Cometa interstellare

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Una cometa interstellare è un tipo di oggetto astronomico che è stato ipotizzato per molti decenni prima della scoperta del primo di essi, 2I/Borisov.

Si tratta di comete che si trovano nel mezzo interstellare[1] non legate gravitazionalmente ad alcuna stella[2]. Si ipotizza che vi sia una numerosa popolazione di queste comete[1].

Una cometa interstellare potrebbe essere identificata solo durante un suo passaggio nel sistema solare e potrebbe essere distinta da una cometa della nube di Oort grazie alla sua traiettoria fortemente iperbolica, evidenziando così di non essere legata gravitazionalmente al Sole[2]. Sono già state osservate comete con traiettorie iperboliche lievi, ma le loro traiettorie sono compatibili con una provenienza dalla nube di Oort e non indicano un'origine interstellare.

Gli attuali modelli di formazione della nube di Oort indicano che la maggior parte delle comete vengono espulse nello spazio interstellare e solo una minima parte viene trattenuta nella nube; quelle espulse sarebbero dalle 3 alle 100 volte superiori.[2] Altre simulazioni suggeriscono che le comete espulse sarebbero dal 90 al 99%.[3] Non c'è ragione di pensare che le comete formatesi in altri sistemi stellari seguano processi differenti.[1]

Le comete interstellari possono occasionalmente passare attraverso il sistema solare interno.[1] Dovrebbero avvicinarsi con velocità variabili provendo in maggior parte dalla costellazione di Ercole, visto che il sistema solare si muove in quella direzione.[4]

Si ipotizza un limite superiore alla densità di comete nel mezzo interstellare. Un articolo di Torbett indica che la densità non è maggiore di 1013 per parsec cubico[5]. Secondo altre analisi, dai dati del LINEAR, questo limite superiore sarebbe 4,5×10−4/AU3.[2]

In rare occasioni una cometa interstellare potrebbe essere catturata in un'orbita eliocentrica. Simulazioni al computer hanno calcolato che Giove è l'unico pianeta del sistema solare abbastanza massivo da poter catturare la cometa e metterla in un'orbita intorno al Sole. Le stesse simulazioni suggeriscono che una cattura può avvenire una volta ogni 60 milioni di anni.[5]

La cometa Machholz 1 potrebbe essere una cometa interstellare catturata, perché presenta una composizione chimica atipica per le comete del sistema solare.[6]

Denominazione

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La IAU ha deciso la seguente tipologia di denominazione per oggetti interstellari: gli asteroidi e le comete indistintamente riceveranno un numero progressivo seguito da una I maiuscola seguita a sua volta da una barra obliqua (slash in inglese) seguita dall'anno di scoperta e dalla lettera e numeri usualmente attribuiti ai corpi del sistema solare e infine dal nome del/degli scopritore/i; in seguito, una volta determinata definitivamente l'orbita, all'oggetto verrà assegnata la denominazione definitiva composta dal numero progressivo seguito dalla I maiuscola, seguita a sua volta da una barra obliqua (slash in inglese) e dal nome del/degli scopritore/i[7].

  1. ^ a b c d Mauri J. Valtonen, Jia-Qing Zheng, Seppo Mikkola, Origin of oort cloud comets in the interstellar space, in Celestial Mechanics and Dynamical Astronomy, vol. 54, n. 1-3, Springer Netherlands, marzo 1992, pp. 37–48, DOI:10.1007/BF00049542. URL consultato il 30 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2019).
  2. ^ a b c d Paul J. Francis, The Demographics of Long-Period Comets, in The Astrophysical Journal, vol. 635, n. 2, 20 dicembre 2005, pp. 1348–1361, Bibcode:2005ApJ...635.1348F, DOI:10.1086/497684. URL consultato il 3 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2019).
  3. ^ Charles Q. Choi, The Enduring Mysteries of Comets, su Space.com, 24 dicembre 2007. URL consultato il 30 dicembre 2008.
  4. ^ Otto Struve, Lynds, Beverly and Pillans, Helen, Elementary Astronomy, New York, Oxford University Press, 1959, p. 150, ISBN.
  5. ^ a b M. V. Torbett, Capture of 20 km/s approach velocity interstellar comets by three-body interactions in the planetary system, in Astronomical Journal, vol. 92, luglio 1986, pp. 171–175, DOI:10.1086/114148. URL consultato il 1º gennaio 2009.
  6. ^ Alan MacRobert, A Very Oddball Comet, Sky & Telescope, 2 dicembre 2008. URL consultato il 26 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2008).
  7. ^ MPEC 2017-V17 : NEW DESIGNATION SCHEME FOR INTERSTELLAR OBJECTS, su minorplanetcenter.net. URL consultato il 30 dicembre 2021.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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