Gino Cremonini

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gino Cremonini nel 1970

Gino Cremonini (Senigallia, 22 febbraio 1911Senigallia, 18 aprile 1975) è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano.

Nacque da famiglia nobiliare ferrarese[1]. Il padre Giovanni era appaltatore daziario e si era stabilito a Senigallia sul finire del diciannovesimo secolo mentre la madre Maria Ridolfi era di San Severino Marche. Era cugino del deputato Manlio Cremonini e pronipote del pittore piemontese Ernesto Pochintesta[1].

Fu cadetto presso il Nobile Collegio Nazionale Nolfi di Fano e quindi si laureò in Scienze Economiche[1]. Nel 1940 si arruolò volontario e servì come tenente nel Regio Esercito alla difesa dell'aeroporto di Comiso[2]. Dopo l'8 settembre 1943 si spostò a Bari e si mise a disposizione del Governo del Sud, riprendendo la sua attività di appaltatore di imposte.

Svolse la sua attività di appaltatore daziario in qualità di presidente e consigliere delegato di diverse società tra le quali la Giovanni Cremonini Appalto Dazi, fondata dal padre nella seconda metà dell' 800, e la Società Anonima Per la Riscossione delle Imposte di Consumo (SAPRIC) SpA, di proprietà della famiglia sin dal 1935[1].

Fu consigliere comunale del Comune di Senigallia nel quinquennio 1951-56[3].

Attività dirigenziale sportiva

[modifica | modifica wikitesto]

Appassionato di sport fin dalla gioventù, durante la quale aveva praticato varie discipline tra cui la scherma presso il Collegio Nolfi, fu dirigente e poi presidente della Vigor Senigallia negli anni '50[4].

Ricoprì la carica di presidente del Circolo Tennis di Senigallia (in seguito Circolo Tennis G. Cremonini) dal 1965 al 1975 e fu l'ideatore, coadiuvato dall'avv. Michele Brunetti, del Torneo Internazionale di Senigallia che si disputò dal 1965 al 1973, richiamando diverse nazionali di Coppa Davis, e che fu inserito nel 1971 nel Pepsi-Cola Grand Prix, divenendo una delle tappe del Mondiale di Tennis[5].

Fu inoltre tra i fondatori e finanziatori della squadra di Tennistavolo senigalliese (in seguito centro olimpico)[6], di cui tenne anche la presidenza. Fu quindi presidente onorario della Accademia Pugilistica Senigalliese[4].

Servì poi in qualità di presidente regionale per le Marche della Federazione Italiana Tennis[4].

Attività filantropica

[modifica | modifica wikitesto]

Fu presidente della sezione senigalliese dell' UNITALSI[4] e nel 1956 fu tra i fondatori del Rotary Club di Senigallia[7].

Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana
«Su proposta del Ministero degli Interni»
— 2 giugno 1958
  1. ^ a b c d A. Borella, AA.VV., Cremonini (Parte V), in Annuario della Nobiltà Italiana, I, Ed. XXXIV, 2024-25.
  2. ^ Domenico Anfora, La battaglia degli Iblei. 9-16 luglio 1943, Roma, Youcanprint, 2016, p. 135, ISBN 9788892606975.
  3. ^ Marco Severini, Alberto Zavatti, l'uomo, la città, il tempo (PDF), p. 72.
  4. ^ a b c d Paolo Pizzi e Michele Millozzi, Sport e sportivi nella Senigallia del '900, Senigallia, Panathlon international, 2010, pp. 146-147.
  5. ^ Attilio Girolimini, Valtero Bruscia e Andrea Bocchini, Il grande (e piccolo) tennis a Senigallia: il Torneo Internazionale Trofeo d'Argento Città di Senigallia 1965-1973, Ancona, Tipografia Kennedy srl, 2012, p. 10.
  6. ^ Tennistavolo Senigallia, su senigallia.org.
  7. ^ Rotary Club Senigallia. Storia del Club., su rotaryclubsenigallia.it.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]