Cristoforo Magnanini
Cristoforo Magnanini vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | |
Consacrato vescovo | 7 febbraio 1508 da papa Giulio II |
Deceduto | maggio 1520 |
Cristoforo Magnanini, detto anche de Magnaninis o Magnacurio, o Cristoforo II Magnavino (... – Nembro, maggio 1520), è stato un vescovo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di Cristoforo Magnanini vi sono poche informazioni, sia circa le sue origini che il suo percorso di studio.[N 1] La presenza è indicata quale vescovo di Polignano, ordinato il 7 febbraio 1508, da papa Giulio II, periodo in cui il territorio era sotto la dominazione veneziana.
Durante il suo vescovado, il 31 luglio 1513, consacrò l'antica chiesa di Santa Maria Assunta di origine normanna. L'edificio di culto era stato consacrato già nel 1295 dal vescovo Guglielmo I.[1] La chiesa fu oggetto di una seconda consacrazione da parte del vescovo Magnanini, conseguente ai lavori di rifacimento cinquecenteschi che avevano portato alla creazione della nuova cappella dedicata alla natività, che conserva la scultura del 1503 di Stefano da Putignano.[2][3][4] La chiesa ospitava il polittico Madonna col Bambino e santi opera del veneziano Bartolomeo Vivarini[5] che aveva lavorato in territorio bergamasco. Questo non è sufficiente per spiegare la sua presenza in territorio pugliese.
Il presule si allontanò da Polignano per motivi bellici che lo obbligarono a un lungo periodo di esilio, che fu probabilmente sospeso essendo registrata la sua presenza sul territorio della diocesi, il 31 luglio 1513, quando consacrò, oltre che la chiesa sede vescovile, anche la basilica concattedrale di Maria Santissima della Madia che era stata oggetto di un grande rifacimento. Fu importante la sua presenza durante l'insediamento cristiano della località di Grottole che godeva dei benefici di un importante personaggio del luogo: Valentino Marigliano.[4] In qualità di vescovo di Polignano fu presente al Concilio Lateranense V negli anni dal 1515 al 1517, convocato dal papa che lo aveva ordinato vescovo, papa Giulio II.[3]
Molto più documentato il suo periodo a Nembro, nella qualifica di arciprete della chiesa arcipresbiterale plebana di San Martino vescovo che intercorse tra il 1510 e il 1520. Durante il decennio risulta essere attiva la sua presenza: nel 1511 firmò il contratto con la famiglia Vitalba che aveva edificato il santuario della Madonna dello Zuccarello perché continuasse a goderne del giuspatronato.[6][7] Neppure la sua data di morte è certa, sicuramente precedente il maggio del 1520 quando risulta essere presente in qualità di arciprete della chiesa nembrese un altro prelato: Gasparo Boselli.[8] Secondo lo storico Giuseppe Ronchetti la sua salma fu posta nella chiesa di San Martino.
Ronchetti, storico bergamasco e arciprete di Nembro tre secoli dopo lasciò scritto[9][10]:
«Ne' fasti di questa pieve sarà sempre memorabile il nome di questo piissimo arciprete commendatario, che ne' 10 anni che ne ebbe il governo adoperossi con sommo zelo pel suo decoro […] Tenne di continuo negli anni che qui dimorò le sacre ordinazioni generali nella chiesa plebana di San Martino, ed io serbo alcune sue patenti, il che avvenne per essere costretto a stare lontano dal suo vescovato di Bergamo il rev.mo mons. Vescovo Lorenzo Gabrieli, il quale all'ingresso delle truppe francesi nella guerra di Cambrai contro la repubblica Veneta ne l'anno 1509 andò egli pure esule e morì in Padova li 6 luglio del 1512. Siccome anche, poichè fu eletto da Giulio II il di lui successore mons. Niccolò Lippomano impedito dall'accostarsi al suo vescovado dagli eserciti de' Francesi e Spagnoli, da' quali era devastata l'Insubria e lo stato veneto, continuò questo prelato ad amministrare la cresima ed esercitare le altre funzioni episcopali in questa diocesi. Consacrò la chiesa de' Padri serviti di Montecchio nella valle Caleppio, e la chiesa di S. Maria in valle Marina delle monache benedettine. Intervenne all'Ecumenico Concilio Lateranense, e trovasi sottoscritto il suo nome negli atti di esso concilio presso il Labbè[N 2] sì alla sessione quinta tenuta da Giulio II, che alle sessioni X, XI e XII sotto Leone X, nella qual ultima sessione rinunciò al vescovado di Polignano e gli fu sostituito Giacopo Framarino il giorno 21 agosto 1517. Finì egli di vivere in questa pieve nell'anno 1520, e con pompa conveti nevole alla sua dignità fu sepolto nella chiesa di san Martino.»
Simile testo è inserito anche nelle Memorie Istoriche… di Ronchetti[11].
L'amministrazione comunale di Nembro gli ha dedicato una via.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Chiesa Matrice di Polignano a Mare, su polignano.it. URL consultato il 24 agosto 2024.
- ^ Presepio di Stefano da Putignano, su catalogo.beniculturali.it, Catalogo generale dei beni culturali. URL consultato il 24 agosto 2024.
- ^ a b Diocesi, su diocesiconversanomonopoli.it, Diocesi di Conversano Monopoli. URL consultato il 23 agosto 2024..
- ^ a b Favale.
- ^ Madonna con Bambino e santi Polittico, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 23 agosto 2024..
- ^ Santuario della Madonna dello Zuccarello, su valseriana.eu. URL consultato il 24 agosto 2024..
- ^ G. Bergamelli, p. 198.
- ^ G. Bergamelli, p. 773.
- ^ Serie Storico-cronologica…
- ^ G. e L. Bergamelli, G. Carrara, p. 109
- ^ Memorie Istoriche…, III, pp. 342-343.
- Annotazione
- ^ Nel libro Storia della parrocchia di Nembro di Giovanni Bergamelli pubblicato nel 1992, p. 21, è scritto: «Mons. Magnanini, vescovo pugliese», che non chiarisce se fosse solo vescovo di Polignano o che fosse originario di una località della Puglia.
- ^ (LA, EL) Philippe Labbe e Gabriel Cossart, Sacrosancta concilia ad regiam editionem exacta quae olim quarta parte prodiit auctior studio Philip. Labbei, & Gabr. Cossartii ... nunc vero integre insertis Stephani Baluzii, & Joannis Harduini additamentis, praeterea undecunque conquisitis monumentis, notis insuper ac observationibus, firmiori fundamento conciliorum epochas praecipue fulcientibus, longe locupletior, & emendatior exhibetur curante Nicolao Coleti …, Venetiis, Jo. Baptistam Albrizzi q. Hieron. et Sebastianum Coleti, 1728-1733, SBN IT\ICCU\TSAE\005560.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Bergamelli, Storia della parrocchia di Nembro: nel bicentenario della consacrazione della Chiesa Arcipresbiterale Plebana di San Martino Vescovo (1790-1990), Nembro, Parrocchia di S. Martino, 1992, SBN IT\ICCU\LO1\1202009.
- Giovanni Bergamelli, Luigi Bergamelli, Gabriele Carrara, Nembro e la sua storia, Bergamo, Amministrazione Comunale di Nembro, 1985, SBN IT\ICCU\CFI\0104645.
- Favale Filippo Franco Favale, Cristoforo II Magnavino, in Polignano La Diocesi e i suoi Pastori, Schena Editore, 1992, pp. 64-65, ISBN 8875145679.
- Giuseppe Ronchetti, Memorie Istoriche della Città e Chiesa di Bergamo, Brembate Sopra, Archivio storico Brembatese, 1973 [1805-1839], SBN IT\ICCU\MIL\0230594.
- Giuseppe Ronchetti, Serie storico-cronologica degli arcipreti della pieve di Nembro: scritta dall'ultimo defunto arciprete D. Giuseppe Ronchetti e pubblicata in occasione dell'ingresso del nuovo arciprete D. Ignazio Bagioli, Bergamo, Sonzogni, 1838, SBN IT\ICCU\LO1\1089983.