Conclave del 1159
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Papa Alessandro III | |||
Durata | Dal 4 al 7 settembre 1159 | ||
Luogo | Basilica di San Pietro in Vaticano, Roma | ||
Partecipanti | 30 | ||
Decano | Imaro di Frascati | ||
Camerlengo | Boso Breakspear | ||
Protodiacono | Odone Fattiboni | ||
Eletto | Alessandro III (Rolando Bandinelli) | ||
Il conclave del 1159 venne aperto a seguito del decesso di papa Adriano IV, durò dal 4 al 7 settembre 1159 e si concluse con una doppia elezione, la quale portò ad un vero e proprio scisma, che durò fino al 1178. Il gruppo maggioritario di cardinali elesse il cardinale senese Rolando Bandinelli, che prese il nome di papa Alessandro III, ma un altro gruppo minoritario di cardinali non lo riconobbe, eleggendo Ottaviano da Monticelli che prese il nome di Vittore IV. Una situazione analoga si era già verificata in occasione del conclave del 1130, allorché una divisione insanabile fra due correnti del Sacro Collegio portò alla duplice elezione del cardinale Gregorio Papareschi, che prese il nome di papa Innocenzo II, e del cardinale Pietro Pierleoni, che prese il nome di papa Anacleto II, creandosi così un vero e proprio scisma. Questo venne ricomposto solo otto anni dopo, con la morte di Anacleto e la rinuncia del suo successore.[1]
Lo scisma questa volta ebbe origine dalle tensioni crescenti all'interno del Sacro Collegio riguardo alla politica estera della Santa Sede. Gli Stati pontifici erano allora una specie di stato-cuscinetto fra le due potenze europee, il Sacro Romano Impero ed il normanno Regno di Sicilia. Nel periodo successivo al concordato di Worms del 1122, il papato fu più favorevole all'Impero che ai Normanni, ma durante il pontificato di Adriano IV quest'alleanza si ruppe a causa del mancato rispetto, da parte dell'imperatore Federico Barbarossa, dei termini del trattato di Costanza del 1153, che gl'imponevano di aiutare il papa a ristabilire la sua autorità in Roma, condotta da un governo comunale, ed alcuni altri territori soggetti al potere pontificio, che tuttavia cadevano sotto il controllo del re di Sicilia.[2]
In questa circostanza Adriano IV decise di rompere l'alleanza con l'imperatore e rappacificarsi con Guglielmo I di Sicilia, sottoscrivendo il Trattato di Benevento (1156). Negli anni seguenti crebbe la tensione fra il papato e l'impero del Barbarossa (es. la disputa alla dieta di Besançon nel 1157). Federico allora tentò, con successo, di rafforzare la sua influenza sulla Chiesa di Germania.[3] Il cambiamento d'indirizzo della politica estera pontificia produsse una frattura all'interno del Sacro Collegio, i cui componenti si suddivisero in sostenitori ed avversari della nuova politica estera, i quali non furono in grado di raggiungere un compromesso sul successore di Adriano IV.
L'elezione del 1159 ebbe anche conseguenze sul piano del diritto. Fino a quella data l'elezione di un nuovo pontefice richiedeva, per essere valida, l'espressione unanime a suo favore dei cardinali elettori, il che portò allo scisma allorché l'unanimità si palesò impossibile da raggiungere.[4] Nel futuro Concilio Lateranense III, tenutosi esattamente venti anni dopo, venne promulgato il canone detto Licet de evitanda discordia, che previde la possibilità di eleggere un pontefice a maggioranza di almeno due terzi, qualora si rivelasse impossibile la convergenza unanime sul nome di un candidato.[5]
Decesso di Adriano IV
[modifica | modifica wikitesto]Papa Adriano IV morì il 1º settembre 1159. Temendo egli un possibile scisma, poco prima di morire raccomandò ai cardinali di eleggere come suo successore il cardinale Bernardo di Porto.[6]
Elenco dei partecipanti
[modifica | modifica wikitesto]Vi erano 31 cardinali nel settembre 1159.[7] Pare che uno di essi non abbia partecipato all'elezione, cosicché il numero di cardinali-elettori si ridusse a 30.[8]. John Paul Adams riporta una lista di 31 partecipanti, includendo anche il cardinale Milo, che risulterebbe essere una delle ultime creazioni cardinalizie di Adriano IV invece che del neoeletto Alessandro III nel concistoro del 1160.
Cardinali assenti
[modifica | modifica wikitesto]Elettore | Paese | Corrente | Titolo cardinalizio | Ruolo | Data di Nascita | COncistoro |
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Rainaldo di Collemezzo,[12] O.S.B.Cas. | Ducato di Spoleto |
neutrale | Cardinale presbitero dei SS. Marcellino e Pietro | Abate di Montecassino | 1110 ca. | 01/03/1140 |
Altra fonte[13] indica una composizione dell'assemblea elettrice leggermente diversa, traendo il dato da una vecchia opera di Alfonso Chacón, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium, Roma, 1677.
Chacón include due cardinali-diaconi in più fra gli elettori di Vittore IV: Gregorio, cardinale diacono dei Santi Vito e Modesto e Guglielmo, arcidiacono di Pavia, la cui diaconia viene definita ignota (Guglielmo non è tuttavia menzionato fra i cardinali presenti nel sito citato). Tuttavia essi non sottoscrissero alcuna bolla pontificia,[14] i loro nomi non sono citati nel manifesto del partito imperiale dell'ottobre 1159[15] e nulla si sa di essi tranne la loro presunta partecipazione a questo conclave, cosicché appare dubbio che essi siano mai stati nominati cardinali, così come dubbia pare anche la loro esistenza.[16]
La stessa fonte include, fra i cardinali assenti ma favorevoli ad Alessandro III, certo Giovanni, napoletano, cardinale diacono (di cui però non è definita la diaconia) che sarebbe stato nominato tale da papa Adriano IV nel concistoro del dicembre 1155, e sarebbe deceduto verso il 1180.
Divisioni nel Sacro Collegio
[modifica | modifica wikitesto]Il Collegio cardinalizio era diviso in due correnti: il cosiddetto partito dei "Siciliani", guidato dal cardinale Rolando Bandinelli e dal camerlengo Boso Breakspear, che approvava la politica pro-siciliani di papa Adriano IV, e il cosiddetto partito degli "Imperiali", condotto dal cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, che non condivideva tale politica, parteggiando invece per l'Impero. Naturalmente vi era un certo numero di porporati che potevano considerarsi neutrali fra le due correnti.
È noto che il cosiddetto partito dei "Siciliani" contasse tredici cardinali, mentre quello degli "Imperiali" poteva contarne nove (vedi sopra).[17] Ma solo sei cardinali possono essere effettivamente identificati come membri del partito degli "Imperiali": Ottaviano di S. Cecilia, Giovanni dei SS. Silvestro e Martino, Guido di S. Maria in Trastevere, Imaro di Frascati, Raimondo di S. Maria in Via Lata e Simeone di S. Maria in Domnica[18]. Guglielmo di S. Pietro in Vincoli era probabilmente il settimo.[19] Forse il cardinale Cinzio di S. Adriano apparteneva anche lui a questa corrente. I rimanenti dieci cardinali erano neutrali.[20]
Si ritiene che entrambe le correnti si fossero in qualche modo preparate all'elezione nell'ultimo mese di vita di Adriano IV, sebbene questi tentativi siano noti solo dalle dichiarazioni ostili prodotte per scopi polemici durante il successivo scisma ed è impossibile verificarne l'attendibilità. Entrambe le parti si accusavano l'un l'altra di cospirazione illegittima. I seguaci di Vittore IV accusavano i "Siciliani" di venire corrotti da Guglielmo I di Sicilia e dalle città antimperiali di Brescia, Milano e Piacenza. Essi ostentarono un giuramento di non votare alcuno al di fuori della loro cerchia. Da parte loro i "Siciliani" accusavano gli "Imperiali" di complottare con l'inviato imperiale Ottone di Wittelsbach, Duca di Baviera, che era presente a Roma al momento dell'elezione e dava aperto sostegno a Vittore IV nell'assumere il controllo del Patrimonio di San Pietro.[21] È noto che i laici seguaci del cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, che era imparentato con la potente famiglia dei conti di Tuscolo, erano pronti ad un confronto armato a Roma.[20] Evidentemente, nessuno dei due partiti era disposto ad un compromesso.[22]
Procedimenti
[modifica | modifica wikitesto]Elezione di Alessandro III
[modifica | modifica wikitesto]I cardinali si riunirono in assemblea nella Basilica Vaticana il 4 settembre, tre giorni dopo la morte di Adriano IV. Essi decisero che, secondo l'uso, l'elezione valida avrebbe dovuto essere quella che esprimeva l'unanimità dei consensi sul candidato prescelto.[23]
Pare che la candidatura del cardinale Bernardo di Porto, raccomandato da Adriano IV come accettabile per entrambe le correnti, non sia mai stata proposta. Ciascuno dei due partiti propose un candidato che l'altro partito non avrebbe mai accettato: il partito degli "Imperiali" propose il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, mentre quello dei "Siciliani" propose il cancelliere Rolando Bandinelli.[24] I cardinali discussero tre giorni senza giungere ad alcun compromesso, tuttavia il partito dei "Siciliani" riuscì ad ottenere il consenso sul suo candidato anche dai cardinali neutrali e probabilmente riuscì anche a "staccare" qualcuno dalla parte avversa. Il quarto giorno (7 settembre), il cardinale Rolando Bandinelli venne proclamato papa dai "Siciliani" e prese il nome di papa Alessandro III, nonostante l'unanimità degli elettori sul suo nome non fosse stata raggiunta ed alcuni cardinali si opponessero ancora alla sua candidatura.[20]
Secondo il manifesto del partito favorevole ad Alessandro III, dell'ottobre 1159, ed un conteggio del cardinale Boso Breakspear, quel giorno il cardinal Rolando Bandinelli avrebbe ricevuto i voti di tutti i cardinali presenti, con la sola esclusione di tre di loro: Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, Giovanni Morrone e Guido di Crema. Allora i sostenitori di Rolando riconobbero che «Pareva inopportuno che […] la Sede Apostolica […] dovesse rimanere ancora priva di guida a causa della litigiosità dei suddetti uomini.»[23] D'altro canto il partito opposto sosteneva che Ottaviano aveva ancora nove voti e che il partito dei "Siciliani", decidendo a maggioranza, semplicemente aveva violato la regola dell'unanimità, richiesta per la validità dell'elezione.[25]
Comunque, si ritiene che la versione dei cardinali imperiali sia meno attendibile di quella del partito di Alessandro III, anche se quest'ultima può non essere così precisa; basandosi sulle firme dei manifesti delle due parti emessi subito dopo l'elezione, è possibile arguire che almeno 23 elettori votarono per il cardinale Rolando Bandinelli e non più di sei gli si opposero.[26] (Questo numero non comprende il neoeletto).
Elezione di Vittore IV
[modifica | modifica wikitesto]Gli elettori del cardinale Bandinelli, subito dopo averlo proclamato papa, tentarono di fargli indossare il manto purpureo che simbolizza l'assunzione dell'autorità papale, ma allora l'elezione entrò in una fase tumultuosa. Il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani strappò il manto dalle spalle di Alessandro III e le sue bande armate fecero irruzione nella Basilica. Alessandro III ed i suoi sostenitori fuggirono nella cittadella di San Pietro, controllata dal cardinale Boso Breakspear, della quale era governatore. In loro assenza i pochi cardinali rimasti elessero papa il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani e lo incoronarono come papa Vittore IV.[20] L'esatto numero di questi elettori non è noto, ma ci sono buone ragioni per credere che esso ammontasse a sei, compreso lo stesso neoeletto Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, poiché nel mese seguente solo cinque cardinali sottoscrissero il manifesto in suo favore.[18]
È possibile che qualche cardinale in più abbia partecipato a questa elezione, ma se fosse stato così, questi si sarebbero presto allineati ad Alessandro III.[27]
Consacrazione di Alessandro III
[modifica | modifica wikitesto]Papa Alessandro III rimase nella cittadella fino a che non fu liberato e scortato fuori Roma da Odo Frangipane ed il 18 settembre egli venne finalmente vestito con il manto purpureo.[20] Il 20 settembre, nel piccolo comune di Ninfa, a sud-est di Velletri, egli venne consacrato vescovo di Roma dal cardinale Ubaldo Allucingoli, vescovo di Ostia e di Velletri, e incoronato dal cardinale Odone Bonecase, cardinale protodiacono della diaconia di S. Giorgio in Velabro.[28]
Il 27 settembre egli scomunicava Vittore IV ed i suoi sostenitori.[29]
Consacrazione di Vittore IV
[modifica | modifica wikitesto]Vittore IV venne consacrato il 4 ottobre nell'Abbazia di Farfa dal cardinale vescovo Imaro di Frascati, Decano del Sacro Collegio, assistito dai vescovi Ubaldo di Ferentino e Riccardo di Melfi.[30]
Con l'appoggio di Ottone di Wittelsbach e delle sue truppe, egli prese in breve il controllo di Roma e del patrimonio di San Pietro, mentre Alessandro III si rifugiava dapprima nel Regno di Sicilia e successivamente in Francia.[31]
Manifesti delle due correnti nell'ottobre 1159
[modifica | modifica wikitesto]Entrambi i rivali, con i loro seguaci, difendevano la legalità delle loro elezioni. Nell'ottobre del 1159 i cardinali delle due obbedienze stesero i manifesti per l'Imperatore Federico in favore dei loro singoli eletti. Il manifesto dei seguaci di Alessandro III venne sottoscritto da 23 cardinali, mentre quello in favore di Vittore IV, solo da 5.[32] I seguaci di Vittore IV riconoscevano di essere in minoranza, giustificando il loro comportamento con il fatto che la corrente opposta aveva violato la regola dell'unanimità e che quindi l'elezione di Alessandro non era valida. La corrente opposta sosteneva che il principio dell'unanimità era stato violato dalla condotta ostruzionista di tre cardinali della corrente imperiale, che si erano ostinatamente rifiutati di riconoscere il candidato scelto dalla maggioranza del Sacro Collegio.[23]
Divisione finale de Sacro Collegio nell'ottobre 1159
[modifica | modifica wikitesto]Obedienza di Alessandro III | Obedienza di Vittore IV[33] |
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1. Gregorio della Suburra, cardinale vescovo di Sabina e decano del Sacro Collegio 2. Ubaldo Allucingoli, cardinale vescovo di Ostia e di Velletri 3. Giulio, cardinale vescovo di Palestrina 4. Bernardo, Can.Reg., cardinale vescovo di Porto e S. Rufina e arciprete della Basilica Vaticana 5. Gualtiero, Can.Reg., cardinale vescovo di Albano 6. Ubaldo Caccianemici, Can.Reg., Cardinale protopresbitero di S. Croce in Gerusalemme 7. Rainaldo di Collemezzo, O.S.B.Cas., cardinale presbitero dei SS. Marcellino e Pietro e abate di Montecassino 8. Astaldo degli Astalli, cardinale presbitero di S. Prisca |
1. Imaro, O.S.B.Cluny, cardinale vescovo di Frascati e decano del Sacro Collegio 2. Guido di Crema, cardinale presbitero di S. Maria in Trastevere 3. Giovanni Morrone, cardinale presbitero dei SS. Silvestro e Martino 4. Raimondo di Nimes, cardinale diacono di S. Maria in Via Lata 5. Simeone Borelli, O.S.B.Cas., cardinale diacono di S. Maria in Domnica e abate di Subiaco |
Simeone Borelli aderì all'obedienza di Alessandro III già alla fine del 1159.[34] Raimondo di S. Maria in Via Lata fece altrettanto tra febbraio ed aprile 1160.[35] Inoltre, alla fine del 1159, Vittore IV creò almeno tre nuovi cardinali-diaconi: Bernardo dei SS. Sergio e Bacco, Giovanni di Santa Maria in Aquiro e Lando di S. Angelo,[36] mentre Alessandro III nominò il 18 febbraio 1160 il cardinale diacono Milo di S. Maria in Aquiro.[37]
Lo scisma
[modifica | modifica wikitesto]Entrambi i papi inviarono i loro legati presso i regni cattolici per assicurarsi il loro riconoscimento. Al concilio di Pavia nel febbraio 1160, l'imperatore Federico si espresse in favore di Vittore IV e l'episcopato dell'Impero lo seguì con la sola, significativa eccezione dell'arcivescovo di Salisburgo Eberhard I von Hilpolstein-Biburg, e quella dei suoi suffraganei.[38]
Il re Valdemaro I di Danimarca diede il suo sostegno a Vittore IV, ma il primate di Danimarca, arcivescovo Eskilo di Lund, divenne sostenitore di Alessandro III.[39] Pare che anche il Regno di Polonia sostenesse Vittore IV.[40]
Il rimanente dell'Europa, cioè Regno di Francia, Regno d'Inghilterra, Regno di Spagna, Svezia, Norvegia, Regno di Scozia, Regno d'Ungheria, Regno di Sicilia ed i Territori latini d'Oltremare riconobbero Alessandro III come vero papa, ma anche in alcuni di questi Paesi vi erano significative minoranze episcopali o feudali favorevoli a Vittore IV.[41] Lo scisma pontificio in Europa era quindi un fatto.
L'unità della Chiesa venne ripristinata solo 18 anni dopo, quando l'imperatore Federico Barbarossa e papa Alessandro III sottoscrissero il Trattato di Venezia (1º agosto 1177); poco dopo il papa pro-impero Callisto III (successore di Vittore IV) rinunciò al suo "pontificato", sottomettendosi ad Alessandro III (29 agosto 1178).[42] Vittore IV ed i suoi successori Pasquale III (1164–68) e Callisto III (1168–78) vennero allora visti come antipapi dalla Chiesa Cattolica, mentre Alessandro III fu riconosciuto come legittimo successore di San Pietro.
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]L'elezione del 1159 ed il conseguente scisma evidenziarono la necessità di modificare le regole che riguardavano l'elezione del papa. Il canone Licet de evitanda discordia, stabilito dal Concilio Lateranense III nel 1179, dispose che in caso di mancato raggiungimento dell'unanimità di consensi del Collegio dei cardinali su un candidato, sarebbe stata egualmente valida l'elezione a maggioranza, purché questa fosse non inferiore ai due terzi degli elettori. Il Concilio confermò pure che, ai fini della elezione del pontefice, i tre Ordini di cardinalato (diaconi, presbiteri e vescovi) erano equivalenti. Tale disposizione abrogava formalmente il decreto del 1059 di papa Niccolò II In Nomine Domini , che attribuiva ai soli cardinali vescovi il compito di eleggere il papa, spettando ai membri degli altri due ordini solo un compito di conferma,[43] anche se di fatto l'eguaglianza fra i tre ordini nella scelta del pontefice era già stata attuata dal 1118, anche in assenza di una revoca formale del decreto di Niccolò II.[44]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, pp. 127-128
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 464-465
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 388–391 e 464–471
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 57
- ^ Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, p. 130
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 79-80
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 43 e 83; (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 24; (DE) Barbara Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159, p. 198.
- ^ (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 24; (EN) Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, p. 106. (L'ultima fonte parla di 28 cardinali, ma ne omette certamente due, aggiungendo Rolando Bandinelli, cardinale presbitero di S. Marco, i suoi 22 sostenitori ed i 5 sostenitori di Ottaviano da Monticelli, cardinale presbitero di Santa Cecilia, ma non il medesimo; inoltre esso indica che papa Alessandro III aveva 22 sostenitori, che invece in realtà erano 23, vedi (EN) Rahewin: cap. LXIII
- ^ Date di nomina a cardinale da Barbara Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159, p. 222-226, e Brixius, passim.
- ^ Per la data di nomina vedi Barbara Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159, pp. 48 e 51. Johannes Matthias Brixius in Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181 a p. 57, dice che fu creato cardinale da Anastasio IV (1153-54) con il titolo di cardinale vescovo di Sabina, ma Barbara Zenker ha dimostrato che si tratta di Gregorio Cardinale presbitero di S. Maria in Trastevere nominato da Innocenzo II nel 1140.
- ^ Recenti studi hanno smontato la tesi tradizionale della parentela di Boso con il papa Adriano IV, di cui sarebbe nipote. Secondo la monografia di F. Geisthardt (1936), egli sarebbe nato presso Lucca e, pur non escludendo del tutto la sua origine inglese, la sua carriera ecclesiastica sarebbe cominciata prima di quella del suo presunto zio Nicholas Breakspeare
- ^ A. Chacón include Rainaldo fra i partecipanti all'elezione di Alessandro III. Comunque ciò pare improbabile poiché il cardinale Rainaldo non era residente presso la Curia Romana, ma nell'Abbazia di Montecassino, dove fu abate per 29 anni (1137–1166). Il fatto che egli non abbia sottoscritto alcuna bolla pontificia durante il suo lungo periodo di cardinalato (1140–1166) indica chiaramente la sua assenza dalla Corte pontificia (Phillip Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, pp. 559, 609, 616, 653, 658–659). Inoltre, sebbene egli avesse aderito all'obbedienza a papa Alessandro III, non compare fra i firmatari del manifesto dei suoi elettori dell'ottobre 1159 (Rahewin: cap. LXIII). Riguardo alla sua assenza vedi anche: (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 24.
- ^ (EN) Salvador Miranda, Election of September 3 - 7, 1159, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
- ^ Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, pp. 616, 653, 659 e 827 Regesta …
- ^ (EN) Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, pp. 105–106; Rahewin: cap. LXII
- ^ Guglielmo pare non sia altri che il cardinale Guglielmo Marengo, che fu arcidiacono di Pavia prima della sua nomina a cardinale e la cui posizione all'inizio dello scisma era stata ambigua (vedi Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 475). Johannes Matthias Brixius non ne parla nella sua opera.
- ^ Quest'ultimo numero si evince dal manifesto degli elettori di Vittorio IV, datato ottobre 1159; tuttavia questo manifesto venne firmato solo da cinque cardinali e non è ritenuto attendibile: nessun'altra fonte riporta nove come numero di cardinali favorevoli ad Ottaviano-Vittorio IV (vedi (EN) Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, p. 106). Il partito di Vittorio IV sosteneva che fra questi nove cardinali ci fosse Gregorio della Suburra, successivamente corrotto dagli "alessandrini" (vedi (DE) Joseph Langen, Geschichte der Römischen Kirche von Gregor VII. bis Innocenz III, p. 454), ma è noto che il cardinal Gregorio era uno dei cosiddetti "Siciliani" (vedi (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 53)
- ^ a b Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, p. 105
- ^ (DE) Joseph Langen, Geschichte der Römischen Kirche von Gregor VII. bis Innocenz III, p. 454
- ^ a b c d e (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 83
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 79–80
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 81
- ^ a b c (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 82
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 79
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 82–83
- ^ (EN) Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, p. 106.
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 83; Brenda Bolton & Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, p. 106. Forse tre o Quattro sostenitori di Alessandro III non riuscirono a raggiungere la cittadella come gli altri e furono costretti dalle bande armate a ricongiungersi con i cardinali del partito "imperiale"; questo spiegherebbe perché i seguaci di Vittore IV sostennero che la loro corrente era costituita da nove cardinali, compreso il "siciliano" Gregorio della Suburra, e perché il loro numero si assottigliò così presto: in ogni caso non vi è alcuna evidenza diretta corrobori questa ipotesi.
- ^ (EN) Salvador Miranda, BANDINELLI, Can. Reg. Lateranense, Rolando, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 20 ottobre 2008.
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 478
- ^ Pilipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, p. 828
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 484
- ^ (EN) Rahewin, "Gesta Frederici" (il manifesto dei seguaci di Vittore IV si trova al cap. LXII, mentre quello pro Alessandro III è al cap. LXIII)
- ^ L'antipapa Vittore IV, subito dopo la sua consacrazione, avvenuta nell'ottobre 1159, nominò un numero (non specificato) di nuovi cardinali per rafforzare la sua corrente. Vedi: (EN) Salvador Miranda, Consistories for the creation of cardinals. 12th Century (1099-1198). [Antipope] Victor IV, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. Questi (pseudo)cardinali non sono compresi in questa tabella
- ^ (DE) Barbara Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159, pp. 140-141.
- ^ (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 24.
- ^ (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, pp. 67-68
- ^ (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, pp. 24 e 65 no. 20
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation , pp. 474–475
- ^ Angelo Forte, Richard Oram, Frederik Pedersen, Viking empires, Cambridge University Press, 2005 ISBN 0-521-82992-5, p. 382
- ^ I vescovi polacchi presero parte ai sinodi scismatici del 1160 e del 1165 (Dzieje Kościoła w Polsce, ed. A. Wiencek, Kraków 2008, p. 75)
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation , pp. 475–476
- ^ (EN) Salvador Miranda, STRUMA, O.S.B.Vall., János, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 20 ottobre 2008.
- ^ Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, pp. 119-120
- ^ (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation , pp. 40-41, 63 e 84
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, Cambridge Medieval Textbooks, Cambridge University Press, 1990, ISBN 0-521-31922-6.
- (EN) Brenda Bolton, Anne Duggan, Adrian IV, the English Pope, 1154–1159: Studies and Texts, Ashgate Publishing, Ltd., 2003, ISBN 0-7546-0708-9.
- (DE) Joseph Langen, Geschichte der Römischen Kirche von Gregor VII. bis Innocenz III, Bonn, 1893.
- (LA) Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII, Berlino, 1851.
- (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, Berlin, R. Trenkel, 1912.
- (DE) Barbara Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159, Würzburg, 1964.
- Rahewin, Gesta Friderici, Domus Ecclesiae, 2001.
- (IT) Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, Casale Monferrato (AL), Piemme S.p.A., 2005, ISBN 88-384-1060-7.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Salvador Miranda, Election of September 3 - 7, 1159, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.