Invasione di Ryūkyū
Invasione delle isole Ryūkyū parte del Periodo Edo | |||
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Regno delle Ryūkyū | |||
Data | Maggio 1609 | ||
Luogo | isole Ryūkyū | ||
Esito | Vittoria Shimazu, il regno Ryūkyū ne diventa vassallo | ||
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L'invasione delle Ryūkyū (琉球侵攻?, Ryūkyū Shinkō) da parte delle forze del dominio di Satsuma avvennero tra marzo e maggio 1609 marcando l'inizio del vassallaggio del regno delle isole al clan Shimazu. Le forze d'invasione incontrarono una dura resistenza ma riuscirono alla fine a prevalere. Il regno delle Ryūkyū rimase vassallo degli Shimazu, anche se parzialmente indipendente, fino all'annessione al Giappone nel 1879, diventando la prefettura di Okinawa.
Antefatti[1]
[modifica | modifica wikitesto]Intorno al 1590 al governo reale di Ryūkyū fu ordinato, da Toyotomi Hideyoshi, tramite agenti del clan Shimazu di Satsuma, di fornire truppe, armi e altre munizioni per aiutare nelle sue invasioni della Corea. Il re Shō Nei rimandò, e andò oltre, informando la dinastia Ming dei piani di Hideyoshi con una lettera di Jana ueekata nel 1591. Tuttavia alla fine spedì un po' più della metà delle scorte richieste dagli Shimazu, per proteggere il regno da violente ripercussioni[2][3]. Questo fu solo uno di una serie di casi in cui il regno rifiutò o ignorò richieste da parte degli Shimazu e Hideyoshi. Quest'ultimo nel 1592 riconobbe le Ryūkyū come parte del Giappone sotto il controllo degli Shimazu. Hideyoshi morì nel 1598 e fu sostituito pochi anni dopo da Tokugawa Ieyasu. Shō Nei ignorò il riconoscimento del nuovo shogunato Tokugawa e che il suo regno servisse da intermediario per aiutare i Tokugawa a stabilire relazioni formali con i Ming.
Nel 1603 alcuni marinai Ryūkyū furono gettati a terra sulla costa del clan Date nella regione di Tōhoku. Tokugawa Ieyasu li rimandò a Ryūky[4]. Gli Shimazu chiesero alle Ryūkyū di ringraziare Ieyasu ma questi ignorarono la richiesta[5][6]. Gli Shimazu quindi chiesero di avviare una spedizione punitiva contro il regno. Circa 100 navi che trasportavano 3.000 soldati si sono concentrarono nel porto di Yamakawa il 1 marzo 1609. Ichirai Magobee, che prese parte alla missione, scrisse un diario che documentò la spedizione. La flotta lasciò il porto il 4 marzo sotto il comando di Kabayama Hisataka e Hirata Masumune.
La campagna
[modifica | modifica wikitesto]Isola di Amami
[modifica | modifica wikitesto]La flotta Shimazu arrivò ad Amami Ōshima il 7 aprile, dove il popolo non pose resistenza, ma assistette l'esercito Shimazu. Tameten (笠利首里大屋子為転), il capo di Kasari, era un sottoposto di Kabayama e chiese al popolo dell'isola di arrendersi[7]. Shigetedaru (焼内首里大屋子茂手樽), il capo di Yakiuchi, rifornì l'esercito Shimazu[8]. Il 10 aprile, Shō Nei fu informato dello sbarco di Satsuma ad Amami, e spedì Ibun (天龍寺以文長老), sacerdote del tempio di Tenryu, ad Amami per arrendersi, ma Ibun non raggiunse l'esercito di Satsuma per ignoto motivi. Il 16 aprile, 13 navi Satsuma partirono per l'isola Tokuno come avanguardia[9], e le altre lasciarono Amami alle 6 del mattino del 20 aprile.
Isola di Tokuno
[modifica | modifica wikitesto]Il 17 aprile 13 navi arrivarono all'isola di Tokunoshima e si dispersero. Due navi arrivarono a Kanaguma ma incontrarono resistenza. Otto navi arrivarono a Wanya. Le navi furono assediate per tutta la notte da 1.000 uomini. Il 18 aprile le truppe Shimazu sbarcarono, spararono tra la folla e uccisero 50 persone. Tre navi arrivarono ad Akitoku, e furono attaccate in riva al mare dal popolo Akitoku[10]. Tuttavia le truppe reagirono rapidamente e uccisero 20-30 uomini[11]. Il resto della flotta arrivò anche ad Akitoku alle 16:00 del 20 aprile. Il 21 aprile Kabayama partì per l'isola di Okierabu con 10 navi. Altri lasciarono Tokuno alle 10 del mattino, il 24 aprile, e arrivarono a Okierabu al tramonto. Si unirono a Kabayama e rapidamente partirono per l'isola di Ryūkyū.
Isola Ryūkyū
[modifica | modifica wikitesto]La flotta Shimazu Arrivò al porto di Unten sulla penisola di Motobu nell'isola di Ryūkyū il 25 aprile alle 18:00. Il 27 aprile alcuni sbarcarono. Trovarono il castello di Nakijin deserto e incendiarono diversi luoghi. Non appena Shō Nei venne a conoscenza dell'arrivo degli invasori a Nakijin, chiamò Kikuin (菊隠[12]), il maestro zen, dandogli un ordine reale: "Hai vissuto a Satsuma per diversi anni, quindi conosci i tre signori del clan Shimazu[13]. Fa una proposta di pace "[14]. Kikuin e la sua missione diplomatica lasciarono la capitale Shuri alle 8 del mattino, il 26 aprile, e arrivarono a Kuraha[15] alle 12:00. Lasciarono Kuraha per Onna in barca. Il 27 aprile lasciarono Onna e arrivarono a Nakijin. Kikuin si incontrò con Kabayama, che ordinò colloqui di pace a Naha.
La mattina presto del 29 aprile[16] la flotta Shimazu e Kikuin lasciarono il porto di Unten. Arrivarono a Ōwan, vicino a Yomitanzan, alle 18:00[17]. La missione Ryūkyū partì immediatamente e arrivò a Makiminato alle 22:00, dove lasciarono la loro barca, e arrivarono a notte fonda. Kikuin riportò l'ordine di Kabayama a Shō Nei che arrivò a Naha la mattina presto. A Ōwan, Kabayama mandò alcuni dei suoi ufficiali a Naha per mantenere la sua promessa, mentre sbarcò gli altri uomini, perché sentì che c'era una catena all'ingresso del porto di Naha. "Se c'è una catena, nessuna nave può entrare nel porto."[18] Kabayama e il suo esercito quindi sbarcarono a Ōwan e marciò verso Shuri.
Alle 2 del pomeriggio del 1 maggio, le navi Shimazu entrarono nel porto di Naha e iniziarono immediatamente colloqui di pace a Oyamise (親見世)[19]. A quel tempo ci fu un incendio a Shuri, e le forze di Kabayama reagirono avanzando. Alcuni ufficiali Shimazu[20] corsero a Shuri da Naha e calmarono le truppe. Poiché Shō Nei diede a Kabayama il proprio fratello Shō Ko (尚宏[21]) e tutti e tre i suoi ministri in ostaggio, Kabayama ordinò ai suoi uomini di tornare a Naha da Shuri, e tutto l'esercito Shimazu si raggruppò li alle 4 del pomeriggio. Il 4 maggio Shō Nei lasciò il castello di Shuri e il 5 maggio alcuni ufficiali Shimazu entrarono nel castello e iniziarono a fare un inventario dei tesori in esso custoditi.
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Il 17 maggio Shō Nei lasciò il porto di Unten per Satsuma assieme a circa un centinaio dei suoi funzionari. Nell'agosto del 1610 incontrò lo Shōgun Tokugawa Ieyasu in ritiro nel castello di Sunpu. Fu poi portato a Edo, per un incontro formale con Shōgun Tokugawa Hidetada il 28 agosto. Il 24 dicembre arrivò a Kagoshima dove fu costretto ad arrendersi formalmente e porre numerosi giuramenti al clan Shimazu. Nel 1611, due anni dopo l'invasione, il re tornò al suo castello a Shuri. In assenza del re Kabayama Hisataka e il suo vice Honda Chikamasa governarono le isole per conto del loro signore Shimazu Tadatsune. 14 funzionari samurai di Satsuma, assieme a 163 membri del loro staff[22], esaminarono le strutture politiche e la produttività economica del regno e condussero indagini sulla terra di tutte le isole. Dopo il ritorno del re a Shuri e la ripresa della governance sotto l'establishment reale, alcuni funzionari Ryūkyū andarono a Kagoshima come ostaggi.
I documenti di consegna firmati a Kagoshima nel 1611 furono accompagnati da una serie di giuramenti[23]. Al re e ai suoi consiglieri venne fatto giurare che "le isole Ryūkyū sono state fin dall'antichità una dipendenza feudale di Satsuma"[24], e che esisteva una lunga tradizione di invio di tributi e di congratulazioni sulla successione dei signori Shimazu, anche se chiaramente non erano veri. I giuramenti comprendevano anche che il regno ammetteva la sua colpevolezza nell'ignorare e respingere numerose richieste di materiali e di manodopera, che l'invasione era giustificata e meritata e che il signore Shimazu era misericordioso e gentile nel permettere al re e ai suoi ufficiali di ritornare casa e rimanere al potere. Alla fine i consiglieri furono costretti a giurare fedeltà agli Shimazu per il loro re. Tei Dō, consigliere reale e comandante della difesa del regno contro l'invasione, rifiutò di firmare i giuramenti e fu successivamente decapitato.
Le Ryūkyū rimasero nominalmente indipendente, un "regno esotico" (異国, ikoku)[25], per i giapponesi. Anche le strutture governative reali del regno rimasero intatte, assieme al suo lignaggio reale. Tuttavia, Amami Ōshima e una serie di altre isole settentrionali ora conosciute come isole Satsunan furono annesse al dominio di Satsuma, e rimangono tutt'oggi all'interno della prefettura di Kagoshima. Sebbene il Re avesse poteri considerevoli, gli fu permesso di operare solo in base a linee guida rigorose stabilite da Satsuma e fu obbligato a pagare regolarmente un considerevole tributo. Furono anche compiuti sforzi per nascondere il dominio di Satsuma sulle isole alla Corte cinese, al fine di assicurare la continuazione del commercio e della diplomazia, dal momento che la Cina rifiutò di condurre relazioni formali o scambi commerciali con il Giappone dell'epoca.
Questo quadro di linee guida era in gran parte definito da un documento chiamato a volte "Ingiunzioni di Quindici" (掟十五ヶ条, Okite jūgo-ka-jō), che accompagnava i giuramenti firmati a Kagoshima nel 1611 e che dettagliava le restrizioni politiche ed economiche imposte al regno. I divieti su commercio estero, diplomazia e viaggi al di fuori di quello ufficialmente permesso da Satsuma erano tra gli elementi principali di queste ingiunzioni. Le estese relazioni commerciali di Ryūkyū con la Cina, la Corea e il Sud-Est asiatico furono rivolte agli interessi di Satsuma, e varie leggi furono messe in atto proibendo le interazioni tra i giapponesi e i Ryūkyūani che viaggiavano tra le due nazioni insulari. Allo stesso modo i viaggi all'estero da Ryūkyū in generale e il ricevimento di navi nei porti di Ryūkyū erano fortemente limitati con eccezioni fatte solo per scambi ufficiali e viaggi diplomatici autorizzati da Satsuma.
Galleria d'immagini
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Ryukyu Kingdom - Invasion and Vassalage, su wiki.samurai-archives.com. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2020).
- ^ 「雑録後編2」No.851
- ^ 上原 pp.64
- ^ 「島津家文書之二」(「大日本古文書・家わけ16」)No.1119
- ^ 「雑録後編3」No.1862尚寧宛義久書状「別て貴国の流人、左相府の御哀憐を以て本国に之を送らるる。其の報礼の遅延然る可からず。急ぎ一使を遣わすに謝恩の意の厚きを以てすべし。其の期に莅めば馳走を遂ぐ可き者也」
- ^ 「雑録後編4」No.532島津家久「呈琉球国王書」「今際聘せず、明亦懈たれば、危うからざるを欲して得べけんなり」
- ^ 「奄美大島諸家系譜集」「笠利氏家譜」「慶長十三年、日本薩州縦り御攻め取りの刻、両御大将舟を召し、一艘は笠利湊江御着岸、先一艘は同間切の内、雨天湊江御着岸。先一番佐文為転江御勢を向けられ、畢、為転薩州の御手に属し奉り、大島中の手引きをして、 則ち島人を降参せしむ」
- ^ 「奄美大島諸家系譜集」「前里家家譜」「然処に、鹿府より樺山美濃守様、本琉球対地の為、当津大和浜江御差入之宛、則ち茂手樽降参いたし、用物薪草野等捧げ奉り、首尾好く此の地相納り、之より数日ご滞在に及び、順風を以て、本琉球え御渡海なられ・・・」
- ^ 「渡海日々記」「十六日・・・此日とくと申嶋江類船之内十三艘参候」
- ^ present Kametoku harbor in Tokunoshima town.徳之島町・亀徳港
- ^ 「肝付兼篤書状」「公(肝付越前守兼篤)の船及ひ白坂式部少輔の船唯二艘、徳の島の内かなぐまに着す、此間18里、従者の舟は同嶋の内わいな(湾屋)に着す、共に着する船7艘なり、ここにて敵一千ばかりかけ来り、通夜舟の辺を囲居るの際、翌18日、各船より下りて鉄炮を放ちかくれば、暫も支へず崩れ行を追打に首50ばかり討取けり、内当手の士前田左近将監・伊達斛兵衛尉・白尾玄蕃允・有馬藤右衛門尉・坂本普兵衛尉各分捕して5人を得たりと云々、同20日、同嶋の内あき徳に至(原注:かなくまより五里)、味方の舟二三艘此所に着けるに、敵寄せ来たりしをここかしこに追詰、二三十人討取しと云々、同21日、あきとくを出、海路七八里程行けるに、俄に風悪くなりしかば、辛して漕戻し又元の泊の隣かめそう(亀津)と云所へ着す、あきとくにて樺山氏を始兵船二十艘渡海、同湊に入、当手の小舟もここにて追付奉る、都合舟数70余と云々、」
- ^ He became Zen priest in early life,and went Japan to study Zen. 10 years later, he came back to Ryukyu, became the chief priest of Enkaku-ji (円覚寺). When Satsuma invaded, he was old and had retired from chief of the temple. After this war, Shō Nei constructed Seirai temple (西来院) for Kikuin. Sho Nei gave Kikuin the title of prince, and ordered him to succeed the prince regent Shō Ko. Kikuin assisted Sho Nei for several years, and then he retired again. He died October 13, 1620. 「琉球国由来記」No.69
- ^ Shimazu Yosihisa, Yoshihiro, Iehisa
- ^ 「喜安日記」「西来院は数年薩州に住居ありて殊更御両三殿御存知の事なれば行向て無為和睦を申調られよ」
- ^ 久良波. Currently a part of Onna village
- ^ 「喜安日記」「二十九日早天」
- ^ 大湾 or 大湾渡具知 (Ōwan Toguchi) downstream of the Hijya River
- ^ 「雑録後編4」No.553「樺山権左衛門久高譜中」「明くる日悉く那覇の津に到らんと欲するも、爰で津口に鉄鎖の設け有るを之聞き、鉄鎖有る、則ち豈に一船の津隈に入るを得んや、且つ亦、他江の軍船繋ぐ可き無し。是を以って四月朔日に、物主等の乗る船五、六艘をして、件の指南を以って那覇津に到らしめ、其の余は悉く陸地に上がらしめ、干戈を手に共にして進み向かうに・・・」
- ^ Satsuma delegation: 大慈寺, 市来織部, 村尾笑栖. Ryukyu: 具志上王子尚宏, 西来院(菊隠), 名護, 池城安頼, 豊美城續, 江栖栄真, 喜安, 津見. "Kian diary"
- ^ Ichirai-Oribe (市来織部) and Murao-Syosu (村尾笑梄) with their troops. "Kian diary"
- ^ He was the regent of the Kingdom. He assisted his brother very well, but died at 33 years old in Japan, on August 21, 1610. 上原 pp.201
- ^ Kerr. p159.
- ^ These can be found in translation in Kerr. pp160-163.
- ^ Smits. p16.
- ^ Toby, Ronald. State and Diplomacy in Early Modern Japan. Princeton: Princeton University Press, 1984. pp46–47.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Stephen Turnbull, The Samurai Sourcebook, Cassell & Co., 1998, ISBN 1854095234.
- The Samurai Capture a King, Okinawa 1609. Author: Stephen Turnbull. Osprey Raid Series #6; Osprey Publishing, 2009. ISBN 9781846034428
- 琉球大学リポジトリ「喜安日記(伊波本)(Kian diary)」http://ir.lib.u-ryukyu.ac.jp/handle/123456789/10214 Archiviato il 14 dicembre 2020 in Internet Archive.
- 鹿児島県歴史史料センター黎明館編「旧記雑録後編4」鹿児島県,1984年.No.557「琉球渡海日々記(My diary of crossing sea to Ryukyu)」No.659「琉球入ノ記」
- 鹿児島県歴史史料センター黎明館編「旧記雑録拾遺家わけ2」鹿児島県,1991年.No.640「肝付兼篤書状」
- 亀井勝信編「奄美大島諸家系譜集」図書刊行会,1980年.
- 外間守善編「琉球国由来記」角川書店、1997年。No.69「達磨峰西来禅院記」
- 上原兼善「島津氏の琉球侵略」榕樹書林、2009年。("Ryukyu invasion by Shimazu clan". Author: Uehara Kenzen.)
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ryukyu Kingdom - Invasion and Vassalage, su wiki.samurai-archives.com. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2020).