Coordinate: 51°30′29.52″N 0°35′43.44″W

Casa Osservatorio

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Casa Osservatorio
Incisione che rappresenta il telescopio di Herschel che sbuca dall'Osservatorio
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
LocalitàSlough
Coordinate51°30′29.52″N 0°35′43.44″W
Fondazione1789
Chiusura1840
Telescopi
Telescopio da 40 piediRiflettore 1,2 m
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Regno Unito
Casa Osservatorio
Casa Osservatorio

La Casa Osservatorio (in inglese Observatory House) fu un osservatorio astronomico situato a Slough, in Inghilterra; fu costruito, gestito ed utilizzato dall'astronomo William Herschel e da sua sorella Caroline. Era la sede del famoso 40-foot[1] telescope.[2]

L'edificio era situato in Windsor Road, nei cui pressi si trovava anche un piccolo cottage in cui Herschel si trasferì il 3 aprile 1786; qui nacque suo figlio John e qui morì l'astronomo il 25 agosto 1822.

L'osservatorio fu poi smantellato per volere di John nel 1840; del telescopio restano solamente lo specchio originale ed una sezione da 3 metri del tubo. Al suo posto oggi si trova un monumento in quella che è stata ribattezzata Herschel Street, molto vicino alla posizione originaria del telescopio.[3]

Il telescopio era anche rappresentato nello stemma araldico di Herschel.[4]

Il telescopio

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Lo specchio originale del telescopio.

Il 40-foot telescope, noto anche come Great Forty-Foot telescope, fu costruito tra il 1785 ed il 1789 grazie allo stanziamento di 4000 sterline da parte di re Giorgio III.[5][6] Si trattava di un telescopio riflettore costituito da un tubo di ferro, della lunghezza di 12 m, alla base del quale era assemblato uno specchio concavo da 120 cm di diametro;[7][8] il rapporto focale risultava così di f/10.[5][6]

La prima osservazione col telescopio fu condotta nel 1787, quando il telescopio, ancora in costruzione, fu puntato verso la Nebulosa di Orione.[8] Lo strumento permise di scoprire Encelado e Mimas, satelliti naturali di Saturno.[5] Tuttavia, nonostante le eccezionali dimensioni, il telescopio non portò dei sostanziali miglioramenti nelle osservazioni rispetto ai telescopi più modesti sino ad allora utilizzati;[8] l'ultima osservazione con lo strumento fu condotta nel 1815.[5]

Per 50 anni fu il telescopio più grande del mondo,[5] sino al suo smantellamento nel 1840 da parte del figlio di William Herschel, John Herschel,[5] di ritorno dalla sua campagna osservativa in Sudafrica; durante la fase di smontaggio fu tenuta una piccola cerimonia per commemorare l'avvenimento.[9]

Il telescopio di Herschel fu superato in dimensioni nel 1845 dal grande riflettore da 1,8 m di diametro costruito da William Parsons.[10]

  1. ^ All'epoca era consuetudine descrivere i telescopi in base alla lunghezza del tubo, non al diametro dello specchio; da James Mullaney, Chapter 2, Herschel's Telescopes, in The Herschel Objects and How to Observe Them, 2007, pp. 10–15, DOI:10.1007/978-0-387-68125-2_2, ISBN 978-0-387-68125-2.
  2. ^ Observatory House, su britannica.com, Encyclopædia Britannica, 27 novembre 2008.
  3. ^ Slough Borough Council: Sir William Herschel, su slough.gov.uk. URL consultato il 28 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
  4. ^ Franklyn, Julian. Shield and Crest. London: MacGibbon & Kee, 1961. P. 250.
  5. ^ a b c d e f 40-foot Herschelian (reflector) telescope tube remains (AST0947), su nmm.ac.uk, National Maritime Museum. URL consultato il 22 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2009).
  6. ^ a b James Mullaney, Chapter 2, Herschel's Telescopes, in The Herschel Objects and How to Observe Them, 2007, pp. 10–15, DOI:10.1007/978-0-387-68125-2_2, ISBN 978-0-387-68125-2.
  7. ^ Original mirror for William Herschel's 40 foot telescope, 1785, su ssplprints.com, Science & Society Picture Library. URL consultato il 22 novembre 2008.
  8. ^ a b c Original mirror for William Herschel's 40-foot telescope, 1785, su makingthemodernworld.org.uk, The Science Museum, 2004. URL consultato il 22 novembre 2008.
  9. ^ 'Slough. The 40ft reflector with all the woodwork down' (PAF7451), su nmm.ac.uk, National Maritime Museum. URL consultato il 22 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2009).
  10. ^ Richard Berendzen, Hart, Richard and Seeley, Daniel, Man Discovers the Galaxies, Science History Publications, 1976, pp.12—13, ISBN 0-88202-023-4.

Voci correlate

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