Mimma Gaspari
Mimma Gaspari, pseudonimo di Maria Gioconda Gaspari (Bologna, 1938), è una paroliera e produttrice discografica italiana.
Come autrice di testi talvolta ha utilizzato lo pseudonimo Petaluma; è la zia dell'attrice Valeria Golino e del batterista Alfredo Golino.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Aldo Gaspari, tipografo[1], viene scoperta da Teddy Reno quando è ancora studentessa in scienze politiche[2] e inizia la sua attività come paroliera presso la casa discografica Galleria del Corso[2], scrivendo alcuni brani per Fantanicchio tra cui Le cose perdute[3], che partecipa alla Sei giorni della canzone 1961, e Lolito[4]
Tra i primi brani di successo Exodus, incisa da Nico Fidenco nell'omonimo EP[5]; lavora inoltre prima alle Messaggerie Musicali e poi alla RCA Italiana[6]: presso quest'ultima casa discografica le chiedono di occuparsi della sottoetichetta ARC, e qui ha modo di contribuire al lancio di Lucio Dalla, Patty Pravo ed Enzo Jannacci[2].
Come autrice partecipa al Festival di Sanremo 1972 con Vado a lavorare, interpretata da Gianni Morandi, che si classifica al quarto posto.
Negli anni '70 ha lavorato con Piero Ciampi, Claudio Baglioni e Renato Zero[2].
Ha pubblicato due libri autobiografici in cui racconta le sue vicende nel mondo musicale, "Penso che un ‘mondo’ così non ritorni mai più" e "La musica è cambiata – Dite la vostra che ho detto la mia"[6].
Canzoni scritte da Mimma Gaspari
[modifica | modifica wikitesto]Anno | Titolo | Autori del testo | Autori della musica | Interpreti |
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1961 | Exodus | Maria Gioconda Gaspari | Ernest Gold | Nico Fidenco |
1961 | Le cose perdute | Mimma Gaspari e Fantanicchio | Augusto Martelli, Bruno Martelli | Fantanicchio |
1961 | Ho un cuore da dare a qualcuno | Mimma Gaspari e Fantanicchio | Augusto Martelli, Bruno Martelli | Fantanicchio |
1962 | Volto dolce | Mimma Gaspari | Augusto Martelli, Bruno Martelli | Fantanicchio |
1963 | High Society Twist | Mimma Gaspari | Nick Perito | Betty Curtis |
1963 | Un giorno e poi | Mimma Gaspari | Dimitri Tiomkin, Paul Francis Webster | Andy Williams |
1963 | Gioconda | Mimma Gaspari e Daniele Pace | Bunny Botnick | Gil Fields e i Fraternity Brothers |
1964 | Attaccata al soffitto | Maria Gioconda Gaspari, Mogol | Roberto Livraghi | Gino Santercole |
1967 | È questa la mia vita | Maria Gioconda Gaspari | Rossini Pinto | Frank Sinatra Jr. |
1967 | Cordialmente | Maria Gioconda Gaspari | Marcello Marrocchi, Carlo Lanati | Ornella Vanoni |
1968 | Un uomo piange solo per amore | Maria Gioconda Gaspari | Marcello Marrocchi | Little Tony |
1968 | Portami con te | Maria Gioconda Gaspari | Bart Howard | Astrud Gilberto |
1970 | Più voce che silenzio | Petaluma | Daniel Alomía Robles | Gianni Morandi |
1971 | L'amavamo in tre | Petaluma, Luigi Capello | Zenzero, Franco Tessandori | Capitolo Sei |
1972 | Vado a lavorare | Petaluma, Franco Migliacci | Marcello Marrocchi, Vittorio Tariciotti | Gianni Morandi |
1973 | Sortilegio di luna | Petaluma | Domenico Modugno | Domenico Modugno |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mimma Gaspari, quanti anni ha? Biografia, carriera, canzoni, libro La musica è cambiata, Valeria Golino, su lanotiziagiornale.it. URL consultato il 25 luglio 2024.
- ^ a b c d Mimma Gaspari, la pioniera, su rollingstone.it. URL consultato il 25 luglio 2024.
- ^ Le cose perdute/Ho un cuore da dare a qualcuno, su discografia.dds.it, Discoteca di stato. URL consultato il 25 luglio 2024.
- ^ Lolito/Volto dolce, su discografia.dds.it, Discoteca di stato. URL consultato il 25 luglio 2024.
- ^ Exodus, su discografia.dds.it, Discoteca di stato. URL consultato il 25 luglio 2024.
- ^ a b Mimma Gaspari, la donna che lanciò Paolo Conte, su ilmessaggero.it. URL consultato il 25 luglio 2024.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Gioconda "Mimma" Gaspari / Petaluma / Mimma Gaspari, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Mimma Gaspari, su Discogs, Zink Media.
- Un'intervista alla signora Gaspari di Fabio Zuffanti pubblicata su Rolling Stone.