Sbarramento di San Desiderio Terme
Sbarramento d'arresto di San Desiderio Terme X Settore di Copertura Baltea Vallo Alpino Occidentale | |
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Planimetria di un'opera dello sbarramento di San Desiderio Terme non realizzata | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Stato attuale | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Città | Pré-Saint-Didier |
Coordinate | 45°46′05.48″N 6°59′31.2″E |
Informazioni generali | |
Costruzione | 1939-1942 |
Primo proprietario | Ministero della guerra italiano |
Condizione attuale | abbandonato |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Controllo del fondovalle |
voci di architetture militari presenti su Teknopedia | |
Lo sbarramento di San Desiderio Terme, o caposaldo autonomo di San Desiderio Terme, è uno degli sbarramenti d'arresto del Sottosettore X/b Piccolo San Bernardo. Lo sbarramento, posto nell'attuale Pré-Saint-Didier (San Desiderio Terme in epoca fascista) al limitare con Morgex, aveva la funzione di proteggere il fondovalle valdostano, insieme agli sbarramenti di Runaz (frazione di Avise) e di Villanova Baltea (l'attuale Villeneuve), per impedire l'avanzata di eventuali nemici verso Aosta e da lì verso la Pianura Padana.[1][2]
Il caposaldo di San Desiderio fa parte del X Settore di Copertura Baltea, uno dei dieci settori in cui venne diviso il Vallo Alpino Occidentale. L'area difesa si estendeva tra la strada per La Thuile e il Piccolo San Bernardo e la biforcazione tra la Val Ferret e la Val Veny, nel territorio comunale di Courmayeur.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le opere dello sbarramento di San Desiderio Terme vennero edificate in due fasi successive. In un primo tempo vennero costruite quattro opere di tipo 7000[3], le opere 207, 208, 209 e 210 considerate concluse nel 1939. Appartengono a questa prima fase anche la Tagliata ferroviaria e l'Antitagliata stradale, mentre furono solo iniziati i lavori per la Tagliata stradale e il Fosso anticarro.[1] In una seconda fase, nel 1940, si decise per un potenziamento generale dello sbarramento, con il completamento del Fosso anticarro e la costruzione di sette nuove opere di tipo 15000: le opere G1, G1 bis, G2, G4, G5, G6 e G7.[1][4] Nel 1942 si poteva dire che erano «a lavori ancora in corso, ma tatticamente utilizzabili»; se le murature erano state completate, arredi, infissi e impianti tecnici non vennero probabilmente mai installati.[5]
Con il trattato di pace del 1947 numerose opere del Vallo Alpino vennero annesse alla Francia grazie alle rettifiche del confine, delle altre era prevista «La distruzione (...) nel limite di 20 chilometri da qualsiasi punto della frontiera, quale è determinata dal presente Trattato» che doveva essere «completata entro un anno dall'entrata in vigore».[6] Per ragioni economiche, molte di esse vennero disarmate e semplicemente abbandonate.
Le opere 209 e G1 sono state ridotte a ruderi, secondo le clausole militari. Le opere G2 e G6 risultano fortemente fissurate.[5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'opera G7, di tipo 15000, è oggi nota come bunker medievale per via dello speciale camuffamento.
Uno dei bunker è stato riconvertito in magazzino per la fontina.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Giulio Acuto, Roberto Rovetto, cit., p.38.
- ^ X Settore "Baltea", valloalpino.altervista.org, consultato il 12 aprile 2020.
- ^ Marco Boglio, cit., 2009, p. 44.
- ^ Marco Boglione, Il Vallo Alpino in Valle d’Aosta, in Fondazione Émile Chanoux (a cura di), Tra baita e bunker. La militarizzazione della Valle d'Aosta durante il Fascismo, Aosta, Tipografia Valdostana, 2009, pp. 49-50.
- ^ a b Giulio Acuto, Roberto Rovetto, cit., p.44.
- ^ Gian Mario Navillod, Passeggiata alle fortificazioni sotto il Colle del Gran San Bernardo 1790 m circa (I), su tapazovaldoten.altervista.org, Tapazovaldoten, 28 gennaio 2008. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ I Magazzini della Cooperativa latte e fontina, www.fontina-valledaosta.it, consultato il 13 aprile 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giulio Acuto, Roberto Rovetto, Lo sbarramento di sicurezza di Pré-Saint-Didier Archiviato il 12 aprile 2020 in Internet Archive., in Pietra e acciaio, a cura dell'Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare, Edizioni Melli - Borgone, 1999, pp. 38-46, consultato il 13 aprile 2020. (fonte)
- Mauro Minola, Beppe Ronco, Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002, ISBN 88-8340-116-6.
- Marco Boglione, Le strade dei cannoni, Blu Edizioni, Peveragno 2003
- Fondazione Émile Chanoux (a cura di), Tra baita e bunker. La militarizzazione della Valle d'Aosta durante il Fascismo, atti del convegno del 14 dicembre 2007, Aosta, Tipografia Valdostana, 2009, pp. 13-32. ISBN 978-88-86523-77-6 (fonte)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo Sbarramento di San Desiderio Terme