Castrum Vetus (Fara Novarese)
Castrum Vetus | |
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Il Castrum Vetus in una foto dei primi del Novecento. | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Città | Fara Novarese |
Informazioni generali | |
Tipo | Castello medievale |
Inizio costruzione | XII secolo |
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Il Castrum Vetus, conosciuto anche come Castellone, è un antico castello collocato sulla collina di Fara Novarese.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello è menzionato per la prima volta nel 1156, tra i castelli confermati da Federico Barbarossa al conte di Biandrate, insieme ad altri castelli che precedentemente erano stati occupati dai Milanesi capeggiati dal Cazzaguerra.
Nel 1251 è nuovamente nominato in documenti di Biandrate, come ceduto dalla popolazione di Fara al conte Umberto[1].
Il castello rimase coinvolto nelle lotte tra le fazioni guelfa e ghibellina di Novara, quest'ultima detta anche "dei Rotondi" o "dei Tornielli". I guelfi, che si erano asserragliati nella campagna circostante Novara, occupando anche il castello, chiamati malefactores negli statuti novaresi, vennero cacciati dai Rotondi nel 1275.
Nel 1328 il castello venne ristrutturato da Calcino Tornielli di Novara, che vi aggiunse anche una torre. Nel 1356, assieme ad altri castelli della zona, fu saccheggiato ed incendiato dal comandante di Galeazzo II Visconti, Bertolotto Confalonieri, durante le vicende belliche contro il marchese di Monferrato Giovanni II. Un documento del 1366 attesta che il castello era ancora in possesso dei conti di Biandrate[2].
Nel 1450, dopo l'insediamento di Francesco Sforza come duca di Milano, in una relazione sul territorio di Fara per la prima volta vengono nominati due castelli: il Castrum Vetus e il Castrum Novum.
Nel XVII secolo il castello era caduto in rovina.
Il castello è di proprietà privata ed è attualmente in fase di restauro.
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Una foto dei primi del Novecento mostra l'aspetto del castello prima delle ristrutturazioni. Si trattava di un complesso sviluppatosi intorno ad un mastio quadrato, con muratura a spina di pesce. All'interno della torre è presente un affresco raffigurante una Madonna con Bambino in trono, databile al primo Rinascimento.
In portale d'ingresso, orientato verso nord, era sormontato da una torretta di guardia, demolita nel Novecento perché pericolante.
I lavori di ristrutturazione hanno distrutto anche parte del muro di cinta che proteggeva ad anello l'intero complesso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Un primo documento, datato al 3 febbraio, è una cessione da parte della popolazione di Fara al conte Umberto di Biandrate di alcune case per costruire un castello. Una seconda pergamena, datata al 10 febbraio dello stesso anno, chiarisce che la cessione riguarda non delle case ma un castello, quindi già esistente.
- ^ Il castello era in quell'anno residenza del conte Luchino di Biandrate.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo Luigi Stoppa, Fara Novarese, terra di collina, Novara 1979.
- Giancarlo Andenna, Castelli di Fara, in Da Novara tutto intorno, Andar per castelli, Novara, Milvia, 1982, pp. 533-541. URL consultato il 17 maggio 2024. Ospitato su Calameo.
- Alberto Demarchi, Storia, personaggi e tradizioni di Fara Novarese, Novara 1984.
- Aurora Scotti, Maria Laura Tomea Gavazzoli (a cura di), Rogge e castelli tra Sesia e Ticino, Novara 1998.
- Alberto Demarchi, Castelli e feudatari a Fara Novarese, a cura del Centro Studi Fara Langobardorum, quadernetto n. 4, Fara Novarese 2000.
- Alberto Demarchi, Fara Novarese, immagini vecchie e nuove, a cura del Centro Studi Fara Langobardorum, quadernetto n. 9, Fara Novarese 2001.
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