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Psophodes cristatus
Il becco a cuneo cinguettante (Psophodes cristatus (Gould, 1838)) è un uccello passeriforme della famiglia degli Psophodidae[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Misura 19,5-20 cm di lunghezza, per 39-42 g di peso[3].
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di testa squadrata e tozza con una caratteristica cresta erettile sul vertice, becco forte e cuneiforme (da cui il nome comune), ali arrotondate, zampe forti e lunghe e coda allungata e dall'estremità arrotondata: nel complesso, la specie è molto somigliante all'affine becco a cuneo cembalista, rispetto al quale presenta una lievissima punteggiatura scura sul petto, becco più corto e meno appuntito e coda più lunga in proporzione al corpo.
Il piumaggio è piuttosto sobrio e dominato dalle tonalità del grigio e del bruno: faccia, gola, petto e ventre sono di colore grigio, con la parte centrale di quest'ultimo che tende al biancastro, mentre fronte, vertice, nuca, dorso, fianchi, ali e coda sono di colore bruno, più caldo e con sfumature rossicce su dorso e fianchi e più scuro su ali e coda (con quest'ultima che presenta inoltre punta orlata di bianco). La punta della cresta cefalica spesso è nera, e dello stesso colore è una sottile linea che dai lati del becco raggiunge l'occhio.
Il dimorfismo sessuale è presente ma non accentuatissimo, con le femmine che (oltre ad essere più slanciate) presentano bruno dorsale più spento e maggiore estensione del grigio ventrale, specialmente nell'area cefalica.
In ambedue i sessi becco e zampe sono di colore nerastro, mentre gli occhi sono di colore bruno scuro.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli dalle abitudini di vita essenzialmente diurne, che vivono da soli o in coppie (anche se è possibile osservarne gruppi che arrivano a contare una ventina di esemplari, in particolar modo i giovani): essi passano la maggior parte della giornata al suolo alla ricerca di cibo, muovendosi velocemente e spiccando raramente il volo, preferendo nascondersi fra i cespugli al minimo segnale di pericolo.
Il richiamo del becco a cuneo cinguettante, come intuibile dal nome comune, è monotono e ripetitivo, e consiste in due veloci serie ti note cinguettanti e liquide, una prima ascendente e una seconda discendente, che vengono ripetute soprattutto durante le prime ore del mattino e al tramonto[4].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli insettivori, che si nutrono di insetti ed altri piccoli invertebrati reperiti principalmente al suolo, ma anche di semi, granaglie, frutta e piccoli vertebrati[3].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]La stagione riproduttiva va da luglio a maggio, con picchi delle schiuse fra agosto e novembre e fra marzo e maggio[3]: si tratta di uccelli monogami, che portano avanti in genere più di una covata l'anno.
Il nido, a forma di coppa, viene costruito dalla femmina intrecciando rametti alla biforcazione del ramo di un cespuglio o di un albero basso, in genere a non più di tre metri dal suolo: al suo interno (foderato con fibre vegetali più soffici) vengono deposte 2-3 uova azzurrine con rade pezzature di colore bruno scuro, che vengono covate per una ventina di giorni.
I nidiacei vengono accuditi da ambedue i genitori: dopo l'involo, è quasi esclusivamente il maschio a prendersi cura di loro. A un paio di mesi dalla schiusa, i giovani si allontanano definitivamente dal nido, riunendosi fra di loro in stormi tendenzialmente erratici che possono contare anche un centinaio di esemplari.
La speranza di vita di questi uccelli è di circa 6 anni e mezzo.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il becco a cuneo cinguettante è endemico dell'Australia, della quale occupa il Grande Bacino Artesiano, spingendosi a sud (dove però è più raro) fin quasi alle coste del Victoria occidentale.
L'habitat di questi uccelli è rapprestato dalle aree cespugliose a predominanza di chenopodiacee e acacia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) BirdLife International 2012, Psophodes cristatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psophodidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato l'11 febbraio 2018.
- ^ a b c (EN) Chirruping Wedgebill (Psophodes cristatus), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato l'11 febbraio 2018.
- ^ Boesman, P., Notes on the vocalizations of Chirruping Wedgebill (Psophodes cristatus) and Chiming Wedgebill (Psophodes occidentalis), in HBW Alive Ornithological Note, n. 164, 2016.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Psophodes cristatus
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