato si sentì improvvisamente meglio, gli attacchi d’asma terminarono. I due fratelli vollero che la preziosa effige fosse portata all’interno del Borgo Orefici e posta nella piazza centrale.
L’ambito territoriale
[modifica | modifica wikitesto]L’ambito territoriale consiste in parte del Centro Storico della città di Napoli, denominato Antico Borgo Orefici.
Il Borgo degli Orefici fa parte del quartiere Mercato-Pendino ed occupa un’area compresa tra il mare ed il percorso meridionale delle mura greco-romane.
Nella zona, da sempre utilizzata per attività commerciali, dal Medioevo in poi l’arte orafa si ritagliò un suo spazio, tanto che alla metà del 14º secolo nacque la Corporazione degli Orafi cui Giovanna I d’Angiò diede il suo riconoscimento ufficiale.
I primi maestri orafi furono quasi tutti francesi venuti al seguito degli Angioini, ma ben presto ad essi si affiancarono artigiani locali che nel giro di poco tempo soppiantarono del tutto la matrice d’Oltralpe, dando vita ad una scuola napoletana conosciuta in tutta Europa fino alla caduta del Regno di Napoli.
Alla fine del 17º secolo il viceré Gaspar Méndez de Haro el Marchese del Carpio assegnò alla corporazione l'area che ancora oggi è chiamata "degli Orefici" stabilendo che solo al suo interno si potesse esercitare il mestiere di orafo.
Dal punto di vista urbanistico non c’è stato nel corso dei secoli uno sviluppo preciso e studiato, ma tutto è stato lasciato al caso facendo sì che il Borgo assumesse quel caratteristico disordine urbanistico che ancora oggi lo contraddistingue.
Disordine urbanistico e sovraffollamento demografico non furono perciò cause secondarie nel veloce diffondersi dell’epidemia di colera che scoppiò a Napoli nel 1884 facendo circa 7.000 vittime.
E fu così che l’anno dopo fu approvata la legge del Risanamento con cui si avviò la completa ristrutturazione dei quartieri bassi di Napoli tra cui quello in cui sorge il Borgo.
L’area fu in parte rasa al suolo per far spazio all’apertura di Corso Umberto e le ruspe non ebbero rispetto nemmeno per gli edifici di rilevanza storico-culturale: ecco, allora, che scomparvero chiese come quella di Santa Maria dell'Ovo, Santa Maria dei Muschini, Sant'Agata e Santa Maria delle Grazie dei Pescivendoli di fronte alla quale sorgeva la fontana della Pietra del Pesce, solo di recente ristrutturata.
Tuttavia, numerosi elementi stilistici ed architettonici risalenti al pre-risanamento sono visibili nella zona e costituiscono "reperti" di grande valore ed interesse storico-artistico.
Il Risanamento non eliminò, però, tutti i problemi, tant’è che il degrado urbanistico continuò, per poi peggiorare coi bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e successivamente, nel 1980, con il terremoto.
Opere famose
[modifica | modifica wikitesto]È qui che sono state fuse, battute e realizzate le celebri e preziose statue del tesoro di San Gennaro, nonché gli arredi sacri di moltissime altre chiese napoletane.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Vincenzo Caruso, Il borgo Orefici | Gioielleria Caruso Napoli, su Gioielleria Caruso, 11 marzo 2016. URL consultato l'8 luglio 2024.