Leningradskij rok-klub

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La sede dell'ex Leningradskij rok-klub, San Pietroburgo.

Il Leningradskij rok-klub (in russo: Ленинградский рок-клуб?), noto anche come Leningrad Rock Club, era un locale degli anni Ottanta situato nel centro di Leningrado, nella ulica Rubinštejna 13.

Inaugurato nel 1981 sotto la supervisione del KGB e del Komsomol, fu il primo club legale di Leningrado dedicato alla musica rock, diventando presto il principale centro della scena rock nell'Unione Sovietica. Qui si esibirono numerose band di rilievo, tra cui Televizor, Kino, Alisa, Akvarium, Zoopark, Piknik, Avtomatičeskie udovletvoriteli, DDT, NEP e Graždanskaja Oborona.

Il club ebbe un'influenza significativa sulla musica rock sovietica, ispirando la nascita di club simili in tutto il Paese, dalle grandi città ai villaggi. Tra i più celebri si ricordano la Moskovskaja rok-laboratorija ed il Sverdlovskij rok-klub.

Leningrado fu a lungo un centro nevralgico della musica rock nell'Unione Sovietica, probabilmente grazie alla sua vicinanza geografica alla Finlandia, che facilitava l'accesso alla musica occidentale.[1] Già dal 1973 si tentarono vari esperimenti per fondare rock club nel territorio sovietico, ma senza successo.[1]

Il Leningradskij rok-klub venne fondato nel 1981, durante il governo di Leonid Brežnev,[1] con l'intento iniziale di organizzarlo sul modello dell'Unione dei compositori sovietici. Tuttavia, la censura impose limiti alle band per evitare la produzione di opere considerate troppo controverse.[2] Nonostante ciò, il club divenne un luogo di incontro per musicisti, dove potevano esibirsi e discutere della loro musica, offrendo una libertà creativa senza precedenti e contribuendo in modo significativo alla rivoluzione rock russa.[2]

Per gran parte della sua esistenza, il club impose restrizioni sulle band ammesse a esibirsi, e i gruppi dovevano superare delle audizioni di fronte a una commissione.[2] Il club organizzava anche seminari sull'estetica e poesia rock e sullo studio della ritmica.[3]

Esibizione del gruppo Igry, fine anni ottanta.

Il Leningradskij rok-klub era attivo nell'organizzazione di concerti e festival. I gruppi, secondo una consuetudine non scritta, erano tenute a presentare sempre un nuovo repertorio al pubblico e alla giuria. Il primo festival del club si tenne nel 1983 e, da quel momento fino alla chiusura del club, si svolse ogni anno. Fu proprio in quel periodo che il club aprì le porte a gruppi come Kino, Alisa, Televizor e Pop-Mechanika.[4] Aleksandr Žitinskij, frequentatore assiduo dei festival, pubblicava articoli sulla rivista Avrora.[5]

Il club era sorvegliato dal KGB e dal Komsomol. Tuttavia, secondo Žitinskij e Nikolaj Michajlov (presidente storico del club), i funzionari del KGB "non esercitavano molta pressione".[6] Anche Georgij Gunickij osservò che "i rockers si rivelarono un pubblico del tutto imprevedibile. Il KGB continuava a supervisionare il club in modo superficiale, ma i rapporti risultavano comunque positivi".[7] Dalla metà degli anni ottanta, il controllo sul Leningrad Rock Club iniziò a diminuire, e quei gruppi che in precedenza erano stati esclusi per ragioni ideologiche furono ammessi al club.[2][5]

Nel 1988, gli Scorpions si esibirono al Leningradskij rok-klub[8]. Tra il 1989 e il 1991, il club riuscì a organizzare due importanti eventi promozionali. Nel 1989, partecipò al movimento internazionale "Next-stop Rock'n'Roll", che aveva l'obiettivo di unire i giovani sovietici con quelli di Danimarca, Svezia, Norvegia, Groenlandia e Islanda. In occasione di questa collaborazione, venne pubblicato un doppio album dal vivo, Next-stop Rock'n'Roll Laika, con la partecipazione di band sovietiche e danesi.[9]

Nel 1991, si tenne il festival per il decimo anniversario del club, ma quello stesso anno il Leningrad Rock Club chiuse definitivamente.[2][3]

Il Leningradskij rok-klub aprì le porte a una nuova forma di musica occidentale in Unione Sovietica, contribuendo alla nascita dell'industria rock nel territorio sovietico. Grazie al club, molti artisti iniziarono a organizzare tour, apparire in televisione e ottenere la trasmissione delle loro canzoni alla radio.[10]

Tuttavia, alcuni musicisti rifiutarono la fama e il successo che il club aveva portato loro. Boris Grebenščikov del gruppo Akvarium dichiarò in un'intervista al The New York Times: "Siamo diventati così ufficiali e così radicati nel cuore della gente che ora i nostri vecchi sostenitori non si fidano più di noi. Nessuno crede che il sistema sia cambiato. Pensano che siamo cambiati noi." [10] Il Leningradskij rok-klub era visto da alcuni artisti come un segno di sottomissione al governo sovietico.[10] Aleksandr Gradskij, compositore, polistrumentista e pioniere della musica rock in Russia, espresse questa opinione in un'intervista rilasciata alla rivista Rumba nel 1989.

«Ci sono, diciamo, un centinaio di musicisti. Alcuni suonano meglio, altri peggio. Con il tempo, chi suona meglio viene pagato per la sua arte, perché è diventato popolare e la gente vuole vederlo. A quel punto, viene considerato 'venduto' da coloro che suonano peggio. È una storia vecchia come il mondo. Le solite speculazioni sul fatto che io sia, dicono, un genio incompreso sono finite quando, per esempio, i Nautilus Pompilius hanno iniziato a guadagnare settemila rubli a concerto. E così, hanno iniziato a dire che i Nautilus si sono venduti...[11]»

Tra gli artisti legati al Leningradskij rok-klub vi sono Viktor Coj, Mitja Kuznecov e Viktor Sologub.[12]

Dmitrij Naumov del gruppo Birtman:[13]

«Ho ancora contatti con le persone della cultura rock di quell'epoca, e meritano rispetto. Tuttavia, quando la musica rock occidentale iniziò a diffondersi, la gente voleva emularla a tutti i costi. Non volevano niente di sovietico, non guardavano la TV e la consideravano qualcosa di cupo. Ora, col tempo, tutto ciò che era superficiale è stato spazzato via. Se oggi qualcuno ascoltasse una traccia di Polad Bülbüloğlu e la confrontasse con i migliori rappresentanti del Leningrad Rock Club, direbbe: 'Ragazzi, avreste dovuto sentire cosa c'era allora.' Abbiamo combattuto troppo contro un nemico invisibile."»

  1. ^ a b c (EN) Vladimir Kozlov, Rock Club to Reopen?, su The Moscow News, 17 aprile 2008. URL consultato il 23 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  2. ^ a b c d e (EN) Sergej Černov, Rock revolution, su The St. Petersburg Times, 2 novembre 2011. URL consultato il 24 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  3. ^ a b (RU) Dmitrij Gluchov, Анатолий Гуницкий: «Рок-клуб был государством в государстве со своим микроклиматом», su Роккульт, 10 dicembre 2021.
  4. ^ РОК-ФЕСТИВАЛЬ 16-20 мая 84 г., in Рокси, n. 7, giugno 1984.
  5. ^ a b (RU) Dmitrij Gluchov, Фестивали Ленинградского рок-клуба: как это было, su Роккульт, 7 marzo 2021.
  6. ^ (RU) Рок, КГБ, Комсомол, su Радио Свобода. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2021).
  7. ^ Georgij Gunickij, Ленинградский рок-клуб: фрагменты хроники прошлых лет, San Pietroburgo, 2020, pp. 40-41.
  8. ^ (EN) Rosa Lyster, Patrick Radden Keefe Hopes Scorpions Fans Can Still Enjoy Wind of Change, su Vulture, 21 maggio 2020. URL consultato il 28 febbraio 2021.
  9. ^ (EN) Various - Next Stop Rock'n'roll "Laika", su Discogs. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  10. ^ a b c (EN) Bill Keller, For Soviet Rock Musicians, Glasnost is Angst, in The New York Times, 9 aprile 1987. URL consultato il 24 agosto 2018.
  11. ^ M. N. Pavlenko, По-моему, вы все спятили (PDF), in Румба, 1989, p. 24. URL consultato il 29 novembre 2022.
  12. ^ (EN) Various - Leningrad Rock Club, su Discogs.
  13. ^ (RU) Почему новые группы из России вдохновляются наследием СССР, su daily.afisha.ru. URL consultato il 29 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2021).

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