Alleluja brava gente
Alleluja brava gente | |
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Lingua originale | Italiano |
Stato | Italia |
Anno | 1970 |
Compagnia | Garinei e Giovannini |
Genere | Commedia musicale |
Regia | Garinei e Giovannini |
Soggetto | Garinei e Giovannini e Iaia Fiastri |
Sceneggiatura | Garinei e Giovannini e Iaia Fiastri |
Produzione | Garinei e Giovannini |
Musiche | Domenico Modugno e Renato Rascel; elaborazione musicale Gianni Ferrio (1994) |
Coreografia | Gino Landi |
Scenografia | Giulio Coltellacci |
Costumi | Giulio Coltellacci |
Personaggi e attori | |
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Alleluja Brava Gente è una commedia musicale in due atti scritta da Garinei e Giovannini in collaborazione con Iaia Fiastri nel 1970, con musiche di Domenico Modugno e Renato Rascel. Dopo che Modugno diede forfait per il ruolo di protagonista a Rascel venne affiancato un giovane Gigi Proietti. La commedia narra la vicenda di due simpatici truffatori alle soglie dell'anno mille.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Ademar, figlio di una prostituta siciliana che si millanta principe orientale, ed Ezzelino, frate romano che ha abbandonato i voti e che si spaccia per un grande luminare, costituiscono una specie di "associazione a delinquere" vendendo alla povera gente falsi rimedi di eterna gioventù, bellezza eccetera.
Con l'avvicinarsi dell'anno Mille e della leggenda del "Mille e non più mille" e del "finismundi", le masse abbandonano l'acquisto delle pozioni di Ademar ed Ezzelino e si dedicano a penitenze e digiuni in vista del Giudizio divino. Perciò gli affari dei due languono, e una notte Ezzelino pensa bene di abbandonare il compagno rubando carretto, scarpe e capretta.
Passa del tempo, e Ademar capita in un paesino dove Ezzelino si finge storpio per raccogliere elemosine. Ademar, per smascherarlo e vendicarsi, lo costringe a camminare, e il popolo subito grida al miracolo e identifica Ademar con l'Uomo dal Bianco Mantello annunciato dalla profezia del Monaco Santo Nicosia, che dovrà far camminare uno storpio, redimere una prostituta, far resuscitare un morto e far diventare rossa l'acqua di una fontana prima di darsi fuoco per aprire all'umanità le porte del Paradiso.
Ademar, con l'aiuto interessato di Ezzelino, coglie l'occasione al volo e subito "redime" la prostituta Belcore, imprigionata dai penitenti in una gabbia. Dunque procede a far risorgere il morto. Ezzelino finge di morire ma Ademar non riesce ad evitare che venga portato al cimitero, dove vive strane e comiche avventure. Il giorno seguente però Ademar lo farà risorgere, e assieme i due truffatori inizieranno a vendere scapolari ripromettendo la salvezza eterna in cambio della rinuncia a tutti i beni. Giunge anche l'Archiepiscopo Lotario, che crede anch'egli alla profezia del Santo Nicosia.
Frattanto, si intrecciano le vicende di Ezzelino e la verginella Peronella e di Ademar e Belcore. Ezzelino, capito che ormai Ademar è convinto di essere un vero santone, dà con l'inganno compimento al trasmutamento dell'acqua della fontana in rossa: o almeno crede di averlo fatto lui, mentre è stato l'Archiepiscopo con la complicità del ladruncolo Folchetto. Però, mentre Ademar convinto si avvia al rogo, Ezzelino scopre di non aver fatto diventare lui l'acqua della fontana rossa, e si convince della fine imminente del mondo cedendo tutti i beni da loro rubati a Lotario in cambio di uno scapolare.
Ademar viene messo al corrente dell'imbroglio di Ezzelino da Belcore, e i due amici si affrontano, ma torneranno insieme per riprendersi le ricchezze in mano a Lotario. Questi, frattanto, esorta il popolo a recarsi a Roma per sollecitare la sua proclamazione al Papato, e sostiene che le ricchezze estorte al popolo sono proprietà di San Pietro. Perciò Ezzelino si traveste da San Pietro e rivendica il sacco delle ricchezze, e Lotario suo malgrado deve cederlo. A questo punto Ademar si traveste da Gesù Cristo, e Ezzelino-Pietro cede a lui il sacco, in una simpatica sequenza di cambi di mano del sacco.
Infine, il popolo scopre che la fine del mondo non c'è stata, e Ademar ed Ezzelino tornano a rivendere pozioni alla povera gente.
Allestimento
[modifica | modifica wikitesto]- Prima rappresentazione: 24 dicembre 1970 al Teatro Sistina di Roma
- Giulio Coltellacci: scene e costumi
- Gino Landi: coreografie
- Vito Tommaso: direzione d'orchestra
- Garinei e Giovannini: regia
- Franco Molè e Pippo Franco: collaborazione artistica
- Durata dello spettacolo: 2h e 30'
Attori
[modifica | modifica wikitesto]Edizione del 1970
[modifica | modifica wikitesto]- Renato Rascel: Ezzelino
- Luigi Proietti: Ademar
- Giuditta Saltarini: Peronella
- Luigi Palchetti: lo Vavassore
- Christy: la Vavassora
- Ettore Bruno: Lo medicino Simone
- Enzo Garinei: Folchetto
- Fernando Lizundia: L'omo dal manto bianco
- Mariangela Melato (sostituita in seguito da Daria Nicolodi e poi da Marianella Laszlo): Belcore
- Elio Pandolfi: l'Archiepiscopo Lotario (sostituito in seguito da Gianfranco d'Angelo[1])
- e con Angela Abbigliati, Stefania Aprile
Edizione del 1994
[modifica | modifica wikitesto]- Rodolfo Laganà: Ezzelino
- Massimo Ghini: Ademar
- Sabrina Ferilli: Belcore
- Chiara Noschese: Peronella
- Armando Silverini: lo Vavassore
- Marcella Foranna: la Vavassora
- Renato Giordano: lo medicino Simone
- Pietro de Silva: Folchetto
- Enzo Garinei: l'Archiepiscopo Lotario
Canzoni
[modifica | modifica wikitesto]Atto primo
[modifica | modifica wikitesto]- Gente dell'anno Mille
- Cerco un sogno
- Coro dei penitenti
- Ma che diavolo sarà
- La profetia
- Miracolo 1 (Mondata)
- Lo mundo è fatto per noi
- Care salme
- Miracolo 2 (Mondato)
- Lo paradiso
- Alleluja Brava Gente
Atto secondo
[modifica | modifica wikitesto]- Questa può essere l'ultima notte del mondo
- Miracolo 3 (Andate)
- Fra poco
- Sò io che moro
- L'affare del secolo
- Amaro fiore mio
- Urrà! Viviamo ancora!
- Lo mundo è fatto per noi (ripresa)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Garinei e Giovannini, su angelfire.com. URL consultato il 7 luglio 2016.