Laurea professionalizzante

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In Italia la laurea professionalizzante è un titolo accademico rilasciato dalle università, di durata triennale, finalizzato a ridurre i tempi dell'inserimento nel mondo del lavoro e che non consente l'accesso alle lauree magistrali[1].

Le lauree professionalizzanti, anche note come lauree nelle professioni tecniche o lauree ad orientamento professionale, fortemente volute dai presidenti degli ordini professionali,[1] sono nate nel 2018 dopo la firma del decreto ministeriale da parte del ministro Valeria Fedeli,[2] con lo scopo di facilitare l'inserimento degli studenti nel mondo del lavoro e l'accesso ad alcune professioni. A fine 2020, il ministro Gaetano Manfredi dichiarò chiusa la sperimentazione, emanando un decreto nel quale venivano elencate le prime tre lauree professionalizzanti.[3]

Al 2024 le lauree professionalizzanti in Italia hanno ancora uno scarso numero di iscritti, ed evidenziano altre criticità; in particolare, per alcune professioni, è sufficiente il diploma secondario oppure post-secondario non universitario (Istituto tecnico superiore) per trovare lavoro.[1]

Le lauree professionalizzanti sono state create con lo scopo di agevolare l'ingresso degli studenti nel mondo del lavoro tramite un tirocinio professionalizzante, ossia tirocinio pratico-valutativo (TPV),[4] con eventuale assunzione del tirocinante presso l'azienda o l'ente in caso di valutazione positiva del tirocinio effettuato. La laurea professionalizzante non permette l'iscrizione alle lauree magistrali proprio perché la finalità è iniziare a lavorare tramite il tirocinio, senza dover conseguire una laurea magistrale. L'esistenza di ciascun corso di laurea è condizionata al raggiungimento e mantenimento di una serie di requisiti, tra cui un target fissato all'80% di studenti che trovano lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo.[5] Infatti, al termine del primo ciclo della sperimentazione, l'indicatore di valutazione periodica relativo agli sbocchi occupazionali entro un anno dal conseguimento del titolo di studio deve essere almeno pari all'80% (in periodo di pandemia di COVID-19 tale soglia era stata abbassata al 60%).[6] Se l'obiettivo non viene raggiunto, il corso di laurea chiude,[7] come successo alla LUMSA di Roma.

Le lauree professionalizzanti, che hanno classe di laurea L-P01 o L-P02 o L-P03, permettono di sostenere un apposito esame di stato per l'abilitazione all'esercizio delle professioni abbinate a ciascuna classe di laurea.[8][9]

Classi delle lauree professionalizzanti

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Classe Denominazione
L-P01 Professioni tecniche per l'edilizia e il territorio
L-P02 Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali
L-P03 Professioni tecniche industriali e dell'informazione

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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