Giorgio Gonelli
Giorgio Gonelli | |
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Nascita | Mirabello, 30 aprile 1930 |
Morte | Kindu, 11 novembre 1961 |
Cause della morte | Assassinato dall'esercito congolese durante una missione di pace |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Aeronautica Militare |
Specialità | Pilota militare |
Grado | Capitano |
Guerre | Guerra civile congolese |
Campagne | ONUC |
Battaglie | Eccidio di Kindu |
Decorazioni | Medaglia d'Oro al Valor Militare |
Studi militari | Accademia Aeronautica
Corso Leone II |
dati tratti da Eccidio di Kindu. Così morirono i nostri aviatori[1] | |
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Giorgio Gonelli (Mirabello, 30 aprile 1930 – Kindu, 11 novembre 1961) è stato un aviatore e militare italiano. Capitano pilota dell'Aeronautica Militare italiana, venne ucciso a Kindu, nelle Repubblica Democratica del Congo, durante la strage avvenuta la notte dell'11 novembre 1961. Nel 1994 venne insignito di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Mirabello (Ferrara) il 30 aprile 1930,[2] figlio di Giuseppe e Emma Sandri.[1] Dopo aver frequentato la scuola media e il liceo scientifico salesiano di Faenza,[1] si arruolò nell'Aeronautica Militare Italiana come allievo ufficiale pilota, entrando nell'Accademia Aeronautica. Al termine del corso[N 1] entrò in servizio presso la 46ª Aerobrigata di stanza a Pisa.[3] Trovò tragicamente la morte, insieme ad altri dodici militari italiani, nell'eccidio di Kindu, avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 novembre 1961, mentre effettuava una missione umanitaria a bordo di un bimotore Fairchild C-119 Flying Boxcar[N 2] operante sotto l'egida dell'ONU.[3] Lasciava la moglie Alba Rosa Brandani, una figlia di due anni, Rita e un bimbo di dieci mesi, Raffaele. Il 24 ottobre 1994 lui, e gli altri dodici aviatori, vennero insigniti della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. I corpi degli sfortunati aviatori furono ritrovati nel febbraio del 1962, sepolti in due fosse comuni. Le salme vennero riesumate il 23 febbraio 1962 ed il 10 marzo successivo trasferite nella base libica di Wheelus. Da qui arrivarono sull'aeroporto di Pisa l'11 marzo, ed il giorno dopo vennero celebrati i solenni funerali, alla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni.
In seguito le salme vennero tumulate nel Sacrario dei caduti di Kindu ,[2] appositamente costruito nell'aeroporto militare di Pisa grazie ad una pubblica sottoscrizione. La città di Ferrara gli ha intitolato una via nel 2013, così come il comune natale di Mirabello gli ha intitolato due scuole ed una via. Un monumento ai caduti di Kindu è stato inaugurato presso l'ingresso dell'aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci”, a Fiumicino, nel 2007. La sezione dell'Associazione Arma Aeronautica dell'Alto Maceratese (Pieve Torina) è intitolata ai 13 aviatori italiani martiri di Kindu.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nel 1955 conseguì il brevetto di pilota di aerei a reazione negli Stati Uniti, frequentando la scuola di San Antonio, in Texas.
- ^ Gli aerei impegnati in questa missione erano due, uno pilotato dal maggiore Amedeo Parmeggiani e uno dal capitano Giorgio Gonelli.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sergio Carlesi (a cura di), Oltre l'azzurro - L'aviazione a Pisa, Pisa, Pacini Editore, 1983.
- Elena Mollica, Kindu, una missione senza ritorno, Roma, Herald Editore, 2008.
- Giorgio Torelli, Pino Bellini, A Pelo d'Africa. Al Congo su ali di tela, Milano, Rusconi, 1978.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Gregory Alegy, Chi bombardò il Vaticano, in Aeronautica, n. 1, Roma, Associazione Arma Aeronautica, gennaio 2011, pp. 14-15.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n°. 121 del 26 maggio 1995, su gazzettaufficiale.it.