Utente:Spirituale/Prove

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Mondo Spirituale e livelli extra fisici

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Con la definizione di mondo spirituale, citata più volte nei libri di Rudolf Steiner e da altri, si intende un insieme di entità non fisiche, gerarchicamente strutturate tra loro, che operano in completa sincronia per giungere ad un fine comune e che interagiscono col mondo fisico, determinandolo.

Esso è da intendersi come una realtà che non ha evidenza nel mondo fisico e la cui esistenza, come d'altronde quella di Dio, non è scientificamente comprovata o comprovabile (Nella filosofia della scienza di Karl Popper, l'asserzione dell'esistenza di un Dio sovranaturale sarebbe una ipotesi non falsificabile, e quindi chiusa all'investigazione scientifica. Vedi pure Rasoio di Occam, La tesi dell'inesistenza di un dio creatore) .

Le entità che lo compongono non sono percepibili con i normali cinque organi di senso fisici [1] (tatto, udito, olfatto, vista e gusto), ma per mezzo di organi energetici che presso le filosofie orientali prendono il nome di chakra.

I chakra sono da intendersi metaforicamente come "organi in via di formazione", il cui sviluppo avviene attraverso l'applicazione costante di specifici esercizi [2] , anche di ordine pratico. Questi esercizi, inizialmente a carattere esoterico[3], erano in principio destinati unicamente agli iniziati, per il loro accrescimento interiore. Tuttavia col trascorrere del tempo e visto il costante accrescimento del grado evolutivo dell’umanità, furono trasmessi al mondo intero.

Secondo alcune filosofie spirituali quale ad esempio l'antroposofia, il mondo spirituale - vale a dire immateriale - pur non esistendo nel mondo fisico lascia tracce della propria esistenza metafisica attraverso gli effetti della sua azione nel mondo fisco, con un azione paragonabile a quella del pensiero, il quale pur essendo immateriale (ma esistente) ci condiziona pesantemente. In estrema sintesi esiste una indefinita area di contatto tra il mondo fisico e metafisico[4] in cui il secondo interagisce col primo, condizionandolo a dipendenza della necessità, il tutto affinché si possa giungere al fine determinato. Nella realtà quotidiana qualcosa di simile si incontra quando si passa dalla realtà progettuale a quella realizzativa: se in sede esecutiva ci si trova confrontati con un imprevisto, si apportano le correzioni adeguate e quindi si procede di conseguenza.

Taluni arrivano persino ad ipotizzare che certe forze metafisiche siano paragonabili a forze fisiche come la forza di gravità che pur non essendo visibile manifesta la sua esistenza in qualsiasi nostra azione quotidiana.

Le entità extra fisiche

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Questo campo ultraterreno o temporale (inteso come l'esatto opposto delle nostre dimensioni spazio-temporali), sede delle realtà spirituali, è stato studiato in forma medianica da molti personaggi fra i quali Helena Petrovna Blavatsky, un'esponente di spicco del movimento teosofico sorto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Mentre in forma non medianica ma cosciente, detto campo è stato esplorato da personaggi quali Georges Ivanovitch Gurdjieff, Ghunter Wachsmuth e dal fondatore dell'antroposofia[5] Rudolf Steiner. Nel libro Gerarchie spirituali quest'ultimo descrive approfonditamente le schiere da lui definite sovrasensibili e i loro compiti.

Per meglio comprendere quanto appena descritto è utile definire la differenza di approccio alla questione tra chi affronta la ricerca in maniera medianica e chi invece la studia in maniera cosciente.

Stando a ciò che dice l'esoterismo, nella medianità la persona entra in uno stato di trance, e perde temporaneamente l'uso delle proprie facoltà intellettive razionali: inizia quasi meccanicamente a interagire con chi ne gestisce il corpo. A seduta terminata il medium si risveglia senza nulla ricordare e senza capire quanto è avvenuto. Ha fatto delle esperienze ma non le ha trattenute in sé. Ha detto magari delle grandi verità ma non ne ha i mezzi per afferrarle. Esemplificando si può dire che è come versare l'acqua in un colabrodo: se non vi è un altro contenitore sotto non resta niente.

Chi invece indaga in maniera cosciente, cioè in stato di veglia, affronta la questione in maniera razionale. Esperisce, sbaglia, riconosce gli errori e col tempo cerca di superarli senza ricercare scorciatoie. In merito a ciò, Steiner sosteneva che chiunque avesse correttamente e costantemente applicato alcuni degli esercizio da lui descritti, dopo un appropriato periodo più o meno lungo, a seconda del grado di coscienza, sarebbe giunto a percepire cose analoghe a quelle del medium, ma con una grande differenza: nel primo una volta terminata la seduta non rimane ricordo alcuno di quanto avvenuto, mentre nel secondo resta l'immagine, la sensazione e il concetto di quanto percepito.

Il ricordo in questo campo è essenziale, perché in fasi successive è quello che permette di fare tesoro dell'esperienza vissuta, ma anche di capire i nessi tra le cose e le relazioni comuni che intercorrono tra cose diametralmente opposte. Così facendo ci si evolve: è come ricomporre un grande puzzle dove ogni singolo elemento appare come una cosa a sé stante mentre invece è sempre interdipendente.

Per capire cosa sia una realtà spirituale occorre innanzitutto definire con precisione le caratteristiche della realtà fisico solida, le sue regole, le sue leggi e quindi ribaltare il tutto all'esatto opposto:

Lo stesso discorso vale per le regole e le leggi:

In sintesi: tanto è limitato e limitante il mondo fisico tanto è indefinibile ma onnipotente (inteso come potenziale, che in potenza può fare tutto per giungere a buon fine) il mondo spirituale.

Gerarchie spirituali

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Gli antichi filosofi greci sembra conoscessero bene queste schiere, avendo dato loro precise denominazioni che però, col passare del tempo, vennero confuse e travisate. Essi riconoscevano il sistema divino con un altro nome: il mondo delle idee, il luogo da cui si dipartono tutti i princìpi che determinano il mondo solido terrestre e la nostra fisicità.
Anche Aristotele coniò una denominazione di questi livelli ultrafisici (testo tratto dalla voce Teknopedia/Aristotele: L'ontologia è la filosofia prima aristotelica che ha come oggetto l'ente. Aristotele intende per ente tutto ciò che è, tutto ciò che esiste: sarà perciò ente un uomo, così come sarà ente il suocolore dipelle. Ovviamente fra i due enti sussiste una notevole differenza, però entrambi devono essere ritenuti tali... Il filosofo distingue fra i vari enti 10 categorie entro cui classificarli sulla base della loro differenza: sostanza, qualità, quantità, dove, relazione, agire, patire, avere, giacere, quando. Le 10 categorie possono anche essere definite generi massimi, poiché permettono la completa classificazione degli enti.), ma poi rivolse la sua attenzione ad altri campi, con risultati eccelsi, e delle categorie aristoteliche, secondo Steiner, nessuno seppe più dare una applicazione adeguata.

Con l'avvento del Cristianesimo, queste entità extra corporee furono rinominate in altro modo ed assunsero il nome di schiere angeliche.
Durante i suoi lunghi studi Steiner, nei primi anni del secolo scorso, ne avrebbe illustrato le denominazioni greche, e chiarito le funzioni e gli organi ad esse correlati (e di seguito esposti), assieme ad alcune nozioni di numerologia.

Attenzione!: la denominazione greca si riferisce a entità spirituali e non all’espressione fisico solida dei pianeti che compongono il nostro sistema solare. Gli iniziati greci per Giove intendevano le forze gioviali che avevano contribuito alla formazione di quanto ora esiste a livello fisico solido sia nel macrocosmo che nel microcosmo e non il pianeta Giove.

Discorso a parte meritano infine alcune espressioni che definiscono caratterialmente la persona come saturnina, gioviale (in altri termini l’ottimista, che è l’esatto opposto del pessimista, cioè di colui che si rode il fegato), solare, marziano (con particolare riferimento alla guerra), mercuriale o lunare.
Con questa chiave di lettura sarebbe interessante capire se l’astrologia si riferisce ai pianeti che girano nel cielo o alle entità spirituali che le hanno create.


Numero Denominazione greca Sephiroth Entità spirituale Funzione Corrispondenza con gli organi interni Corrispondenza con i metalli Categorie Aristoteliche
1 Nettuno Kéter Serafini Spiriti dell'Amore Sistema nervoso Sostanza
2 Urano Khokhmáh Cherubini Spiriti dell'Armonia Metabolismo Qualità
3 Saturno Bináh Troni Spiriti della Volontà Milza Piombo Quantità
0 0 = fine prima fase
1=4=10 Giove Hésed Dominazioni Spiriti di Saggezza Fegato Stagno Tempo giusto
2=5=20 Marte Gevuráh Virtù Spiriti del Movimento Cistifellea Ferro Azione, volontà
3=6=30 Sole Tiféret Potestà/Potenze Spiriti della Forma Cuore e circolazione Oro Situazione
00 00 = fine seconda fase
1=7=100 Venere Nétzah Archai/Principati Spiriti della Personalità Reni Rame Relazione
2=8=200 Mercurio Hod Arcangeli Spiriti del Fuoco Polmoni e colon Mercurio Abitudine mentale
3=9=300 Luna Yesód Angeli Spiriti del Crepuscolo Cervello e organi sessuali Argento Difetto
000 000 = fine terza fase
1=10=1000 terra\uomo Malkút Pensiero
Plutone, (inteso come le forze spirituali plutoniane ma non come forze di gravità o di attrazione), anche se ha una sua specifica funzione, in questa tabella non c'entra e non c'è mai entrato. Una debole conferma di ciò la si potrebbe estrapolare anche dalla manifestazione fisica di queste forze, cioè il corpo celeste Plutone scoperto nel 1930, il quale a differenza di tutti gli altri pianeti presenta un'orbita notevolmente inclinata rispetto all'eclittica e che proprio in questi mesi è stato definitivamente declassato a pianeta nano

Sempre secondo Steiner le nove Entità spirituali suddivise in 3 serie di schiere angeliche composte ciascuna da tre tipologie di Angeli esplicherebbero funzioni, regole e compiti ben precisi sia nel macrocosmo planetario sia nel microcosmo umano ("Tale in alto tale in basso"; così Ermete Trismegisto riassunse la frase precedente).

Questo ripetersi di tre volte tre è evidente anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri dove troviamo tre parti principali: Inferno, Purgatorio, Paradiso. In pratica è un continuo richiamo alla Trinità. Rilevante è anche il fatto che, tranne l'inferno, queste parti siano composte da tretre (trentatre) canti. L'Inferno ne conta trentaquattro in quanto in antitesi a Dio. La somma dei vari canti ammonta a 100 e 100 è pure il quadrato di 10, e dieci sono infatti le entità spirituali.

Tutte e nove queste entità avrebbero dato il loro apporto differenzato sia nella formazione del mondo sia nella formazione dell'uomo. Paragonandole figurativamente ad un'azienda, le prime tre rappresentano l'apparato dirigente, le seconde i quadri intermedi e le ultime i vari settori produttivi. Inoltre l'uomo attualmente si troverebbe nella fase 1000, cioè la fase umana plasmata dal lavorìo degli spiriti che lo hanno preceduto; viene supposto che, quando con l'intervento della decima entità riuscirà a prendere la giusta coscienza, l'uomo avrà terminato questa fase di incarnazione e sarà nella fase non più mille e ci si avvicinerà nuovamente al Tempo.

Anche le forze delle tenebre hanno le loro schiere. Fin dagli albori la religione cristiana ne conosceva i príncipi a capo di esse e le tentazioni che erano in grado di procurare al corpo dell'essere umano.
Dante, nella Divina Commedia, li colloca a capo dell'inferno mentre Goethe, nel Faust le identificava con Mefistofele, una creatura di origine divina e con compiti specifici assegnatigli direttamente dal Creatore.

Sul compito di queste schiere è utile una premessa sul significato del bene e del male: male è l'uso scorretto o inadeguato delle cose in rapporto alla loro funzione (l'utilizzo di un libro quale spessore sotto alla gamba di un tavolo in luogo di utilizzarlo per leggerlo) ma male è pure un atto benefico fatto in un tempo non corretto. Detta in altri termini male è una buona azione compiuta fuori dal tempo giusto cioè in anticipo o in ritardo.
Una madre che si prende cura del proprio figlioletto aiutandolo a lavarsi, a vestirsi, a mangiare, ad accompagnarlo all'asilo, a coccolarlo al suo rientro e a rincuorarlo quando è confrontato con le prime difficoltà della vita compie una giusta azione nei confronti del bambino.
Ma se queste azioni si prolungano nel tempo e vengono pedissequamente ripetute anche quando il bambino d'un tempo frequenta ormai l'università, ognuno di questi semplici atti diventa un male spropositato per un uomo che raggiunta l'età adulta dovrebbe invece imparare ad arrangiarsi da solo.

Le cosiddette forze della tenebre avevano in origine un compito ben preciso: aiutare il mondo fisico ad allontanarsi dal mondo spirituale (la cacciata dal paradiso terrestre). Esse hanno allora operato secondo il volere superiore affinché l'umanità si incarnasse nel fisico solido.
A poco a poco grazie anche al loro intervento ci siamo quindi evoluti fino a diventare quello che siamo. Il vero dramma però si verifica adesso: noi siamo ormai ben consolidati nel fisico solido (prova ne sia che ormai non crediamo più al mondo spirituale) e quindi non avremmo più bisogno di queste forze, le quali tuttavia continuano ad agire secondo il compito assegnato e ad allontanarci ancor più dal mondo spirituale.
Ecco il bene fuori dal tempo giusto.

Le schiere diaboliche sono cinque suddivise in questo modo:

Azuras
Azuras
Azuras
Forze sataniche
Forze luciferiche

L'azione delle prime due schiere azuriche non è ancora definita, mentre della terza si può dire che la loro azione tende stravolgere il significato della realtà circostante. In senso pratico è quanto avviene quando una mamma si sostituisce al figlio nello svolgimento dei compiti: quest'ultimo ne riceve un beneficio temporaneo che però nell'ottica generale dell'apprendimento alla fine lo danneggia.

Le ultime due schiere prendono il nome dai rispettivi capi: Satana o Arimane e Lucifero.

Sono sempre assieme, non c'è l'uno senza l'altro e la loro azione è sempre in coppia (per intenderci, come Gianni e Pinotto, Stanlio & Ollio, Cip & Ciop, gli scoiattoli di Walt Disney, Franco e [[Ciccio Ingrassia|Ciccio, e altre coppie ancora) pertanto, a torto, vengono spesso considerati come un'unica entità con due nomi.

Nel corso evolutivo dell'umanità il compito delle forze luciferiche, illustrato in sintesi, è quello di separare, mentre il compito delle forze sataniche è quello di consolidare la separazione. Dapprima intervengono le prime a scindere e immediatamente dopo giungono le seconde a fissare definitivamente quanto separato.
Nell'uomo Lucifero agisce sulle facoltà mentali inducendogli un tipo di pensiero slegato dalla realtà, spingendolo cioè a creare castelli in aria; Satana gli dà la fissità nel pensiero (le cosiddette fisse), lo rende abitudinario e lo fossilizza sulle sue posizioni.
L'azione continua di queste due schiere porterebbe nel tempo alla disgregazione totale dell'umanità se non subentrasse la decima entità spirituale il cui compito, con la presa di coscienza, è quello di ritornare per altra via alla casa del padre.

I sette periodi evolutivi

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Secondo l'antroposofia l'umanità deve passare attraverso sette stadi, tre sono già passati ed ora siamo nel quarto. essi sono:

  • Saturno
  • Sole
  • Luna
  • Terra
  • Giove
  • Venere
  • Vulcano


I quattro esseri elementari

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Oltre alle schiere angeliche e demoniache, sulla terra sono presenti altri esseri elementari ultraterreni. Essi sono il risultato del lavoro svolto dalle gerarchie spirituali nelle precedenti fasi evolutive.
Nelle fiabe sono conosciuti come elfi, gnomi e fate. Mentre tra gli esoterici sono conosciuti come di seguito illustrato e con il loro specifico compito:

  • le salamandre, sono gli spiriti elementari legati al fuoco
  • le silfidi, sono gli spiriti elementari dell'aria
  • le ondine, sono gli spiriti elementari dei liquidi e servono a metterci in contatto con gli angeli
  • gli gnomi sono gli spiriti elementari della terra.
  • Etere di calore
  • Etere di luce
  • Etere chimico
  • Etere di vita

Le descrizioni dei sottostanti corpi sono un riassunto delle descrizioni formulate in vari libri della vasta opera di Rudolf Steiner.

Il corpo fisico

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Alla formazione iniziale del corpo fisico hanno contribuito le prime tre forze

Alla formazione iniziale del corpo fisico hanno contribuito le prime tre forze
Elemento caratterizzante: il mondo minerale.

Quando la nostra attenzione viene focalizzata da un oggetto, una pianta, un animale o una persona, normalmente i nostri sensi si concentrano sull'aspetto esteriore fisico per cercare di capire la realtà con cui si è confrontati. Ne osserviamo le forme, i colori e la materia che la costituisce, ne scrutiamo gli aspetti caratteristici più o meno comuni, ma soprattutto i dettagli che la diversificano rispetto al resto della realtà circostante.

È la realtà fisico solida. Sue caratteristiche sono quelle di avere una forma, una massa, delle dimensioni, un peso, un volume e di rispondere alle precise regole della logica fisica, della scientificità.
Alla base di tutto vi sono poco più di un centinaio di elementi che combinati fra loro formano la realtà solida del nostro sistema solare.

Inizialmente il simbolo dell’azoto era A di azoté, che significa "privo di vita", solo successivamente fu adottata la denominazione nitrogène (generatore di nitron) da cui deriva il simbolo N. È curioso rilevare che se si adottasse l’antica denominazione e se si unissero i simboli degli elementi citati si otterrebbe la parola CHAOS, e nella mitologia greca all'inizio esisteva solo il Caos

Anche gli esseri umani, così come il mondo vegetale e animale, sono formati da una parte di questi elementi, alcuni dei quali primari (il carbonio, il cui simbolo é C, l'idrogeno H, l'azoto N, l'ossigeno O e lo zolfo S) e altri secondari. Un po' come l'alfabeto che è composto da cinque elementi importanti, vale a dire le vocali, e da altri secondari quali le consonanti.
Se con questa ventina di lettere è possibile creare un romanzo di eccezionali dimensioni, non vi è da stupirsi per il risultato scaturito dalla combinazione di questo centinaio di elementi.
Ma se nel caso del romanzo è chiaro che chi combina le lettere fra loro è la mente umana, nel caso dell’accostamento dei vari elementi non lo è altrettanto: chi combina questi singoli elementi fra loro fino a formare la moltitudine di esseri viventi presenti nel regno vegetale, nel regno animale e nel regno umano?
Qual è la differenza tra un albero vivo ma spoglio del suo fogliame nella stagione invernale e un albero realmente morto nel corso dello stesso periodo invernale? Fisicamente parlando nessuna: entrambi sono privi di vegetazione entrambi giacciono inerti ed entrambi sono formati della stessa materia!
La differenza sta altrove e per cercarla bisogna andare su un altro piano: quello energetico spirituale che sta alla base della vita.

Il corpo eterico

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Alla formazione del corpo eterico hanno contribuito le seconde tre forze

Elemento caratterizzante: l'acqua.

È l'energia vitale, la prima delle realtà sovrasensibili presente in tutti gli esseri viventi, suo compito primario è quello di strutturare la materia dandole una forma. Esso genera la fluidità, la plasticità, la capacità di crescere e di riprodursi. Oltre a quanto descritto l'eterico ha pure il compito di far invecchiare il corpo della realtà vivente affinché possa concludere il ciclo naturale della vita.
Nell'uomo oltre a ciò genera la capacità di pensare.
Quella vitale, come tutte le energie, non è osservabile direttamente con gli organi di senso ma attraverso gli effetti che esse provocano sul fisico.

Sua prerogativa è di essere come l'acqua che s'insinua e s'infiltra dappertutto ed agisce in maniera analoga alla vegetazione che prospera su un terreno fertile incolto: nel giro di poco tempo riprende possesso dell'intera superficie colonizzandola con le sterpi e le piante che risultano più resistenti, giungendo infine a ritrasformare in bosco il coltivo di un tempo.

L'eterico si identifica in primo luogo con la vita del mondo vegetale e a dipendenza del tipo di eterico si ha una determinata forma. L'eterico del pomodoro plasmerà la materia come il pomodoro mentre l'eterico di un platano la strutturerà come un platano. Lo stesso discorso vale sia per il fisico di un animale sia per quello di un essere umano: a dipendenza del tipo di eterico avremo una certa pelle, una certa altezza, un certo peso, determinati tipi di organi interni ed anche un certo cervello.

In generale sulla parte superiore del corpo è percepito come una seconda pelle in quanto si estende di poco oltre il fisico. Mentre nelle gambe, a dipendenza del grado di coscienza della persona, può estendersi di poco oltre il fisico oppure apparire come una indistinta tunica.
Chi è ricco di eterico avrà pensieri abbondanti mentre chi ne è povero avrà pensieri rigidi e fissi. Sempre secondo questa interpretazione, nel fisico chi è ricco di eterico ha un corpo plastico, chi ne è povero avrà un corpo più secco. I bambini che di norma sono ricchi di questa realtà eterica sono elastici, flessibili e mobili mentre gli anziani che solitamente ne sono poveri, sono molto più rigidi, secchi e statici. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui quando un anziano cade, ha molte più probabilità di rompersi un osso rispetto ad un bambino: per il fatto che c'è meno energia vitale.

L'eterico, che si identifica con la vita del mondo vegetale[6], non possiede però la facoltà di muoversi autonomamente e questa osservazione diventa banale quando si volge lo sguardo verso un qualsiasi elemento del mondo vegetale.
È vero le fronde delle piante oscillano se sospinte dal vento ed anche le alghe ondeggiano se cullate dalle correnti o se mosse dai flutti, ma non hanno movimento autonomo. È un movimento passivo condizionato da fattori esterni. Chi dà il facoltà di muoversi è un'altra realtà che però è solo prerogativa di altri esseri viventi.

Alla luce di quanto spiegato circa l'eterico forse sarebbe interessante riflettere sull'affermazione di Talete "l'acqua è principio di tutto".

Il corpo astrale

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Alla formazione del corpo astrale hanno contribuito le ultime tre forze

Elemento caratterizzante: l'aria.

L'astrale si identifica con la vita del mondo animale.

Nella sua ontogenesi, il genere umano ripete filogeneticamente tutti gli stadi evolutivi precedenti, riproponendoli, quando occorre, in forma nuova o attualizzata; come nel caso del |sistema binario (vale a dire quel complesso sistema numerico che utilizza solo due simboli l’uno e lo zero) con particolare riferimento al centro e alla periferia (rispettivamente 1 e 0).
Così, come la terra, che presenta un centro fisso, “statico” e una periferia mobile che consente la vita a noi e a tutti gli esseri che dimorano sulla sua superficie cioè sul confine tra lo statico (suolo) e il dinamico (cielo); come l’atomo che presenta un nucleo centrale immobile, in altri termini “morto”, e una fascia esterna in continuo movimento; come una cellula che ha un nucleo relativamente statico e una periferia mobile (citoplasma), anche l’uomo oltre al corpo fisico (l’uno) ha qualcosa di simile: è una realtà spirituale che lo avvolge come una sorta di palloncino che non risulta tuttavia visibile con i normali organi di senso fisici (come d'altronde anche l’eterico). È l’astrale (lo zero).

È una realtà periferica, di frontiera, il cui compito è quello di metterci in relazione con il mondo circostante attraverso il principio del piacere/dispiacere.

Il sistema del piacere e dispiacere è una tecnica di coinvolgimento emotivo che ci costringe a provare, sul piano fisico, specifiche sensazioni che possono generare attrazione o repulsione verso oggetti, esseri viventi o verso specifiche situazioni che possono verificarsi nell’arco della vita. Naturalmente non sono gli oggetti in sé a produrre queste sensazioni ma le nostre aspettative su di essi, il nostro ruolo nei loro confronti.

Normalmente nel piacere ci si ritrova desiderosi di entrare o di soffermarsi in determinate situazioni considerate gradevoli, mentre nel dispiacere ci si adopera per uscirne nel migliore dei modi e, quando si è navigati, il più rapidamente possibile. Tipico del primo caso è l’innamoramento, tipico del secondo è la separazione da qualcosa che in noi produce dolore fisico o morale.
Se nell’attrazione tutto ci appare indistintamente bello, nella sofferenza tutto si manifesta per quello che realmente è, per cui prima si prende coscienza della differenza tra realtà ed aspettativa meno si soffre. In altre parole più ci si intestardisce nelle proprie convinzioni a discapito della realtà circostante, più si soffre.

La sua azione si manifesta inducendoci, per svariati motivi quali: familiari, professionali, economici, politici, ricreativi ed altri ancora, ad interagire con una cerchia di persone piuttosto che con altre, grazie al principio della similitudine, rendendo manifesto un preciso criterio: la realtà che ci circonda è lo specchio di noi stessi.
Grazie alla sua azione impariamo così a scoprire noi stessi attraverso la relazione con gli altri assecondando in tal modo una continua evoluzione del nostro essere.

Solo chi è dotato di sistema nervoso può avere l’astrale, le piante, che sono prive di nervi, non possono averlo. Più il sistema nervoso è sviluppato e più l’astrale risulta complesso.
Oltre a determinare le relazioni tra noi e gli altri esso ha pure il compito di generare il movimento e la sensazione nei corpi dell'animale e dell'essere umano.

Rispetto all’eterico é una realtà ancor più sottile ed evanescente, descrivibile come una invisibile nebbia nubiforme e multicolore, tendente ad una forma ovoidale e soggetta a continue e repentine variazioni; con alcuni ispessimenti, conosciuti come meridiani, che si irradiano in più direzioni. Se l’astrale entrasse in contatto diretto con il fisico lo brucerebbe, per questo è importante la mediazione dell’eterico. In pratica quest’ultimo fa da guaina al corpo fisico. Nel caso in cui l’energia eterica o vitale risulta debole ecco allora che si genera una disgregazione del corpo fisico a causa del contatto diretto di quest'ultimo con l’astrale.
Quando vi è un brusco calo dell’eterico dovuto ad ipodermia, la persona sente l’avvicinarsi dell’astrale sottoforma di calore. Ecco spiegato il motivo per cui alcune persone vengono trovate svestite nei casi di assideramento.

Esso contiene nel microcosmo umano ed animale le forze delle gerarchie spirituali che hanno creato il macrocosmo planetario.
Nell'essere umano si presenta suddiviso in tre: la parte inconscia in basso, la parte dei sentimenti in mezzo e la parte mentale al livello della testa mentre nell'animale sono presenti solo le prime due.
In noi dapprima ci fa agire d’istinto, poi fa suscitare dei sentimenti i quali a loro volta fanno sorgere il pensiero e con quest'ultimo si impara ad acquisire coscienza.

Semplici coincidenze?

Il simbolo astronomico della Terra è un cerchio con unacroce all'interno: la linea orizzontale rappresenta l'equatore, mentre quella verticale un [ meridiano]] (Earth symbol.ant.png , o occasionalmente anche ) fatto si è che il risultato finale può essere interpretato pure come un’unità composta da quattro parti.
Secondo la numerologia: Quattro é il primo numero non primo, e il tetraedro, la più semplice figura solida, ha quattro facce. Da quest'ultima interpretazione viene quindi associato alla materia e alla Terra in particolare, così come la Terra è legata ai quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest e Est). Un altro concetto legato a questo numero riguarda il tempo in quanto l'anno è diviso in quattro stagioni, i [[mesi] hanno all'incirca quattro settimane e, secondo un punto di vista Cristiano, la vita di Gesù è raccontata tramite quattro Vangeli, ognuno dei quali è, a sua volta, legato ai quattro classici elementi alchemici di fuoco, aria, acqua e terra. Più in specifico il Vangelo di San Matteo è associato alla terra in quanto insiste sull'incarnazione del Cristo nella sua forma terrena (fisico), il Vangelo di San Marco è associato all'acqua, poiché enfatizza l'importanza del battesimo (eterico), il Vangelo di San Luca è associato all'aria, in quanto è il più "lungo" (astrale), mentre il Vangelo di San Giovanni è associato al fuoco,in quanto è quello più "spirituale" (IO). Nella religione ebraica il Quattro simboleggia il Tetragramma biblico, cioè le quattro lettere che compongono il nome di Dio e che sono tanto sacre da non poter essere pronunciate da nessuno….
Durante la lettura di brani del vangelo chi ne beneficia è il corpo corrispondente all’evangelista letto. Se è Marco il beneficio o l’input lo trarrà l’eterico, se è Giovanni l’Io. Tuttavia essendo i corpi interdipendenti non è uno solo che ne trae profitto, ma anche gli altri.

For your discernment

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Nella filosofia della New Age è fondamentale che l'"apertura" nei confronti dell'incredibile sia regolata da ciascun individuo secondo le proprie inclinazioni spirituali personali. La frase più ricorrente nei forum e nelle altre comunità virtuali New Age è "for your discernment". Questa indicazione, "per il vostro discernimento" (come dire: "sottoposto al vostro giudizio") precede la maggior parte dei messaggi che contengono verità discutibili . Ogni new ager, quindi, è chiamato a scegliere in cosa credere, con discernimento. La frase for your discernment, inoltre, implica che lo scrivente non si ritenga, per principio, detentore di verità assolute o ultime. Talvolta questo implicito rispetto per le convinzioni e il cammino spirituale del prossimo, a prescindere dalle sue peculiarità, è espresso anche da un altro uso verbale, questa volta di derivazione esplicitamente orientale, "Namaste" (un saluto che significa grosso modo "mi inchino al divino che c'è in te").

Prima di affrontare l’argomento è necessario considerare sinteticamente alcuni concetti di carattere generale.

In sintesi (vedi anche differenza fra vita e morte): la morte è staticità, fissità, immutabilità; la vita è dinamicità, movimento, cambiamento, adeguamento ciclicità: Panta rei.
Su questa base, ammettendo l’esistenza di Dio, è possibile affermare che egli non può essere statico ma in continuo divenire in forme sempre nuove e mai ripetetitive.
Nel divenire di qualsiasi realtà occorre sempre che una parte di essa rimanga indietro affinché la parte restante possa progredire. :L’importante è che tra le due realtà perduri un reciproco rapporto, una interdipendenza che porti ad un permanente interscambio (legge del Karma).
Questa azione rende così più comprensibile la frase “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”.
Inconsciamente noi ripetiamo questa regola ogni volta che camminiamo. Ma anche ogni volta che mangiamo, beviamo respiriamo o svolgiamo funzioni escretorie noi, che siamo gli ultimi arrivati su questa terra, manteniamo un interscambio con essa che è stata la prima a formarsi nel mondo fisico solido.

Il corpo dell’uomo ovvero Homo homini lupus
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La locuzione latina homo homini lupus ("l'uomo è un lupo per l'uomo"), il cui precedente più antico si legge nel commediografo latino Plauto ("lupus est homo homini", Asinaria, v. 495), riassume la condizione dell'uomo nello stato di natura descritto dal filosofo inglese Thomas Hobbes.
Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e di sopraffazione. Egli nega che l'uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco.
Nello stato di natura, cioè uno stato in cui non esista alcuna legge o ordinamento giudiziario, infatti, ciascun individuo, mosso dal suo più intimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno vede nel prossimo un nemico. Da ciò deriva che un tale stato si trovi in una perenne conflittualità interna, in un continuo bellum omnium contra omnes ("guerra di tutti contro tutti" Hobbes, De cive, 1, 12), nel quale non esiste torto o ragione (che solo la legge può distinguere), ma solo il diritto di ciascuno su ogni cosa compresa la vita altrui.
Fuori dall'ambito strettamente filosofico, al giorno d'oggi l'espressione è utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell'uomo. Ha lo stesso valore di Mors tua vita mea (la tua morte è la mia vita). La sentenza è la palese rappresentazione dell'egoismo umano.
Se riferita al corpo umano, che come descritto in precedenza risulta composto da fisico,eterico e astrale, ed alla cui formazione hanno partecipato in differenti fasi tutte le varie entità spirituali, la definizione calza a pennello. Infatti, secondo gli studiosi della scienza dello spirito, esso sarebbe strutturato per allontanarsi sempre più dal mondo spirituale, fino a giungere nel tempo a smarrirne i legami, a negarne l’esistenza, e perdersi infine nel materialismo più assoluto.
In altre parole sarebbe predisposto all’errore e destinato ineluttabilmente ad uscire dalla retta via.

Ogni volta che nasce qualcosa di nuovo, sia esso oggetto o essere vivente, nel suo divenire (ontogenesi) ripete in forma rapida l’evoluzione precedente (filogenesi) e in tal modo ne mantiene vivo il legame.
La biologia moderna le spiega attraverso la teoria dell'evoluzione.

Dal greco πάντα ρει, tradotto come Tutto scorre è il celebre aforisma attribuito ad Eraclito con cui il filosofo descriveva la realtà non come qualcosa di statico e immutabile bensì come un flusso in continua trasformazione.
Se tutto è in continua trasformazione allora significa che l’uomo di oggi non può essere uguale all’uomo di due-tremila anni fa. Ma se a livello del fisico il corpo umano è rimasto pressoché immutato allora dove potrebbe situarsi il cambiamento? Qualcosa forse nei lineamenti, sicuramente più belli e più proporzionati ora rispetto a quelli dei tempi passati, ma fisicamente nulla di più. Ciò che è mutato lo si percepisce nel piano mentale, con lo sviluppo del pensiero razionale, pensiero assente in altri tempi e che risulta dato dalla logica conseguenza di un mutamento di rapporto tra il corpo eterico e l’astrale. Due-tremila anni or sono l’astrale dell’uomo era molto più simile a quello dell’animale, composto cioè da una parte inconscia e da una parte affettiva, seguiva sì la parte razionale, ma risultava talmente distaccata da apparire quasi come un corpo spirituale a sé. Infine vi era l’io ma questi risultava talmente distaccato da non risultare ancora codificato.
Ecco, secondo gli studiosi dello spirito il maggiore cambiamento è avvenuto in questi ultimi due corpi. Nell’astrale la parte razionale si è unita alla parte affettiva e dell’inconscio formando un tutt'uno, mentre l’io, grazie all’avvento di un Dio, si è fissato stabilmente all’interno della zona astrale dell’uomo.

Quando si verifica l’insorgere di un nuovo fenomeno questi non arriva di botto ma si preannuncia dapprima con alcuni casi isolati indi prosegue con un crescendo sempre maggiore fino a raggiungere l’apice per poi iniziare la fase discendente che teminerà anch’essa con alcuni ultimi casi isolati.
In campo militare si esplica nel modo seguente: al passaggio di un’armata si presenta dapprima una piccola parte in avanguardia col compito di individuare il nemico poi giunge il grosso della truppa al cui interno vi sono i comandanti e da ultimo, arriva un piccolo reparto di retroguardia cui è affidato il compito di protezione delle spalle, gruppo che in altri ambiti potrebbero essere chiamato ritardatario.
Da rilevare infine che l’avanguardia è da sempre quella che ci rimette di più e che soffre delle maggiori perdite proprio perché sempre a ridosso dell’avversario o di quella parte ritardataria dell’avversario.

Le antiche tribù erano gruppi sociali composti da un numero più o meno elevato di persone unite, oltre che da vincoli linguistici, etnici e culturali, da un legante di cui oggi abbiamo perso la vera comprensione: il sangue, ovvero la consanguineità. Erano in pratica delle famiglie ampliate dove l’unione tra parenti più o meno prossimi era prassi comune.
A conferma di ciò basti pensare ai faraoni dell’antico Egitto i quali, quando possibile, si univano tra fratello e sorella per mantenere intatta la linea ereditaria alfine di tramandarsi in maniera diretta le esperienze fatte dai loro predecessori. In altri termini si verificava un travaso di eterico di genitori in figli (maggiori dettagli su tale argomento sono reperibili nel libro di Steiner "Il sangue è un succo molto peculiare").
Nelle tribù, l’individuo non si designava come singola unità ma piuttosto come membro dell’intero gruppo. Di conseguenza egli si identificava non come io ma come noi, in quanto rappresentante di tutta la tribù.
Oggi avviene esattamente il contrario: grazie ad un ego fortemente sviluppato (da non confondere con l’Io) abbiamo perso il senso di appartenenza a qualsiasi tipo di gruppo e siamo fieri di identificarci come singoli e unici individui.
Col risultato che ora prendiamo sempre più le distanze dall'altro, sia esso parente, amico o conoscente. Semmai l’altro è diventato un provvisorio compagno di viaggio con cui sempre più raramente si condividono le esperienze.

Per capire tale concetto occorre ricorrere agli oggetti fisici. Nella maggioranza dei casi, qualsiasi oggetto anche semplice ma un po' elaborato é formato da singole componenti, opportunamente articolate tra loro e assemblate in modo tale da giungere allo scopo finale: svolgere la funzione per cui l'oggetto é stato creato.
Esempi pratici: la penna, il coltello, la canna da pesca, le auto, l’orologio, il computer, ……….
Il mondo spirituale o Dio si esplica nel concetto di sistema: è un ente costituito da varie entità che agiscono in maniera unitaria per giungere ad un fine: la presa di coscienza dell’Io.

Elemento caratterizzante: il fuoco o calore. È la realtà spirituale che comanda le tre realtà sottostanti. È l’essenza dell’uomo, la sua parte eterna ma è pure la decima realtà spirituale, della stessa sostanza del padre. È la realtà per la quale Dio ha creato l’universo ed alla quale ha affidato il compito di scoprire la regola attraverso il lavoro sul fisico, l'eterico e l'astrale e così agendo di giungere a coscienza.
Acquisendo coscienza sviluppa i corpi superiori dell'io vale a dire il Manas, il Buddhi e l'Atma.
Per meglio afferrare il concetto di ciò che é l’io è opportuno ricorrere alle seguenti proporzioni esplicative: l’io sta al corpo fisico dell’uomo come il pilota sta a una automobile; oppure, l’io sta al corpo fisico come il cavaliere sta al cavallo. In tutti e tre i casi il primo ha una natura diversa e ben distinta dal secondo, in tutti e tre i casi la differenziazione è tale da non poter dare addito a confusione tra i due e in tutti e tre i casi ambedue soggiacciono ad un identico rapporto gerarchico: il primo ordina e il secondo esegue. Di norma, quando il primo diventa abile, determina il secondo: in altri termini quando il primo gestisce in piena coscienza, il secondo non può fare nient’altro che assecondare gli ordini ricevuti. Così facendo pur essendo in due si diviene un'unica cosa dove il secondo diventa una naturale propagine del primo.
Tutto ciò quando i due riconoscono e mantengono i propri ruoli.
I problemi sorgono quando i ruoli vengono invertiti (nella macchina ciò è meno evidente perché essa non è dotata di volontà autonoma come il corpo umano o il cavallo, tuttavia quando questa ci prendere la mano, ridiventa confacente il paragone), quando cioè il secondo, non volendo riconoscere l’autorità del primo (non ancora abile), decide di agire di testa sua a discapito degli ordini ricevuti.
In tal caso il cavaliere viene disarcionato dal cavallo, il pilota perde il controllo della vettura e l’io allenta temporaneamente la morsa non ancora salda sul corpo umano, il quale, non più soggiogato permette all'ego (che è legato al corpo) di riprendere nuovamente il sopravvento ritornando così ad esercitare ciò che il corpo umano meglio sa fare: homo homini lupus.
Il predominio del corpo umano sull’io è evidente quando alla base di un’azione vi è un piacere personale o una prevalenza egoica, quando invece ci si trova confrontati con un’azione contraria all’interesse del corpo umano senza la presunzione di ruoli allora è l’io a gestire l’azione.
Per intenderci: ci si è appena addormentati quando il proprio figlioletto inizia a piangere, la prima reazione è quella di sbuffare (predominio del corpo) se si pensa di lasciarlo piangere tanto prima o poi smetterà, allora continua a prevalere il corpo, se invece pur essendo stanchi ci si alza e senza tante storie lo si accudisce ecco allora che vi è l’intervento dell’io. Se però mentre lo si accudisce ci si arrabbia col proprio destino o ci si culla nell’idea di essere i migliori genitori al mondo ecco allora che è nuovamente subentrato il corpo. Già perché l’io conosce solo i doveri morali.

L’argomento trattato in questa voce è da considerare come pseudoscienza, e come tale può essere caratterizzato da alcuni dei seguenti aspetti:

  • affermazioni prive di verifica sperimentale oppure in contraddizione con altri risultati sperimentali;
  • affermazioni impossibili da verificare o da confutare.
La falsificabilità è il criterio formulato da Karl Popper per demarcare l'ambito delle teorie controllabili, che pertiene alla scienza, da quello delle teorie non controllabili, da Popper stesso identificato con la metafisica. La metafisica, per Popper, dunque non è più un insieme di teorie e fedi prive di senso; non è nemmeno la filosofia prima di Aristotele o in generale (come la si intende volgarmente) lo studio delle verità ultime e trascendenti. Essa è semplicemente ogni teoria che non è scienza perché la scienza è sempre verificabile. Il criterio di falsificabilità afferma dunque che una teoria, per essere controllabile, e perciò scientifica, deve essere “falsificabile”: in termini logici, dalle sue premesse di base devono poter essere deducibili le condizioni di almeno un esperimento che la possa dimostrare integralmente falsa alla prova dei fatti, secondo il procedimento logico del modus tollens (in base a cui, se da A si deduce B, se B è falso, è falso anche A). Se una teoria non possiede questa proprietà, è impossibile controllare la validità del suo contenuto informativo relativamente alla realtà che essa presume di descrivere.
  • tendenza a modificare abitualmente la natura delle asserzioni per sfuggire alle critiche;
  • presentazione di risultati sperimentali privi di qualsiasi forma di peer review.
Nell'ambito della comunicazione scientifica la selezione degli articoli degni di pubblicazione avviene tramite revisione paritaria (in inglese chiamata peer review), cioè una valutazione fatta da specialisti. Gli editori e le agenzie di finanziamento usano la revisione paritaria per selezionare le proposte ricevute. Questo processo inoltre costringe gli autori ad adeguarsi agli standard della loro disciplina. Pubblicazioni e premi che non abbiano subito una revisione paritaria sono generalmente guardati con sospetto dai ricercatori e dai professionisti di molte discipline.
  • violazione del rasoio di Occam, ovvero il principio secondo il quale per dimostrare una data teoria non si debbano fare più assunzioni di quelle strettamente necessarie.
La formula recita: non vi è motivo alcuno per complicare ciò che è semplice. All’interno di un ragionamento o di una dimostrazione vanno ricercate la semplicità e la sinteticità. Tra le varie spiegazioni possibili di un evento, è quella più semplice che ha maggiori possibilità di essere vera (anche in base a un altro principio, elementare, di economia di pensiero: se si può spiegare un dato fenomeno senza supporre l'esistenza di qualche ente, è corretto il farlo, in quanto è ragionevole scegliere, tra varie soluzioni, la più semplice e plausibile). Alcuni sostengono che il principio del Rasoio di Occam, se spinto fino alle sue estreme conseguenze, finirebbe per rendere superflua e, quindi, non necessaria, l’idea stessa di Dio.
  • denuncia di un presunto ostracismo della "scienza ufficiale", dovuto a chiusura mentale e interessi economici.

Il prefisso pseudo (dal greco pseudos, ossia falso) sta ad indicare che le pseudoscienze hanno un'apparenza scientifica ma non rispettano i criteri della ricerca scientifica; ciò naturalmente non esclude che varie teorie pseudoscientifiche possano avere un valore significativo dal punto di vista storico o filosofico.

Il requisito indispensabile per la classificazione all'interno delle pseudoscienze è la pretesa ingiustificata di scientificità come nel presente caso di scienza della spirito.

Al fine di mettere alla prova la presunta esistenza del paranormale, ma anche le teorie pseudoscientifiche, è stato istituito il "premio Randi": da diversi anni è in palio la cifra di un milione di dollari che verrà consegnata a chiunque sia in grado di dimostrare sperimentalmente l'esistenza di poteri paranormali o la validità delle affermazioni di molte pseudoscienze (come, ad esempio, prevedere il futuro con l'oroscopo o distinguere una soluzione omeopatica con diluizione superiore a 12 CH dall'acqua distillata). Nessuno ha ancora vinto il premio.

In Italia opera il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che, sulle orme dell'omologo CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims Of the Paranormal) cerca di diffondere la pratica della sperimentazione e dell'osservazione oggettiva di fronte a presunti fenomeni paranormali.
Il CICAP si propone di applicare nella propria attività lo scetticismo razionale, cioè il criterio per cui ogni affermazione di tipo empirico, per essere creduta, necessiti di una verifica sperimentale. Nelle proprie indagini il CICAP applica il metodo scientifico (Il metodo scientifico è lo studio sistematico, controllato, empirico e critico di ipotesi formulate sulle relazioni supposte tra vari fenomeni, ed è usato in particolare dalle scienze sperimentali. Secondo molti scienziati e pensatori, esso è alla base della moderna definizione di scienza) e si avvale spesso della collaborazione di prestigiatori per accertare l'eventuale uso di trucchi. Il CICAP non si occupa di metafisica, e in particolare di religione, se non per quanto riguarda le manifestazioni materiali (paranormale religioso).

Tutto il polentone appena vergato dal pugno cicappino è del tutto inutile in una pagina cancellata. Inoltre più democraticità in Wiki non starebbe male.

  1. ^ Inoltre secondo i sostenitori dell'esistenza del mondo spirituale i sensi sarebbero in effetti in tutto dodici; oltre ai cinque sensi esterni, esisterebbero infatti sette "sensi interni", individuati come: senso della vita, del movimento, del calore, dell'equilibrio, del pensiero, della parola e dell'io. Ciascuno di questi dodici sensi sarebbe in relazione con una forza dello zodiaco e la sua relativa qualità (per esempio l'organo di senso del gusto è in relazione con la bilancia, la cui qualità è l'ottimismo).
  2. ^ Tra questi esercizi sarebbe compreso l'ottuplice sentiero del Buddha, il quale prevede otto esercizi del quinto chakra (retta azione, retto giudizio, retta parola, retta opinione, retta abitudine, retta posizione, retta contemplazione e retta memoria) e sei sul chakra del cuore (azione logica, perseveranza, tolleranza, logica sociale, obiettività ed equilibrio emotivo). Tali esercizi, se applicati costantemente, porterebbero all'apertura degli "8 petali ancora chiusi" del chakra della laringe e dei "sei petali ancora chiusi" del chakra del cuore: quando pertanto si fosse lavorato in maniera cosciente su tali chakra, si riuscirebbe a percepire rispettivamente il "pensiero" e l'"io" dell'altro.
  3. ^ Nel linguaggio filosofico, il termine "esoterico" caratterizza l'insegnamento riservato degli antichi filosofi greci, specialmente di Pitagora e Aristotele, ai soli discepoli, in contrapposizione ad "essoterico" ovvero gli individui non iniziati alla comprensione del linguaggio degli adepti.
  4. ^ Il filosofo greco Aristotele scrisse una serie di opere intitolate collettivamente Fisica. In un'edizione antica delle sue opere una seconda serie di opere fu posizionata subito dopo quelle riguardanti la fisica. Quindi i primi studiosi di Aristotele iniziarono a riferirsi a questi libri con l'espressione: τὰ μετὰ τὰ φυσικά, "ta meta ta physika", che significa "Ciò che segue dopo la fisica." I posteri assegnarono alla parola "meta" due significati: dopo e sopra. Nel primo caso, il termine "meta-fisica" indica quella scienza che si occupa di realtà dopo quelle fisiche nel senso della conoscenza. Infatti prima l'uomo conosce le realtà che gli stanno attorno (quelle fisiche), e successivamente si occupa di quelle più distanti da lui. Intendendo meta come oltre, si può dire che la metafisica si occupa di realtà collocate 'al di sopra' di quelle fisiche. La metafisica è quindi la scienza che studia le realtà trascendenti. Questi due significati non sono affatto inconciliabili tra loro come potrebbe sembrare: la Metafisica si colloca dopo la fisica in quanto il suo oggetto è collocato 'oltre' la realtà fisica. Questa è quindi l'origine del termine metafisica (la contrazione della frase in greco: μεταφυσικά).
  5. ^ Antroposofia è l'unione delle parole greche: ánthrõpos (=uomo) + sophia (=scienza, sapienza), derivazione di sofos (sapiente cioè di uomo che “possiede” la sapienza). In sintesi è la disciplina che studia il camino evolutivo dell'uomo nel suo sforzo verso la presa di coscienza, considerando tutti gli avvenimenti che avvengono nel mondo fisico in base al principio del mondo spirituale vale a dire dal punto di vista del grande Progettista, del Creatore. L'esatto contrario è l'antropologia: logia (=studio scientifico) la quale si cura dell'uomo unicamente dal punto di vista terrestre, cioè prettamente scientifico, escludendo di fatto qualsiasi intervento divino in quanto scientificamente non comprovabile.
  6. ^ Chi cade in coma si trova in stato vegetativo.
  • Carlo Donati, Estratti da conferenze, corsi e seminari tenuti a Brescia, Trieste e Trento dal 2000 al 2008
  • Rudolf Steiner, Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico, Editrice antroposofica, Milano, 1980
  • Rudolf Steiner, Come si giunge alla visione del mondo spirituale, Editrice antroposofica, Milano 1994
  • Rudolf Steiner, Considerazioni esoteriche su nessi Karmici, volume secondo, Editrice antroposofica, Milano 1987
  • Rudolf Steiner, Il sangue è un succo molto peculiare, Editrice antroposofica, Milano 1989
  • Otto Wolf, Dr. Med, L'arte di guarire scientifico spirituale, Natura e Cultura Editrice, 1993 Genova (titolo originale Antroposophisch orientierte Medizin und ihre Heilmittel, Verlag Freies Geistesleben, 1990 Stuttgart)
  • Dr Ghuenther Wachsmuth, Le forze plasmatrici eteriche nel cosmo, nella terra, nell'uomo, Reprint, Milano, 1992, Fotoriprodotto da: Libreria Ecumenica, Milano
  • Claudio Gregorat, L’ottuplice sentiero nella visione buddistica e antroposofica, Editrice Antroposofica, Milano
  • Charles Rafael Payeur, I pianeti simboli della Coscienza, Edizioni L’età dell’acquario, 1996, Grignasco (NO)
  • Georges Ivanovitch Gurdjieff, Il nunzio del bene venturo, Casa editrice Astrolabio, 2003, Roma
  • Ekkirala Krishnamacharya, La saggezza di Pitagora, Bastogi editrice Italiana, 1999, Foggia