Kyoto Express
M/N Kyoto Express | |
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La Kyoto Express al porto di Rotterdam, Paesi Bassi | |
Descrizione generale | |
Tipo | Nave portacontainer |
Classe | Colombo Express |
Proprietà | Hapag-Lloyd |
Porto di registrazione | Amburgo (2005-2022) Monrovia (2022- ) |
Identificazione | Indicativo di chiamata radio ITU: |
Rotta | Europa - Medio Oriente |
Costruttori | HD Hyundai Heavy Industries |
Cantiere | Ulsan, Corea del Sud |
Costruzione n. | 1596 |
Varo | 19 agosto 2005 |
Battesimo | 23 novembre 2005 |
Completamento | 2005 |
Intitolazione | Kyoto, città del Giappone |
Stato | In servizio |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | 93.750 tsl |
Portata lorda | 103.800 tpl |
Lunghezza | 335,07 m |
Larghezza | 42,87 m |
Pescaggio | 14,61 m |
Profondità operativa | 24,61 m |
Propulsione | 12 cilindri, 2 impianti di propulsione B&W 12K98ME che aziona una singola elica
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Velocità | 24,5 nodi (45,37 km/h) |
Capacità di carico | 8.749 TUE |
Equipaggio | 24 membri |
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La Kyoto Express è una nave portacontainer della classe Colombo Express di proprietà e gestita da Hapag-Lloyd AG. Registrata ad Amburgo, in Germania, la nave è operativa dal 2005.[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La nave ha nove stive e ha una capacità di carico di 8749 TEU. La nave è lunga 335,07 metri, ha una larghezza massima di 42,87 metri e ha un pescaggio di 14,61 metri.[1]
La nave è dotata di un impianto di propulsione principale costituito da un B&W 12K98ME che genera 93.323 CV. Il motore principale aziona un'unica elica a passo fisso, in grado di fornire la propulsione che consente all'imbarcazione di raggiungere la velocità di 24,5 nodi.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costruita dalla Hyundai Heavy Industries a Ulsan, in Corea del Sud, la Kyoto Express venne completata nel novembre 2005.
Crollo di una gru al Southampton Container Terminals
[modifica | modifica wikitesto]Il 18 gennaio 2008, intorno alle 16:35, una gru crollò sulla Kyoto Express al Southampton Container Terminals. La parte del molo venne evacuata e non furono segnalati feriti.[2]
Anche dopo quattro settimane dall'incidente della gru, molte navi e imbarcazioni dovettero dirottarsi verso altri porti a causa della sospensione delle operazioni di ricostruzione e riparazione del porto. La partenza della Kyoto Express è stata ritardata di circa 10 giorni mentre i detriti e i container danneggiati dal crollo venivano rimossi dalla nave e dal molo.[3]
A causa dell'incidente, la Honda perse l'intera produzione nello stabilimento di South Marston perché i pezzi non potevano essere consegnati e i 5.000 membri dello staff furono rimandati a casa. La Kyoto Express trasportava cambi e trasmissioni per Swindon dall'Estremo Oriente che alla fine furono dirottati ad Amsterdam per essere poi trasportati nel Regno Unito.[4]
"Il guasto della gru a Southampton nel fine settimana ci ha causato un grosso problema con lo scarico dei componenti chiave del motore", ha affermato Julie Cameron, responsabile delle comunicazioni aziendali della Honda. "Di conseguenza, la produzione di auto è stata interrotta a causa della carenza di pezzi. Sono stati presi accordi per trasportare i pezzi rimanenti nel Regno Unito. Prevediamo la consegna questa mattina, quando si stima che la piena produzione riprenderà su entrambe le linee. Durante questo periodo di non produzione, ai dipendenti viene data l'opportunità di prendersi delle vacanze e sono previste altre attività come la formazione."[4]
La perdita di produzione prevista era compresa tra 600 e 1.000 veicoli.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Lloyd's Register of Ships, Register of Ships, Londra, 2008, p. 1401, ISBN 978-1-906313-14-2.
- ^ Bolton, Crane Collapses at Docks, in Daily Echo, 2008.
- ^ Porter, Ships steer clear of Southampton, in Lloyd's List, 2008.
- ^ a b c Production stalled as parts are waylaid at Honda plant, in The Wiltshire Gazette and Herald, 2008.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla M/N Kyoto Express
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Hapag-Lloyd, su hapag-lloyd.com.