Radulfo di Sutri
Radulfo di Sutri vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Sutri |
Deceduto | circa 1198 |
Radulfo (a volte Rodolfo; in latino Radulfus) (... – c. 1198) è stato un vescovo cattolico tedesco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Prelato di origine tedesca strettamente legato all'imperatore Federico I e alla sua famiglia, divenne vescovo di Sutri in un periodo compreso tra il 1179 (ultima menzione documentale del suo predecessore Giovanni IV di Sutri) e il 1194 (prima menzione di Radulfo come vescovo di Sutri[1]).
Nel marzo 1195 a Bari raccolse il voto dell’imperatore Enrico VI di farsi crociato[2] (tuttavia Enrico non prese mai parte a una crociata a causa della sua prematura scomparsa).
Durante la disputa sul trono tedesco, Filippo di Svevia si rivolse a Radulfo affinché intercedesse per lui presso i pontefici Celestino III, prima, e Innocenzo III, poi, per ottenere l’assoluzione dalla scomunica che gli era stata comminata per aver occupato e devastato terre del Patrimonio di San Pietro durante il regno del fratello. Innocenzo III decise perciò di inviare Radulfo stesso e l’abate del monastero romano di Sant’Anastasio come legati pontifici in Germania[3] per assolvere in sua vece Filippo, a condizione che questi rilasciasse l’arcivescovo di Salerno, da lui tenuto prigioniero, e giurasse di obbedire all’ingiunzione papale circa i fatti che avevano portato alla sua scomunica. Tuttavia Radulfo, a dimostrazione dei forti legami con gli Svevi, tradì la fiducia del pontefice e assolse Filippo senza imporgli alcuna condizione. A causa della sua condotta, al suo rientro Radulfo fu spogliato della sua dignità vescovile e rinchiuso in un monastero su un'isola, dove ille feliciter vitam finivit.[4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sottoscrisse in quest'occasione un diploma imperiale, a Sutri, il 17 agosto 1194: (DE, LA) Paul Scheffer-Boichorst, Zur Geschichte des XII. und XIII. Jahrhunderts: diplomatische Forschungen, Berlin, 1897, pp. 221-224. Il nome di Radulfus Sutriensis episcopus a p. 224.
- ^ (DE, LA) Otto Abel, König Philipp der Hohenstaufe, Berlin, 1852, p. 317, nº 25.
- ^ (DE, LA) Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, Tomus II: inde ab a. MCXCVIII usque ad a. MCCLXXII, edidit Ludewicus Weiland, Hannoverae, 1896, pp. 2-3.
- ^ (DE, LA) Die Chronik des Propstes Burchard von Ursberg: Burchardi praepositi Urspergensis chronicon, herausgegeben von Oswald Holder-Egger und Bernhard von Simson, Hannover und Leipzig, 1916, p. 78.
- ^ Enzo Petrucci, Innocenzo III e i comuni dello Stato della Chiesa, in: Società e istituzioni dell’Italia comunale: l’esempio di Perugia (secoli XII-XIV), Perugia, 1988, pp. 126-128.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ciro Nispi-Landi, Storia dell’antichissima città di Sutri, Roma, 1887, pp. 253–255.
- Marco Vendittelli, SUTRI NEL MEDIOEVO - Storia, insediamento urbano e territorio (secoli X-XIV), Roma, Viella, 2008, pp. 68–69.