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Élisabeth Boselli
Élisabeth Boselli | |
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Il capitano Élisabeth Boselli davanti al suo SNCASE Mistral | |
Nascita | Parigi, 11 marzo 1914 |
Morte | Lione, 25 novembre 2005 |
Luogo di sepoltura | Cimitero della Guillotière[1] |
Dati militari | |
Paese servito | Francia |
Forza armata | Armée de l'air |
Specialità | caccia |
Anni di servizio | 1944-1969 |
Grado | Capitano[2] |
Guerre | Seconda guerra mondiale Guerra d'Algeria |
Decorazioni | vedi qui |
Omaggio a Élisabeth Boselli | |
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Élisabeth Thérèse Marie Juliette Boselli (Parigi, 11 marzo 1914 – Lione, 25 novembre 2005) è stata un'aviatrice e militare francese, fu la prima donna francese pilota militare di velivolo da caccia con brevetto ottenuto nel 1946. Fu detentrice di diversi primati del mondo.[3]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Conseguita la laurea in Scienze Politiche presso l'Università della Sorbona,[4] partecipò per caso a un convegno sull'aviazione e, incuriosita, si iscrisse a un aeroclub nella 16ª circoscrizione di Parigi e acquistò in comproprietà un Léopoldoff 45, conseguendo il brevetto di pilota da turismo il 10 gennaio 1938. L'anno dopo debuttò in una formazione acrobatica nella scuola di volo Morane. Un mese prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale furono proibiti i voli civili e non ebbe la possibilità di andare oltre le 25 ore di volo che aveva totalizzato e di prendere il brevetto di trasporto pubblico.
Nel 1944 si arruolò volontaria e quando l'anno successivo Charles Tillon modificò la legge sull'accesso nell'aviazione militare alle donne con l'intento di costituire una squadra di aviatrici al femminile sul modello russo, Boselli entrò a far parte dell'Armée de l'air[5] il 30 aprile. Dopo l'esercitazione sui Morane-Saulnier fu trasferita alla scuola per istruttori di volo a Tours, dove si esercitò su Stampe SV.4, e, in seguito, con il North, il Dewoitine D.500 e il Dewoitine D.520. Superò con successo le prove del brevetto militare che conseguì il 12 febbraio 1946.[3]
Nel luglio dello stesso anno l'incarico di Charles Tillon ebbe fine insieme al governo De Gaulle: la squadra di aviatrici da lui voluta fu sciolta e furono loro offerti incarichi amministrativi[5]. La Boselli rifiutò e si iscrisse prima alla scuola di volo a motore di Saint-Yan, quindi alla Scuola di volo a vela di Baynes, conseguendo il brevetto D. Dal 1952 fece parte della Patrouille de France,[6] con la quale si esibì fino al 1956. Nel 1957 fu premiata con la gran medaglia dell'Aéro-Club de France. Dal luglio dello stesso anno partecipò alla guerra d'Algeria, integrata nella squadriglia di collegamento aereo 54 di Oued Hamimine compiendo oltre 335 missioni operative in 900 ore di volo[7] su aerei Morane-Saulnier MS.733 Alcyon.[6] Al suo ritorno in Francia, fu impiegata come istruttrice e, in seguito, come addetta all'ufficio stampa dell'aviazione fino al 1969 quando andò in pensione col grado di capitano,[7] La rivista Icare ha pubblicato la sua autobiografia.[6]
A lei sono dedicati un quartiere della cittadina di Angers e una strada della città di Lione.
I record
[modifica | modifica wikitesto]- Record del mondo femminile di altezza (4 800 metri) nel 1948;
- Record del mondo femminile di altezza (5 600 metri) sempre nel 1948
- Record mondiale femminile di altitudine per velivoli leggeri (5 971 metri) nel 1949
- Record del mondo femminile di velocità in circuito chiuso di 1 000 km (746,2 chilometri orari) nel 1955[8]
- Record del mondo femminile di distanza in circuito chiuso (1840 chilometri) nel 1955
- Record del mondo di distanza in linea retta (2 331,220 chilometri in 3 ore e 30 minuti) nel 1955
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ https://www.landrucimetieres.fr/spip/spip.php?article225
- ^ Copia archiviata (PDF), su servicehistorique.sga.defense.gouv.fr. URL consultato il 31 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2018).
- ^ a b Lucien Robineau Le Piège, Revue des anciens élèves de l'École de l'air - Femmes pilotes militaires n.191, dicembre 2007, p.5.
- ^ (FR) Hommages - Aéro-Club de France, su Aéro-Club de France. URL consultato il 30 settembre 2017.
- ^ a b (FR) Collectif, La Revue Littéraire n° 36, Editions Léo Scheer, 8 luglio 2015, ISBN 9782756108780. URL consultato il 30 settembre 2017.
- ^ a b c Jacques Noetinger, Élisabeth Boselli, Air et Cosmos n.1033, Societe des Editions Air et Cosmos (S.A.S.), Parigi, 26 gennaio 1985.
- ^ a b (FR) Élisabeth BOSELLI - Biographie avionslegendaires.net, in avionslegendaires.net. URL consultato il 30 settembre 2017.
- ^ (FR) Jacques Noetinger, L'aviation, une révolution du XXe siècle, Nouvelles Editions Latines, 2005, ISBN 9782723320580. URL consultato il 30 settembre 2017.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jacques Noetinger, L'aviation, une révolution du XXe siècle, Nouvelles Editions Latines, 2005, ISBN 9782723320580.
- (FR) Xavier Massé, Des femmes dans l'Aéronautique, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2009, ISBN 2-7233-2076-6.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jacques Noetinger, Élisabeth Boselli, in Air et Cosmos, n. 1033, Paris, Societe des Editions Air et Cosmos (S.A.S.), 26 gennaio 1985.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Élisabeth Boselli