Transcendental Club

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Il Club Trascendentale fu un gruppo di autori, filosofi, socialisti, politici e intellettuali provenienti dal New England, che all'inizio e alla metà del XIX secolo che diede origine al trascendentalismo.

L'8 settembre 1836 Frederic Henry Hedge, Ralph Waldo Emerson, George Ripley e George Putnam (1807-1878; ministro unitariano di Roxbury) si incontrarono a Cambridge, nel Massachusetts per discutere la formazione di un nuovo club; la prima riunione ufficiale si tenne undici giorni dopo a casa di Ripley, a Boston.[1]

Tra gli altri membri del club figurano i seguenti: Amos Bronson Alcott, Orestes Brownson, Theodore Parker,[2] Henry David Thoreau, William Henry Channing, James Freeman Clarke, Christopher Pearse Cranch, Convers Francis, Sylvester Judd, Jones Very e Charles Stearns Wheeler.[3] Tra i membri femminili figurano Sophia Ripley, Margaret Fuller, Elizabeth Peabody,[4] Ellen Sturgis Hooper e Caroline Sturgis Tappan.[4]

Frederic Henry Hedge

In origine, il gruppo si chiamava Hedge's Club perché di solito si riuniva quando Hedge era in visita a Bangor, nello Stato del Maine.[1] Il nome Transcendental Club fu dato al gruppo dal pubblico e non dai suoi partecipanti. Esso fu coniato in una recensione del gennaio 1837 del saggio di Emerson intitolato Nature, ed era inteso in senso denigratorio.[5] James Elliot Cabot, un biografo di Emerson, scrisse:

«[Il gruppo attua] le riunioni occasionali di un corpo mutevole di pensatori liberali, che non concordano in nulla se non nella loro liberalità.»

Hedge a sua volta scrisse:

«Non c'era un club in senso stretto... solo incontri occasionali di uomini e donne che la pensavano allo stesso modo.»

Talora, ci si riferiva ad esso con il soprannome di brotherhood of the "Like-Minded" (Fratellanza di chi la pensa come me).[6]

Il club fu un luogo d'incontro per questi giovani pensatori e un terreno per la loro frustrazione idealista rispetto al contesto generale della cultura e della società americana dell'epoca e, in particolare, dell'intellettualismo all'Università di Harvard.[senza fonte] Gran parte del loro pensiero era incentrato sulle carenze della Chiesa unitariana.[7]

Molte note riviste americane, tra cui la North American Review e il Christian Examiner, rifiutarono di accettare le proposte di pubblicazione del Transcendental Club.[8] Una delle prime recensioni delle poesie di Emerson, ad esempio, avvertiva i lettori:

«[Le sue poesie] non sono canti sacri; sono inni al Diavolo. Non lodano Dio, ma Satana, e possono essere apprezzate solo dagli adoratori del Diavolo.»

Nell'ottobre del 1839, i membri del Transcendental Club ebbero l'idea di fondare un proprio periodico come piattaforma per i loro ideali.[10] Inizialmente, Brownson suggerì di utilizzare la sua Boston Quarterly Review, anche se altri pensarono che fosse necessaria una propria rivista.[11] Hedge, Parker ed Emerson rifiutarono il ruolo di redattore.[10] Ripley prestò servizio come redattore capo[12] e, il 20 ottobre 1839, Fuller accettò il posto di redattore, sebbene non fosse stato in grado di iniziare a lavorare alla pubblicazione fino alla prima settimana del 1840.[11] Il primo numero di The Dial, con un'introduzione di Emerson che lo definiva un "Giornale in un nuovo spirito" (Journal in a new spirit), fu pubblicato nel luglio 1840.[13]

Il Trascendental Club probabilmente non si riunì più ufficialmente dopo il settembre 1840, anche se continuarono a tenere una corrispondenza e a partecipare alle conferenze degli altri.[14] Il The Dial continuò a essere pubblicato, anche se non fu mai finanziariamente stabile. Nel 1843, l'allora direttrice commerciale Elizabeth Peabody contava solo duecento abbonati e le entrate non coprivano i costi di produzione. La pubblicazione cessò definitivamente nell'aprile del 1844.[15] Il discorso/saggio di Anderson intitolato Nature fu considerato un manifesto delle idee trascendentaliste.[7]

  1. ^ a b Packer, Barbara L. The Transcendentalists. Athens, Georgia: The University of Georgia Press, 2007: 47. ISBN 978-0-8203-2958-1
  2. ^ Buell, Lawrence. Emerson. Cambridge, Massachusetts: The Belknap Press of Harvard University Press, 2003: 32–33. ISBN 0-674-01139-2
  3. ^ Gura, Philip F. American Transcendentalism: A History. New York: Hill and Wang, 2007: 7–8. ISBN 0-8090-3477-8
  4. ^ The Letters of Caroline Sturgis to Margaret Fuller, in Studies in the American Renaissance, 1988, pp. 201–251.
  5. ^ Hankins, Barry. The Second Great Awakening and the Transcendentalists. Westport, CT: Greenwood Press, 2004: 24. ISBN 0-313-31848-4
  6. ^ a b c Gura, Philip F. American Transcendentalism: A History. New York: Hill and Wang, 2007: 5. ISBN 0-8090-3477-8
  7. ^ a b Hankins, Barry. The Second Great Awakening and the Transcendentalists. Westport, CT: Greenwood Press, 2004: 23. ISBN 0-313-31848-4
  8. ^ Slater, Abby. In Search of Margaret Fuller. New York: Delacorte Press, 1978: 51. ISBN 0-440-03944-4
  9. ^ Kilcup, Karen L. Who Killed American Poetry? From National Obsession to Elite Possession. Ann Arbor, MI: University of Michigan Press, 2019: 100. ISBN 978-0-472-13155-6
  10. ^ a b Gura, Philip F. American Transcendentalism: A History. New York: Hill and Wang, 2007: 128. ISBN 978-0-8090-3477-2
  11. ^ a b Von Mehren, Joan. Minerva and the Muse: A Life of Margaret Fuller. Amherst: University of Massachusetts Press, 1994: 120. ISBN 1-55849-015-9
  12. ^ Slater, Abby. In Search of Margaret Fuller. New York: Delacorte Press, 1978: 61–62. ISBN 0-440-03944-4
  13. ^ Gura, Philip F. American Transcendentalism: A History. New York: Hill and Wang, 2007: 129. ISBN 978-0-8090-3477-2
  14. ^ Packer, Barbara L. The Transcendentalists. Athens, Georgia: The University of Georgia Press, 2007: 165. ISBN 978-0-8203-2958-1
  15. ^ Gura, Philip F. American Transcendentalism: A History. New York: Hill and Wang, 2007: 130. ISBN 978-0-8090-3477-2

Collegamenti esterni

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