Encephalartos manikensis
Encephalartos manikensis | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Cycadophyta |
Classe | Cycadopsida |
Ordine | Cycadales |
Famiglia | Zamiaceae |
Genere | Encephalartos |
Specie | E. manikensis |
Nomenclatura binomiale | |
Encephalartos manikensis (Gilliland) Gilliland, 1939 |
Encephalartos manikensis (Gilliland) Gilliland, 1939 è una pianta appartenente alla famiglia delle Zamiaceae, diffusa in Zimbabwe e Mozambico.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È una cicade a portamento arborescente, con fusto alto sino a 1,5 m, talora con fusti secondari che si originano da polloni basali.[2]
Le foglie, pennate, disposte a corona all'apice del fusto, sono lunghe 1–2 m, sorrette da un picciolo lungo 5–6 cm, e composte da circa 60 paia di foglioline lanceolate, talora con 1-2 spine sul margine superiore e inferiore, inserite sul rachide con un angolo di 180°, ridotte a spine verso il picciolo.
È una specie dioica, con esemplari maschili che presentano da 1 a 4 coni cilindrico-ovoidali, eretti, lunghi 25–65 cm e larghi 15–22 cm, di colore verde chiaro, ed esemplari femminili con 1-2 coni ovoidali, lunghi 30–45 cm e larghi 20–25 cm,
I semi sono grossolanamente ovoidali, lunghi 3–5 cm, ricoperti da un tegumento rosso brillante.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La specie è diffusa in Zimbabwe e Mozambico, in prevalenza sugli altipiani del Mapande Range.[1]
Solitamente cresce su pendii erbosi nelle valli fluviali dei fiumi, in particolare lungo il corso dei fiumi Odzi, Garezi e Pungwe, ad altitudini comprese tra 600 e 1400 m s.l.m..
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La IUCN Red List classifica E. manikensis come specie vulnerabile[1]. Alcune popolazioni sono andate incontro ad estinzione locale, per l'eccesso di raccolta a fini di commercio per il collezionismo.
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Donaldson, J.S. 2010, Encephalartos manikensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Whitelock 2002, pp.216-217.
- ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Whitelock, Loran M., The Cycads, Timber press, 2002, ISBN 0-88192-522-5.
- Haynes J.L, World List of Cycads: A Historical Review (PDF), su cycadsg.org, IUCN/SSC Cycad Specialist Group, 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Encephalartos manikensis
- Wikispecies contiene informazioni su Encephalartos manikensis
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Encephalartos manikensis, su The Cycad Pages. URL consultato il 23 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2014).