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Utente:Madaki/sandbox5
L'insegnamento di Amenemhat a suo figlio Sesostris è un poema risalente all'Antico Egitto scritto all'inizio del Medio Regno.
Il testo strutturato nella forma di monologo venne, probabilmente, redatto sotto il regno di Sesostris I figlio di Amenemhat I.
Il testo descrive la cospirazione di palazzo che aveva portato all'assassinio di Amenemhat I[1] ed incoraggia il figlio a non dare troppa confidenza a nessuno.
Il testo è un'apologia degli atti di regno di Amenhehat I e termina con l'incoraggiamento al figlio a salire al trono per governare con saggezza al suo posto.[2]
Autore
[modifica | modifica wikitesto]Il testo potrebbe essere stato redatto su richiesta di Sesostris I allo scopo di realizzare un elogio al padre e legittimare le sue pretese al trono. In un testo di molto posteriore risalente al Nuovo Regno, all'interno del papiro Chester Beatty IV l'autore è identificato come Khety[3]
La fonte originale del testo, papiro Milligen è andata perduta ed il testo è noto grazie alla copia fatta da Peyron da 1843.
Tavolette lignee con parti dell'Insegnamento, databili alla XVIII dinastia (Nuovo Regno) sono giunte fino a noi insieme a frammenti su papiro e su ostraka
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Il testo inizia attribuendo la sua redazione all' "ultimo re dell'Alto e Basso Egitto", Sehetepibra, figlio di Amenemhat-Ra e prosegue spiegando che il re intende insegnare al figlio come salvaguardare la corona e la prosperità dell'Egitto.
Il re avverte il figlio di non dare confidenza a nessuno ed anche di rifiutare il sostegno di coloro che lui ha aiutato e spiega di essere stato assassinato nel suo letto dalle sue guardie.
Il re descrive anche, in breve, la politica dell'Egitto, i suoi successi militari, alle sue realizzazioni architettoniche.
Il testo si conclude con la benedizione al figlio ed a consigli su come governare l'Egitto.
Usi posteriori
[modifica | modifica wikitesto]Numerosi faraoni successivi hanno usato parti di questo testo nei loro scritti allo scopo di legittimare i loro atti. Phanky, sovrano della XXV dinastia ha ripreso numerose sezioni del testo in modo preciso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ James P. Allen, Middle Egyptian : An Introduction to the Language and Culture of Hieroglyphs, Cambridge University Press, 2000, p.259
- ^ Miriam Lichtheim, Ancient Egyptian Literature,éditeur University of California Press|,3 avril 2006, p.137
- ^ Adolf Erman,The Ancient Egyptians, éditeur Peter Smith, 1978, p.xxvii