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Gamma Pavonis
Gamma Pavonis | |
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Gamma Pavonis | |
Classificazione | Stella bianco-gialla di sequenza principale |
Classe spettrale | F9VFe-1.4CH-0.7 |
Distanza dal Sole | 30,2 anni luce |
Costellazione | Pavone |
Coordinate | |
(all'epoca J2000) | |
Ascensione retta | 21h 26m 26,6s |
Declinazione | -65° 21′ 58″ |
Dati fisici | |
Raggio medio | 1,15[1] R⊙ |
Massa | |
Velocità di rotazione | 1,8 - 2,4 km/s |
Temperatura superficiale | |
Luminosità | |
Indice di colore (B-V) | 0,49 |
Metallicità | 15% rispetto al Sole[3] |
Età stimata | 7,25×109 anni |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | +4,22[4] |
Magnitudine ass. | +4,38[5] |
Parallasse | 108,50 ± 0,59 mas[4] |
Moto proprio | AR: 81,08 mas/anno Dec: 800,73 mas/anno[4] |
Velocità radiale | -30,2 km/s[4] |
Nomenclature alternative | |
Gamma Pavonis (γ Pav / HD 203608 / HR 8181)[4] è una stella della costellazione del Pavone, posta a 30,2 anni luce di distanza dal sistema solare[5]. Si tratta di una stella della sequenza principale, di classe spettrale F9-V e di magnitudine apparente +4,22.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione è fortemente australe e ciò comporta che la stella sia osservabile prevalentemente dall'emisfero sud, dove si presenta circumpolare anche da gran parte delle regioni temperate; dall'emisfero nord la sua visibilità è invece limitata alle regioni temperate inferiori e alla fascia tropicale. La sua magnitudine pari a 4,2 fa sì che possa essere scorta solo con un cielo sufficientemente libero dagli effetti dell'inquinamento luminoso.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Gamma Pavonis è una nana gialla di tipo spettrale F9V e con una temperatura superficiale di circa 6.150 K[2]. Ha caratteristiche fisiche comparabili a quelle del nostro Sole: la luminosità è del 50% maggiore di quella solare, il raggio è più grande del 15%, mentre la massa 1,2 volte quella solare[1].
Come il nostro Sole ha una bassa velocità di rotazione, stimata da 1,8 a 2,4 km/s[1][6]. La metallicità, basata sull'abbondanza di ferro, è piuttosto bassa e compresa tra il 12 e il 25% di quella solare, con una media delle stime attorno al 15%[3]. L'età è stimata in 7.250 ± 70 milioni di anni,[7] sensibilmente maggiore di quella solare, anche se non pare ci sia completo accordo a proposito dell'età, visto che nel Geneva-Copenaghen Catalogue di J. Holmberg e colleghi del 2008 l'età è mostrata sensisbilmente minore; 1 miliardo di anni con un limite massimo di quattro miliardi[2].
Possiede un elevato momento angolare attorno alla Galassia, il che ha portato alcuni a ritenere che si tratti di una vecchia stella del disco galattico,[8] mentre altri la considerano una stella dell'alone.[9]
Gamma Pavonis mostra un eccesso di emissione infrarossa, che si attribuisce alla presenza del disco protoplanetario riscaldato dalla stella.[7]
Data la forte similitudine con il nostro Sole, è stata inserita al 14 posto tra le cento stelle selezionate dal Terrestrial Planet Finder (TPF) per la ricerca di pianeti terrestri.[10] Si ritiene che la sua zona abitabile si trovi all'incirca a 1,2 UA.
Il cielo visto da Gamma Pavonis
[modifica | modifica wikitesto]La stella più vicina a Gamma Pavonis è la nana rossa Gliese 877, che dista 6,6 anni luce, mentre a circa 9 anni luce si trovano altre tre nane rosse[11] che, come Gliese 877, sarebbero comunque troppo deboli per essere viste a occhio nudo da γ Pavonis. A 9,3 a.l. si trova invece Zeta Tucanae, una nana gialla analoga al Sole che brillerebbe di magnitudine +1,84, meno luminosa della subgigante gialla Beta Hydri, che distante poco più di 10 anni luce avrebbe una magnitudine di +0,94. Non sono molte le stelle luminose nei pressi di γ Pavonis, infatti le cinque più brillanti viste da un ipotetico pianeta in orbita attorno ad essa sono lontane centinaia di anni luce, come Canopo (-0,73), Achernar, Rigel, Agena e Betelgeuse. A 19 anni luce si trova Fomalhaut, che con una magnitudine di +0,54, sarebbe la sesta stella più luminosa vista da γ Pavonis. Il Sole sarebbe una debole stellina di magnitudine +4,66 visibile non lontano da Alfa Centauri e dall'Orsa Maggiore, che a differenza di come è vista dalla Terra avrebbe una stella di seconda magnitudine in più all'interno del "mestolo", cioè Delta Pavonis, distante 10 anni luce da γ Pavonis[12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Bruntt, H. et al., Accurate fundamental parameters for 23 bright solar-type stars (PDF), in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 405, n. 3, luglio 2010, pp. 1907–1923, DOI:10.1111/j.1365-2966.2010.16575.x.
- ^ a b c Geneva-Copenhagen Survey of Solar neighbourhood (Holmberg+, 2007)
- ^ a b J. Maldonado, C. Eiroa, E. Villaver, B. Montesinos, A. Mora, Metallicity of solar-type stars with debris discs and planets, Febbraio 2012.arΧiv:1202.5884
- ^ a b c d e Dati astronomici di Gamma Pavonis (SIMBAD)
- ^ a b Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
- ^ Reiners, A.; Schmitt, J. H. M. M., Rotation and differential rotation in field F- and G-type stars, in Astronomy and Astrophysics, vol. 398, 2003, pp. 647-661.
- ^ a b Mosser, B.; Deheuvels, S.; Michel, E.; Thévenin, F.; Dupret, M. A.; Samadi, R.; Barban, C.; Goupil, M. J., HD 203608, a quiet asteroseismic target in the old galactic disk, in Astronomy and Astrophysics, vol. 488, n. 2., 2008, pp. 635-642.
- ^ Axer, M.; Fuhrmann, K.; Gehren, T., Spectroscopic analyses of metal-poor stars. II. The evolutionary stage of subdwarfs., in Astronomy and Astrophysics, vol. 300, 1995, p. 751.
- ^ Bensby, T.; Feltzing, S., The origin and chemical evolution of carbon in the Galactic thin and thick discs*, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 367, n. 3, 2006, pp. 1181-1193.
- ^ TPF C's Top Target Stars[collegamento interrotto] Space Telescope Science Institute
- ^ Gamma Pavonis (Solstation)
- ^ Come verificato tramite il software di simulazione spaziale Celestia.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- ARICNS, su ari.uni-heidelberg.de. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2006).
- Alcyone ephemeris, su alcyone.de.