Minivite

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Minivite inserita in modello esplicativo.

La minivite o miniscrew è uno strumento medico di tipo chirurgico utilizzato solitamente per l'ancoraggio scheletrico in ortodonzia, allo scopo di creare un'ancora ossea e poter spostare semplicemente i denti nel sito desiderato[1].

Struttura e composizione

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Si tratta di una versione semplificata del comune impianto dentale, di dimensioni minori e composto di un unico elemento, e per questo talvolta viene anche chiamato mini impianto, anche se questo termine viene più comunemente adoperato per gli impianti di ridotte dimensioni usati come supporti per protesi mobili, di forma comunque molto simile. Come per gli impianti, anche nel caso delle miniviti il materiale più utilizzato è il titanio puro o in lega[2], a volte trattato sulla superficie endossea allo scopo di ottenere una microritenzione con effetto osteoinduttivo, anche se l'osteointegrazione che si ottiene può risultare un evento parzialmente sfavorevole, rendendo più difficoltosa l'operazione di disinserzione a fine trattamento. Le miniviti ortodontiche sono disponibili in dimensioni variabili e presentano buone caratteristiche meccaniche anche con diametri minimi[3].

Tecnica operatoria ed utilizzo

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Come nel caso degli impianti, l'inserimento delle miniviti nelle sedi ossee deve essere preceduta da un'attenta pianificazione preliminare, allo scopo di valutare l'anatomia della zona di intervento. Un'indagine radiografica è ovviamente necessaria, ed in alcuni casi l'uso delle nuove tecnologie di ricostruzione tridimensionale può risultare particolarmente utile. L'intervento di inserimento avviene in anestesia locale, ed a seconda del tipo di vite può richiedere o meno l'uso di una fresa pilota per guidare l'inserimento nella sede dell'osso[4]. Sono state proposte anche tecniche di inserimento guidate da mascherine preparate su immagini radiografiche tridimensionali, tecnica usata per gli impianti dentali[5]. Terminata l'operazione di inserimento, si può decidere di caricare immediatamente la parte affiorante con la trazione elastica, o aspettare una parziale guarigione dei tessuti, anche se studi effettuati non sembrano dimostrare grandi differenze nei risultati[6][7].

A seconda del sito inserito e dalla combinazione di diversi accessori è possibile effettuare diversi spostamenti, anche di tipo complesso: intrusione-estrusione, tipping, medializzazione-distalizzazione, vestibolarizzazione-lingualizzazione di un dente o di un gruppo di denti. L'uso delle miniviti in ortodonzia risulta chiaramente vantaggioso, rispetto ai sistemi alternativi di ancoraggio, poiché a differenza dell'ancoraggio dentale non si corrono rischi di spostamenti indesiderati degli stessi, ed a differenza dei sistemi come la trazione extra-orale, non si richiede una stretta collaborazione da parte del paziente. L'operazione di disinserzione a fine trattamento è solitamente molto semplice tramite lo strumento di inserimento, e nel 90% dei casi non richiede neppure anestesia locale[8]. La guarigione avviene per seconda intenzione. Solitamente i casi ortodontici trattati mediante ausilio di miniviti presentano una buona stabilità a lungo termine[9].

Esattamente come per l'impianto, esistono rischi legati all'operazione di inserimento, legate alla possibilità di ledere le radici di altri denti o strutture limitrofe[10]. Il problema più frequente è però la perdita di stabilità in fase iniziale o durante il trattamento. Sono stati riportati tassi di fallimento dovuti a questo problema variabili tra l'11 ed il 30%[1]. Si tratta quasi sempre di cedimenti che si manifestano in fase precoce, dovuti probabilmente ad errori nella tecnica di posizionamento. Studi effettuati hanno infatti collegato la perdita di stabilità precoce delle miniviti al livello di esperienza dell'operatore[11]. Anche la presenza di un adeguato spessore di osso corticale nel sito di inserimento sembra essere elemento significativo per limitare questo rischio[12].

Un'altra complicazione è il processo infiammatorio che può instaurarsi nel tempo intorno al minimpianto nel caso di carente igiene orale (perimplantite). L'uso di adeguati mezzi di mantenimento igienico è ovviamente indispensabile per la prevenzione del problema[7].

  1. ^ a b (EN) Yamaguchi M, Inami T, Ito K, Kasai K, Tanimoto Y, Mini-implants in the anchorage armamentarium: new paradigms in the orthodontics, in Int J Biomater, vol. 2012, Hindawi Publishing Corporation, 2012, p. 394121, DOI:10.1155/2012/394121, PMID 22719763 PMC 3374939.
  2. ^ Andrea Scribante, Mona A. Montasser e Eman Saad Radwan, Reliability of Orthodontic Miniscrews: Bending and Maximum Load of Different Ti-6Al-4V Titanium and Stainless Steel Temporary Anchorage Devices (TADs), in Materials (Basel, Switzerland), vol. 11, n. 7, 5 luglio 2018, DOI:10.3390/ma11071138. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  3. ^ Maria Francesca Sfondrini, Paola Gandini e Roberto Alcozer, Failure load and stress analysis of orthodontic miniscrews with different transmucosal collar diameter, in Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials, vol. 87, 11 2018, pp. 132–137, DOI:10.1016/j.jmbbm.2018.07.032. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  4. ^ (EN) Gupta N, Kotrashetti SM, Naik V, A comparitive clinical study between self tapping and drill free screws as a source of rigid orthodontic anchorage, in J Maxillofac Oral Surg, vol. 11, n. 1, Springer, marzo 2012, pp. 29-33, DOI:10.1007/s12663-011-0240-y, PMC 3319814, PMID 23449815.
  5. ^ (EN) Miyazawa K, Kawaguchi M, Tabuchi M, Goto S, Clinical indices for orthodontic mini-implants, in Eur J Orthod, vol. 32, n. 6, Oxford University Press, dicembre 2011, pp. 735-740, DOI:10.1093/ejo/cjq012, PMID 20413451.
  6. ^ (EN) Vande Vannet B, Sabzevar MM, Wehrbein H, Asscherickx K, Osseointegration of miniscrews: a histomorphometric evaluation, in Eur J Orthod, vol. 29, n. 5, Oxford University Press, ottobre 2007, pp. 437-442, DOI:10.1093/ejo/cjm078, PMID 17974533.
  7. ^ a b (EN) Papageorgiou SN, Zogakis IP, Papadopoulos MA, Failure rates and associated risk factors of orthodontic miniscrew implants: a meta-analysis, in Am J Orthod Dentofacial Orthop, vol. 142, n. 5, Elsevier, novembre 2012, pp. 577-595.e7, DOI:10.1016/j.ajodo.2012.05.016, PMID 23116500.
  8. ^ (EN) Prabhu J, Cousley RR, Current products and practice: bone anchorage devices in orthodontics, in J Orthod, vol. 33, n. 4, British Orthodontic Society, dicembre 2006, pp. 288-307, DOI:10.1179/146531205225021807, PMID 17142335.
  9. ^ Till Edward Bechtold, Young-Chel Park e Kyung-Ho Kim, Long-term stability of miniscrew anchored maxillary molar distalization in Class II treatment, in The Angle Orthodontist, 20 gennaio 2020, DOI:10.2319/051619-335.1. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  10. ^ A. Mariniello, F. Cozzolino, Microviti in Ortodonzia: problematiche cliniche, su zerodonto.com.
  11. ^ (EN) Lim HJ, Choi YJ, Evans CA, Hwang HS, Predictors of initial stability of orthodontic miniscrew implants, in Eur J Orthod, vol. 33, n. 5, Oxford University Press, ottobre 2011, pp. 528-532, DOI:10.1093/ejo/cjq122, PMID 21228119.
  12. ^ (EN) Motoyoshi M, Clinical indices for orthodontic mini-implants, in J Oral Sci, vol. 54, n. 4, Nihon University School of Dentistry, dicembre 2011, pp. 407-412, DOI:10.2334/josnusd.53.407, PMID 22167023.

Voci correlate

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