Utente:Giuseppe.albano/Sandbox

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Alessandro Petti, detto Sandro (Roma, 1 marzo 1927Ischia, 29 giugno 2022), è stato un architetto, designer, urbanista e pittore italiano, considerato tra i più importanti architetti operativi sull'Isola di Ischia, nonché amico e frequentatore di vari artisti che bazzicavano tra Roma e l'isola dell'arcipelago campano come Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Sante Monachesi, Mimmo Rotella e di personaggi del jet-set nazionale, tra questi Fred Bongusto con il quale strinse una feconda amicizia durata oltre cinquant'anni.

Nato a Roma nel 1927 e cresciuto sull'isola di Ischia grazie alla sua parentela da parte di madre che era di origine napoletana e trasferitasi in seguito sull'isola dell'arcipelago campano. Nella famiglia materna erano imparentati anche i noti pittori napoletani di inizio secolo Vincenzo Colucci e Eduardo Maria Colucci, entrambe allievi di Giuseppe Casciaro. Le abitazioni ischitane degli zii divennero ben presto ambienti di frequentazione di una raffinata intellighenzia partenopea e non, tra questi si possono citare Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica, i pittori Casciaro e Carlo Carrà[1]. Il giovane Petti stimolato dal facondo ambiente materno maturò un profondo interesse verso l'arte, dapprima con la pittura e successivamente verso l'architettura concludendo i suoi studi proprio in questa disciplina all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". In Via Margutta aprì già a diciotto anni un primo studio da pittore e progressivamente ampliati per ospitare il suo atelier di architetto fino al 1972.

Il boom turistico degli anni Cinquanta iniziò a trasformare l'isola di Ischia da un luogo, come affermò Cesare Brandi appena dopo la fine del conflitto mondiale, con la freschezza spontanea e la naturale trascuratezza di un luogo lasciato fuori dalle correnti del traffico[2] in uno dei crocevia turistici più importanti del Mediterraneo. La figura chiave di questo processo fu l'industriale Angelo Rizzoli che commissionò già nel 1950 all'architetto Ignazio Gardella l'ampliamento e la trasformazione del precedente Albergo Regina Isabella a Lacco Ameno contribuendo non poco alla scoperta internazionale dell'isola che ancora manteneva quel fascino di un luogo incontaminato e lontano dai bagliori del progresso che avevano stravolto la piccola isola di Capri. Il fascino del mito della mediterraneità attirò quindi personaggi del mondo cinematografico, di scrittori e poeti come Luchino Visconti, Wystan Hugh Auden, Truman Capote, Anna Magnani, Romy Schneider e Burt Lancaster[2] per citare alcune delle personalità che frequentarono l'ambiente creato da Rizzoli sull'isola al quale si aggiungono altri negli anni successivi come Hans Werner Henze, Ingeborg Bachman, Eduard Bargheer, Alberto Moravia ed Elsa Morante[2].

La ricercatezza di una mediterraneità voluta da una frequentazione sull'isola di intellettuali spingeva alla teorizzazione critica di uno stile puramente mediterraneo e mimetico rifiutando ogni forma di modernizzazione che intaccasse la genuinità delle architetture isolane[2]. È proprio in questa temperie che venne messo a punto un linguaggio di una modernità linguistica dal sapore pseudo-organico con influssi architettonici tipicamente neo-barocchi e moreschi da parte di tre architetti che si dimostrarono tra i più prolifici dell'isola: Petti, Ugo Cacciapuoti e Fritz Zollinger.

Fresco laureato, nel 1952, Petti progettò e realizzò ad Ischia, non molto lontano dall'albergo di Punta Molino progettato da Giulio De Luca nel decennio successivo, il prestigioso hotel a cinque stelle Il Moresco. L'edificio presenta una conformazione morfologica lontana dai linguaggi contemporanei allora praticati in Italia, rifugiandosi in forme desunte dall'architettura rurale ed interrotto, come contrappunto moderno al corpo basso e lungo solamente dalla torre svettante delle camere che affacciano in direzione di Vivara, anch'essa ricca di richiami al barocco isolano con la presenza di un'apertura polilobata. Nel medesimo anno si occupò della definizione degli spazi del noto night club ischitano 'O Rangio Fellone sul lungomare Cristoforo Colombo, a ridosso di Punta Molino[1]. L'allestimento del club segnò una svolta significativa per il giovane architetto che si specializzò proprio negli anni successivi alla caratterizzazione della movida notturna dell'isola, diventandone uno dei protagonisti indiscussi della dolce vita ischitana. Intorno alla fine del decennio progettò l'altro night dell'isola, il Castillo de Aragona ai piedi del Castello Aragonese. Il night fu edificato in uno stile architettonico molto mimetico con la parete rocciosa retrostante e una piccola spiaggetta anteriore a servizio dei fruitori del locale.

Nel 1960 il grande sviluppo urbanistico del capoluogo isolano diede occasione all'architetto di progettare diverse ville per privati in stile mediterraneo ischitano. Alla fine del decennio progettò gli ambienti del night di Via dei Mille a Napoli de La Mela su commissione dei fratelli Campanino[2].

  1. ^ a b Antonio Lubrano, Sandro Petti vuole fare “belle” Ischia, Casamicciola e Forio con progetti di moderna trasformazione futura donati ai tre “ fortunati” Comuni, su Il Golfo 24. URL consultato il 25 agosto 2024.
  2. ^ a b c d e Andrea Maglio, L’altra faccia del golfo. Ischia e l’architettura mediterranea, in Andrea Maglio, Fabio Mangone e Antonio Pizza (a cura di), Immaginare il Mediterraneo. Architettura arti fotografia, Napoli, artstudiopaparo, 2017, pp. 329-341, ISBN 978-88-99130-480.