Indice
Chiesa di San Pantaleone (Chamois)
Chiesa di San Pantaleone | |
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Veduta | |
Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Località | loc. Liussel, Chamois |
Coordinate | 45°50′13.5″N 7°37′21.61″E |
Titolare | Pantaleone di Nicomedia |
Diocesi | Aosta |
La chiesa di San Pantaleone è la chiesa parrocchiale di Chamois, in Valle d'Aosta.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Chamois appartenne alla parrocchia di Antey-Saint-André fino al XVII secolo. La fondazione della parrocchia dipese dal curato di Antey, Martin Jeanthon, originario di Chamois: su sua istanza, la chiesa parrocchiale venne consacrata il 21 luglio 1681 dal vescovo di Aosta Antoine-Philibert Bailly, andando a sostituire una rettoria presente già dal 1621. Venne quindi ampliata e trasformata assumendo le sue forme attuali nel 1838.[1][2]
Nel 1844, a fianco della chiesa venne edificata l'odierna canonica, adibita ad abitazione del parroco, ma anche a scuola e a pronto soccorso.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Interni
[modifica | modifica wikitesto]Gli interni custodiscono un altare maggiore del XVIII secolo proveniente dalla parrocchia di Torgnon, in legno intagliato, dipinto e in parte dorato, una tela dell’Immacolata Concezione tra due mezzocolonne tortili che supportano due angeli e delle statue lignee dipinte di San Pantaleone, un Santo Papa e un Santo Vescovo.[2]
Esterni
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa presenta una struttura a navata unica, con abside quadrangolare e campanile provvisto di quattro campane.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Chiesa Parrocchiale di San Pantaleone (Sec. XVI), su Comune di Chamois. URL consultato il 1º dicembre 2024.
- ^ a b Chiesa parrocchiale di San Pantaleone, su www.lovevda.it. URL consultato il 1º dicembre 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Pantaleone
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Pantaleone, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.