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Dell'Aquila (famiglia)
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Dell'Aquila, nobile famiglia di Benevento, originaria della Normandia.[1] Nel 1268 furono ascritti al patriziato di Benevento ed ebbero 26 baronie. Nel 1140 un ramo della famiglia, con Goffredo dell'Aquila, fu investito da re Ruggero II della contea di Fondi, che i dell'Aquila tennero fino al 1299. Infatti in quell'anno la contea passò ai Caetani in seguito al matrimonio tra Giovanna dell'Aquila e Roffredo III Caetani.
Esponenti illustri
[modifica | modifica wikitesto]- Riccardo dell'Aquila (XI secolo), feudatario in Terra di Lavoro
- Riccardo II dell'Aquila, duca di Gaeta nel 1105
- Andrea dell'Aquila, duca di Gaeta nel 1111[2]
- Goffredo dell'Aquila (XII secolo), primo conte di Fondi
- Riccardo III Dell'Aquila (XIII secolo), conte di Fondi
- Riccardo IV Dell'Aquila (XIII secolo), conte di Fondi
- Giovanna dell'Aquila (XIV secolo), figlia di Riccardo IV[3]
- Niccolò Caetani (ante1324- post 1348), conte di Fondi, figlio di Giovanna e di Roffredo III Caetani
Arma
[modifica | modifica wikitesto]D'azzurro, all'aquila spiegata d'argento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, A. Forni, Vol.1.
- ^ Giovanni Battista Federici, Degli antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta..., Napoli, 1791.
- ^ Dizionario Corografico-Universale dell'Italia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, A. Forni, Vol.1, SBN RAV0179678.
- Giovanni Conte Colino, Storia di Fondi, Napoli, 1901.
- Giovanni Battista Federici, Degli antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta..., Napoli, 1791.
- Giovanni Pesiri, Una caduta senza rumore: Pietro di Leone ultimo duca di Fondi (1140), in Scritti in onore di Girolamo Arnaldi offerti dalla Scuola nazionale di studi medioevali, cur. A. Degrandi, O. Gori, G. Pesiri, A. Piazza, R. Rinaldi, Roma 2001, pp. 393-423 (Nuovi studi storici, 54)._