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Hard bop
Hard bop | |
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Lee Morgan (tromba), Wayne Shorter (sax) e Jymie Merritt (contrabbasso) durante un concerto dei Jazz Messengers nel 1959 | |
Origini stilistiche | Bebop |
Origini culturali | Stati Uniti (California e New York), anni cinquanta |
Strumenti tipici | Sassofono, tromba, pianoforte, contrabbasso, batteria |
L'hard bop è uno stile jazzistico che si è sviluppato nel corso degli anni cinquanta tra la California e New York. Si tratta di una diretta prosecuzione dell'esperienza bebop che ne mantiene invariate diverse caratteristiche (tra cui la tipologia di organico e la complessità ritmica, melodica e armonica). Caratteristica peculiare dell'hard bop è il ritorno alle origini afroamericane del jazz.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Diretto erede del bebop, l'hard bop ne conserva diverse caratteristiche. L'organico è normalmente costituito da uno, due o tre strumenti a fiato (sassofono, tromba ed eventualmente trombone) accompagnati da una sezione ritmica costituita da pianoforte, contrabbasso e batteria. I brani (sia standard che composizioni originali) continuano a basarsi sulla forma song e la forma blues, ripetute ciclicamente. Il ruolo del solista improvvisatore rimane centrale.[1]
L'hard bop si discosta invece dal bebop per una maggiore attenzione alla composizione e l'arrangiamento dei brani. I temi, che i bopper eseguivano regolarmente all'unisono, vengono spesso arricchiti da armonizzazioni o contrappunti. I brani a velocità estreme sono meno frequenti, e i musicisti tendono a mantenere anche sugli uptempo un'attitudine controllata e composta.[2] Ma soprattutto, con l'hard bop si assiste a un ritorno del jazz alle proprie radici afroamericane. Lo stile incorpora influenze che arrivano dal blues, dal rhythm & blues e dal gospel. Questi elementi sono particolarmente evidenti in quella corrente interna all'hard bop chiamata all'epoca funky jazz,[3] il cui esempio più celebre è il brano Moanin', scritto da Bobby Timmons per Art Blakey e i Jazz Messengers.[1]
L'hard bop può essere considerato, almeno in parte, una reazione alle varie correnti denominate cool jazz, che avevano iniziato a diffondersi nel decennio precedente.[1][4] L'hard bop costituisce la principale fonte stilistica del cosiddetto straight-ahead jazz, diffuso e suonato anche nel terzo millennio.[1]
Esponenti principali
[modifica | modifica wikitesto]Il quintetto di Clifford Brown e Max Roach (con l'omonimo album, inciso nel 1954) è stato probabilmente il gruppo che più ha contribuito a definire lo stile. Bud Powell, Tadd Dameron e Art Blakey possono esserne considerati i precursori.[2] Tra gli altri protagonisti del genere vanno citati: Horace Silver, Miles Davis (limitatamente al lavoro svolto con il suo primo quintetto), John Coltrane, Cannonball Adderley e Sonny Rollins.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Jazz in America: Bebop, Cool, Hard Bop (PDF), su hancockinstitute.org. URL consultato il 6 dicembre 2024.
- ^ a b Gioia, pp. 374/402
- ^ La denominazione funky jazz non è più in uso, e non ha niente a che vedere né con la musica funk (che sarebbe nata solo negli anni sessanta), né con il jazz-funk (che si riferisce alla fusion, nata tra gli anni sessanta e settanta)
- ^ Hard bop, su treccani.it. URL consultato il 6 dicembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ted Gioia, Storia del Jazz, traduzione di Francesco Martinelli, Torino, EDT, 2013 [2011], ISBN 978-88-6639-995-7.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su hard bop
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) hard bop, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Hard Bop, su AllMusic, All Media Network.