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Osservatorio Goodricke-Pigott
osservatorio Goodricke-Pigott | |
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Codice | 683 |
Stato | Stati Uniti |
Località | Tucson, Arizona |
Coordinate | 32°09′20″N 111°04′58″W |
Altitudine | 1 160 m s.l.m. |
Clima | clima desertico |
Fondazione | 26 ottobre 1996 |
Sito | gpobs.home.mindspring.com/gpobs.htm |
Mappa di localizzazione | |
L'osservatorio Goodricke-Pigott è un osservatorio astronomico ottico privato situato a Tucson, in Arizona.[1] La struttura fu inaugurata formalmente il 26 ottobre 1996 con l'osservazione della cometa Hale-Bopp, in quel periodo vicina al proprio perielio e quindi ottimo oggetto per effettuare osservazioni di prima luce e verifica scientifica.
La titolazione dell'osservatorio omaggia gli astronomi amatoriali John Goodricke e Edward Pigott, attivi verso la fine del XVIII secolo e residenti a York, in Inghilterra; le loro ricerche e scoperte hanno ispirato il fondatore della struttura, l'astronomo Roy A. Tucker.
Strumentazione
[modifica | modifica wikitesto]L'osservatorio è dotato di un telescopio Celestron C14 Schmidt-Cassegrain con rapporto f / 11 ed apertura di 0,35 metri. Lo strumento è accoppiato con un dispositivo inseguitore (a stella ST-4[2]) per compensare l'errore di movimento periodico[3] dovuto alla rotazione terrestre e alle imperfezioni[4] dei dispositivi opto-meccanici. Unitamente al Celestron l'osservatorio è dotato di un sistema di telecamere accoppiate chiamato MOTESS (Moving Object and Transient Event Search System).
Ricerca e risultati scientifici
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1996 al 2010 sono stati scoperti poco più di 800 asteroidi, che nel 2014 hanno ricevuto designazioni permanenti[5]; contemporaneamente sono state effettuate più di 43000 misurazioni astrometriche rilevando più di 26000 candidate stelle variabili.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Goodricke-Pigott Observatory, su gpobs.home.mindspring.com. URL consultato l'11 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2019).
- ^ COME USO LO SBIG ST-4 IN AUTOGUIDA, su renzodelrosso.com. URL consultato il 20 febbraio 2020.
- ^ Le montature equatoriali, su danielegasparri.com. URL consultato il 10 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2020).
- ^ Correzione dell'errore periodico nel sistema di tracking del telescopio (PEC), su obbcostruzionielettroniche.blogspot.com. URL consultato il 20 febbraio 2020.
- ^ Minor Planet Discovery Sites: elenco per numero di scoperte, su minorplanetcenter.net. URL consultato l'11 febbraio 2020.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito dell'osservatorio Archiviato il 28 aprile 2019 in Internet Archive.