Leibulfo

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Leibulfo
Conte di Provenza
In caricanella prima metà del IX secolo
Nascita750 circa
Morte835 circa
ConiugeOda

Leibulfo, o anche Laibulf, Leibulfe, Leybulf, Letibulf o Leyboux (750 circa – 835 circa), è stato un conte della Provenza nella prima metà del IX secolo, detto anche talvolta "conte di Arles".

Si sa che era figlio di un certo proprietario arlesiano di nome Gontier[1], ma le origini di Leibulfo non sono affatto conosciute, anche se con ogni probabilità, sembra sia nato in Provenza e forse proprio ad Arles[2] dove possedeva, ex rebus proprietas, un allodio nei dintorni della città. Tuttavia la sua famiglia, secondo lo storico Jean-Pierre Poly, proveniva probabilmente da Settimania[3].

La sua ascesa al potere risale agli ultimi anni del regno di Carlo Magno (768814) che gli concede molti dei suoi titoli. In Provenza, Leibulfo succede al conte Lupo, che come lui ha un nome gallo-romano.[3]

Conte di Provenza e di Settimania

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Leibulfo, detto conte d'Arles o conte di Provenza, condusse insieme a Berà, Conte di Barcellona e al conte di Guascogna, Sancho Lupo I[4], un contingente di provenzali durante la spedizione di Luigi il Pio contro Barcellona nell'800/801[5][6]. Leibulfo venne convocato nell'812[7] alla corte di Aquisgrana insieme ai conti Berà di Barcellona, Gocelone del Rossiglione, Odilone di Girona e di Besalú, Gisclafredo di Carcassonne, Ermenguer d'Empúries, Ademaro di Narbona ed Erlino di Béziers, in quanto un gruppo di proprietari terrieri ispanici (vale a dire, dei nobili locali dell'antica provincia di Settimania e di Gotia o della Marca di Spagna) fecero rimostranze contro di loro, lamentandosi del fatto che sulle loro terre venissero ad essere imposti degli ingiusti e gravosi tributi. Carlomagno diede ragione ai querelanti col documento del 2 aprile 812, in cui venivano citati tutti i conti della marca di Spagna, "Berane, Gauscelino, Gisclafredo, Odilone, Ermengario, Ademaro, Leibulfo et Erlino comitibus"[8].

Alla fine del regno di Carlomagno, sembra che il potere di Leibulfo venga ad oltrepassare una parte della Settimania[9] dove nell'814 interviene come missus[8] nei pagi di Narbona e d'Agde in merito ai domini di Aniane[3]. Nel marzo dell'814, Ludovico il Pio gli conferma questa contea[10], in seguito alla riorganizzazione del potere carolingio nel sud della Francia e nella Marca di Spagna[11]. Con Gocelone[12], marchese di Ampurias-Roussillon, e Berà, conte di Barcellona (Catalogna), è uno dei tre personaggi più rilevanti del sud all'inizio del regno di Luigi il Pio[13].

Un benefattore della Chiesa

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Un documento, datato 823, menziona un accordo tra Leibulfo e l'arcivescovo d'Arles, Notone[14]. Nell'824, una carta datata 7 novembre menziona uno scambio di terre con Notone, l'arcivescovo d'Arles[15], come viene descritto nel Diplomata Ludovici Pii Imperatoris[16]. Questo scambio viene confermato il 3 gennaio dell'825 dall'Imperatore.[3][17] Leibulfo risulta essere un benefattore del monastero di Lérins[18], e secondo Jean-Pierre Poly, egli sarebbe il fondatore dell'abbazia di Saint-André di la Cappe, su un'isola del Rodano a valle di Arles.[19]

La sua morte sopravviene dopo il 16 marzo dell'829, data della sua ultima donazione al monastero di Lérins[14], l'abbazia di Saint-André che aveva costruito sull'île de la Cappe, ad Aniane[3] Secondo alcuni, questa devozione è da rintracciare nelle origini meridionali del conte e spiegherebbero diverse donazioni, permesse tra l'816 e l'820 dal re Ludovico il Pio; queste donazioni, riguardo a possedimenti arlesiani (Saint-Martin, Mornas, Massatia, ...), non avrebbero potuto essere state fatte se non con il consenso del conte[3]. Bernardo I di Tolosa riceve i suoi honores.[20]

Forse visse comunque fino all'835, allorché per combattere i pirati, l'imperatore Ludovico il Pio convoca tutti i conti provenzali sotto l'autorità di un duca residente ad Arles, forse Leibulfo. Un placito, datato 843/844, menziona Leibulfo come conte d'Arles;[3] ma sembra poco probabile che a questa data egli fosse ancora in vita.

Il duca Guerino[21], o il conte Audiberto[3] secondo Jean-Pierre Poly, gli succedettero in Provenza.

Matrimonio e discendenza

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Leibulfo aveva una moglie, chiamata Oda o Odda, anche lei benefattrice di Lérins[14]. Non si conosce la sua discendenza diretta. Ad ogni modo, negli anni 900-920, emerge un certo Ghigo d'origine nobile, ex-chierico d'Arles diventato vescovo di Gerona, che cede a strane condizioni verso il 922/923 alla cattedrale d'Arles, tra gli altri allodi, l'abbazia di Saint-André di la Cappe. Questo Ghigo appare come legittimista nel conflitto che aveva opposto poco tempo prima l'antica nobiltà ai borgognoni[22]. È comunque possibile sia un discendente del conte Leibulfo.

  1. ^ (FR) Jean-Pierre Poly - La Provence et la société féodale 879-1166 - pagina 40, nota 54
  2. ^ Georges de Manteyer, La Provence du premier au douzième siècle, pagina 75 : «All'inizio del IX secolo, o verso la fine dell'VIII, ad Arles c'era il conte Lupo. Nell'824, venne rimpiazzato da Leibulfo, figlio di Gontier e marito di Odda, arlesiano di nascita».
  3. ^ a b c d e f g h Jean-Pierre Poly, La Provence et la société féodale 879-1166, p. 40.
  4. ^ Figlio di Lupo II, Sancho Lupo I riconobbe la sovranità di Carlomagno e prese parte con spirito di sudditanza, benché malvolentieri, alla spedizione organizzata dal re d'Aquitania contro Barcellona nell'801. Ma questa ricognizione fu di breve durata poiché nell'802 Pamplona si era fatta vassalla dell'emiro di Cordova.
  5. ^ Ibid, 65.
  6. ^ La città di Barcellona, assediata dall'ottobre dell'800 viene presa nell'aprile dell'801.
  7. ^ Jean-Pierre Poly, La Provence et la société féodale 879-1166, p. 40. Jean-Pierre Poly precisa la data in cui venne rilasciato il documento finale: il 2 aprile.
  8. ^ a b (EN) Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà carolingia - LAIBULF
  9. ^ (EN) Archibald R. Lewis, Lo sviluppo della Francia meridionale e la società catalana, 718-1050, capitolo 4, Il sistema carolingio «Verso la fine del regno di Carlo Magno, tuttavia, un altro dominio straordinario potrebbe essere stato creato dal conte Leibulfo di Provenza, il quale sembra tenesse sotto controllo un certo numero di contee in Settimania.»
  10. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus sextus: Diplomata Ludovici Pii Imperatoris, cap. III, pag 457
  11. ^ Archibald R. Lewis, The Development of Southern French and Catalan Society, 718-1050, capitolo 4, The Carolingian System «La crisi causata dal buon esito di queste rivolte fu probabilmente in parte responsabile nell'817 della riorganizzazione carolingia dell'Aquitania, Settimania e della Marca di Spagna. In questo periodo a Tolosa, all'incompetente Begon viene a sostituirsi il più capace conte Berengario, il quale, in qualità di viceré del giovane re Pipino I di Aquitania, ebbe la diretta responsabilità di far rispettare l'ordine in Guascogna. Per poter gestire meglio le sue funzioni vennero tracciati nuovi confini per l'Aquitania, in modo da includere l'intero confine guascone a ovest, Pallars-Ribagorça e l'insieme Urgell-Cerdanya-Besalu a sud e Carcassonne-Razès a est. Il resto della Settimania e le contee marittime di Rossiglione, Ampurias e Gerona-Besalu-Barcellona vennero poste sotto il diretto controllo di Luigi Pio stesso. Ciò comportò di fatto che tre conti avessero il controllo di queste regioni marittime: il conte Bera controllava le contee di Barcellona-Besalu-Gerona; il conte Gocelone, figlio del duca Guglielmo di Tolosa, era il responsabile di Ampurias-Rossiglione; e infine il conte Leibulfo governava la Provenza e la Settimania.»
  12. ^ Gocelone, († 834), figlio di Guglielmo d'Aquitania, fu marchese di Gotia nell'812 e decapitato a Chalon-sur-Saône su ordine di Lotario I.
  13. ^ Lewis, 44.
  14. ^ a b c (EN) Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà della Provenza - LAIBULF
  15. ^ Un documento datato 7 novembre 824 riferisce che l'arcivesco di Arles, Notone, e il conte Leibulfo (Letibulfo comitem) accettano uno scambio di proprietà.
  16. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus sextus: Diplomata Ludovici Pii Imperatoris, cap. CXXVII, pag 457 - De quadam commutatione inter Leibulfum comitem et Notonem archiepiscopum Arelatensem
  17. ^ Nell'825 le terre di Argence, di cui Beaucaire venne ad essere il capoluogo, erano proprietà di Leibulfo, conte di Arles, che le aveva avute in feudo dai re di Francia. Luigi il Pio concede il permesso per lo scambio con Notone (detto anche Nothon) arcivescovo d'Arles, in cambio di altre terre che gli vennero offerte. L'imperatore conferma questo scambio in un diploma datato 3 gennaio 825
  18. ^ Ibid, 54, nel mese di febbraio.
  19. ^ Jean-Pierre Poly, La Provence et la société féodale 879-1166, p. 22. Oggi l'isola non esiste più, essendo con il tempo attaccatasi alla riva destra del Rodano.
  20. ^ Bernardo ricevendo il conte di Settimania dall'820 o 826, nulla indica sul fatto che Leibulfo fosse deceduto verso l'828-829.
  21. ^ Ibid, 93.
  22. ^ Jean-Pierre Poly, La Provence et la société féodale 879-1166, p. 22 «Nell'897, Ghigo, allora chierico arlesiano, era ancora vicino all'arcivescovo Rostaing, ma nell'908, al momento in cui viene consacrato vescovo di Gerona da Arnusto, le fonti dicono che giungesse egli alla corte reale; è dunque lui anche un legittimista, obbligato a cercare fuori dalla Provenza il luogo dove la sua nobiltà lo destinava. Quando sarà risolto il contenzioso della crisi, nell'922/923, egli donerà alla cattedrale di Arles il suo allodio situato in questo medesimo pagus, l'abbazia Saint-André de la Cappe, e tutto ciò che gli veniva da suo nipote defunto, Dalilo; con quest'altra strana condizione, che somiglia molto alla simonia: un altro suo nipote, il chierico arlesiano Arnoux, avrebbe dovuto possedere questi beni "...fino a che non fosse pervenuto, se Dio vuole, al rango episcopale"».

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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