Cratere Rheasilvia
Cratere Rheasilvia | |
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Tipo | Crater |
Asteroide | 4 Vesta |
L'emisfero meridionale di Vesta, occupato per la maggior parte dal cratere Rheasilvia. | |
Dati topografici | |
Coordinate | 75°S 301°E |
Diametro | ~ 500 km[1] |
Profondità | ~ 25 km[2] |
Localizzazione | |
Rheasilvia è il più grande cratere sulla superficie dell'asteroide 4 Vesta. Con i suoi 505 km di diametro[3] è uno dei crateri più grandi del Sistema solare.
Scoperta e denominazione
[modifica | modifica wikitesto]Fu osservato per la prima volta dal telescopio spaziale Hubble nel 1997,[4] ma non ha ricevuto una denominazione fino al 2011,[1] dopo che nuove immagini ed informazioni sono state ottenute grazie alla missione Dawn della NASA. Le linee guida dell'Unione Astronomica Internazionale prevedono che i crateri su Vesta siano intitolati alle vestali, sacerdotesse della dea romana Vesta. Così, il cratere è stato intitolato a Rea Silvia che, secondo la leggenda della fondazione di Roma, fu la madre di Romolo e Remo.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il cratere Rheasilvia è una vasta depressione di 505 km di diametro[3] presente nell'emisfero meridionale di Vesta; raggiunge una profondità media di 25 km. Presenta un vistoso picco centrale che raggiunge i 22 km d'altezza dalla pianura circostante e che si estende per una lunghezza di circa 100 km.[2]
Il cratere si sovrappone ad un cratere più antico,[2] il cratere Veneneia, di circa 450 km di diametro.[5]
Analisi spettrografiche condotte attraverso il telescopio spaziale Hubble hanno rivelato l'esposizione di olivina e ciò ha suggerito che il cratere penetri in profondità nella crosta dell'asteroide e che possa raggiungere il mantello.[6] Tuttavia, analisi preliminari delle osservazioni condotte dalla sonda Dawn non sono ancora riuscite a confermare questo scenario.[7]
Nella regione equatoriale di Vesta sono presenti una serie di canali concentrici al cratere Rheasilvia e si ritiene che siano fratture prodotte dagli impatti che hanno originato i crateri Rheasilvia e Veneneia.[8] La maggiore di queste, la Divalia Fossa, è ampia approssimativamente 10 km e lunga 465 km.
Si presume che l'impatto abbia fatto perdere l'1% del volume originario di Vesta e che abbia originato la famiglia Vesta di asteroidi, quelli di tipo V[9] e delle meteoriti HED.[7] È stato stimato che sia avvenuto circa un miliardo di anni fa.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) IAU, Rheasilvia, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, IAU; USGS, 3 ottobre 2011. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ a b c Schenk, P. et al., Mega-Impacts into Planetary Bodies: Global Effects of the Giant Rheasilvia Impact Basin on Vesta, 43rd Lunar and Planetary Science Conference, held March 19–23, 2012 at The Woodlands, Texas. LPI Contribution No. 1659, 2012. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ a b Schenk, P. et al., Impact Crater And Basin Morphologies On Vesta In Solar System Context, American Astronomical Society, DPS meeting #44, #207.07, 2012. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ (EN) Ben Zellner,, Peter Thomas, NASA, Hubble Reveals Huge Crater on the Surface of the Asteroid Vesta, su hubblesite.org, 4 settembre 1997. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ (EN) IAU, Veneneia, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, IAU; USGS, 28 febbraio 2012. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ (EN) Thomas, P.C., et al., Vesta: Spin Pole, Size, and Shape from HST Images, in Icarus, vol. 128, n. 1, 1997, p. 88, DOI:10.1006/icar.1997.5736.
- ^ a b McSween, H.Y., et al., Dawn's Exploration of Vesta's South Pole Basin - Where's the Mantle?, 75th Annual Meeting of the Meteoritical Society, held August 12-17, 2012 in Cairns, Australia., 2012. Pubblicato in Meteoritics and Planetary Science Supplement, id.5020.
- ^ Garry, W.B., et al., Geologic Mapping of Av-10 Oppia Quadrangle of Asteroid 4 Vesta, 43rd Lunar and Planetary Science Conference, held March 19–23, 2012 at The Woodlands, Texas. LPI Contribution No. 1659, id.2315, 2012. URL consultato il 1º dicembre 2012.
- ^ a b (EN) Binzel, R. P. et al., Geologic Mapping of Vesta from 1994 Hubble Space Telescope Images, in Icarus, vol. 128, n. 1, 1997, pp. 95-103, DOI:10.1006/icar.1997.5734.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Cratere Rheasilvia, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, United States Geological Survey.