Gaetano Serrazanetti

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Gaetano Serrazanetti, ortografato anche Serra Zanetti o Serra-Zanetti (Sant'Agata Bolognese, 1807Anzola dell'Emilia, 1862), è stato un pittore italiano.

Gaetano Serrazanetti nasce a Sant'Agata Bolognese nel 1807.[1]

Ancora giovanissimo entra nell'Accademia di belle arti di Bologna dove è allievo di Francesco Alberi e Giuseppe Badiali e si fa notare vincendo vari premi.[1]

All'inizio degli anni trenta dell'Ottocento partecipa ai moti di insurrezione contro lo Stato Pontificio.[2]

Nel 1835 vince il piccolo e il grande Premio Curlandese.[1]

Dal 1837 inizia ad allontanarsi dall'accademicismo bolognese, complici alcuni viaggi che compirà in quegli anni, «prima a Parma per studiare meglio Correggio, poi a Firenze presso il prof. Farini, e a Venezia per ammirare Tiziano».[1]

Ne Gli ultimi momenti di Atala, già vicini al romanticismo, si nota l'influenza della cultura fiorentina e l'uso del chiaroscuro caravaggesco. Il dipinto gli varrà le critiche di M. Gualandi, all'epoca seguace del neoclassicismo.[1]

Nel 1840 realizza Il Martirio di Sant'Andrea per la chiesa di Sant'Agata.[1]

Grazie a una pensione concessagli dall'Accademia, Serrazanetti si reca a Roma dove vive qualche anno per studiare i maestri e perfezionarsi.[1]

Nel 1846 torna a Bologna.[1] La sua pittura gode di un certo successo, e le commissioni si susseguono, alternando pitture religiose a ritratti e quadri a tema storico.[2]

Per lo zar di Russia esegue le copie di quadri della scuola bolognese, tra cui quella del Pallione di Guido Reni.[1]

Nel 1851 esegue i restauri della chiesa dello Spirito Santo a Sant'Agata Bolognese a cui è chiamato a collaborare anche l'amico e collega Adeodato Malatesta. Sempre nel 1851, su commissione del marchese Davia, L'incredulità di San Tommaso per la cappella di famiglia nella basilica di San Francesco. L'opera è conservata al Museo Davia Bargellini.[1]

Nel 1853 realizza gli affreschi nell'Oratorio dei frati minori conventuali di San Francesco.[2]

Nel 1856 è professore soprannumero all'Accademia, mentre nel 1859 diventa professore al Collegio Venturoli dove figurano tra i suoi allievi Luigi Serra e Raffaele Faccioli.[2]

Nel 1860 è proposto per succedere a Clemente Alberi alla cattedra di pittura all'Accademia e per favorirlo i suoi colleghi Faustino Muzzi e Andrea Besteghi rinunceranno alla candidatura. Tuttavia, il suo passato politico e la vicinanza con Giuseppe Pacchioni porteranno il Governo Centrale a rifiutargli la cattedra.[2]

Muore ad Anzola dell'Emilia nel 1862.

Riconoscimenti

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Sant'Agata Bolognese ha eretto un monumento al pittore. A Castenaso una piazza porta il suo nome.

  1. ^ a b c d e f g h i j Elisabetta Farioli 1983, p. 112.
  2. ^ a b c d e Elisabetta Farioli 1983, p. 113.
  • Elisabetta Farioli, Gaetano Serrazanetti, in Renzo Grandi (a cura di), Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità d'Italia, Casalecchio di Reno, Grafis, 1983, pp. 112-113, SBN IT\ICCU\CFI\0022752. (catalogo della mostra dal 29 gennaio al 4 aprile 1983 alla Galleria d'arte moderna di Bologna)
  • Gaspare Ungarelli, Gaetano Serra Zanetti. Pittore figurista dell'Ottocento, Bologna, Stabilimenti Poligrafici Riuniti, 1933, SBN IT\ICCU\LO1\0771302.

Collegamenti esterni

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