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Seed saving
In agricoltura e giardinaggio, il termine inglese seed saving indica la pratica di conservare semi di fiori e vegetali. La conservazione delle sementi era in passato una tradizione agricola finalizzata al mantenimento di fattorie e giardini; oggi invece le sementi vengono acquistate a seconda delle necessità e possono produrre dichiaratamente piante ibride, quindi l'attività di conservazione delle sementi è svolta solo da appassionati di giardinaggio o finalizzata a interessi ambientalistici. Chi pratica il seed saving è chiamato seed saver, letteralmente "conservatore di semi", cercatore e conservatore informale di vecchie varietà locali o di agrobiodiversità non autoctone soggette a fenomeni di erosione genetica, affinché non si estinguano.
Esistono nel mondo numerose organizzazioni non governative che organizzano reti di seed saver per lo scambio di semi.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]A causa delle esigenze di mercato e dell'impossibilità nel gestire troppe varietà, il numero delle cultivar si è via via ridotto. Questo processo, detto di erosione genetica, è stato agevolato dall'Unione europea con l'istituzione del registro dell'Ente nazionale sementi elette (ENSE), nel quale le aziende agricole sono tenute a registrare le cultivar in loro possesso.[1] Il prezzo altissimo dell'iscrizione ha fatto sì che molte imprese minori abbandonassero i propri semi per adottare sementi già registrate. Tuttavia, gli stati membri hanno istituito banche genetiche, consistenti in celle frigorifere dove vengono conservati campioni delle varietà tradizionali. Molti semi, a causa della lunga attesa della semina, hanno perso la germinabilità, e con essa il loro bagaglio genetico unico e insostituibile.
Per opporsi in modo efficace all'erosione genetica che interessò tutto il Novecento, negli anni settanta è nato il movimento dei seed saver. Il loro intento è quello di preservare gli ortaggi rari e in via di estinzione riproducendo i semi ottenuti da orticoltori, soprattutto anziani, banche genetiche e ditte sementiere, ridistribuendoli a coloro che intendono moltiplicarli. Negli Stati Uniti questa tendenza si è coordinata nell'associazione Seed Saver Exchange. In Europa sono diffuse simili iniziative in Gran Bretagna (HDRA), Austria (Arche Noah) e Svizzera (Pro specie rara); in Francia, la piccola ditta sementiera Kokopelli si ispira ai principi del seed saving nella salvaguardia alla biodiversità.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Olivucci Alberto, Alla ricerca degli ortaggi perduti. Salva i semi con i seed savers, Bio Bank by Egaf Edizioni, 2000. ISBN 88-86346-16-6
- (EN) Renee Vellve, Saving the seed: genetic diversity and european agriculture, Londra, Earthscan Publications, 1992. ISBN 1853831506
- (EN) Suzanne Ashworth, Kent Whealy, Seed to Seed: Seed Saving Techniques for the Vegetable Gardener, Seed Savers Exchange, 2002. ISBN 9781882424580
- (EN) Edward Beck, A Packet of Seeds Saved by an Old Gardener, 2008. ISBN 9780559854682
- (EN) Carol Deppe, Breed Your Own Vegetable Varieties: The Gardener's and Farmer's Guide to Plant Breeding and Seed Saving, Chelsea Green Publishing Company, 2000. ISBN 9781890132729
- (EN) Mcgrath Mike, Save and sow seeds of your favourite vegetables, Quirk Books (Stati Uniti), 2009. ISBN 9781594742897
- (EN) Kent Whealy, Garden Seed Inventory: An Inventory of Seed Catalogs Listing All Non-Hybrid Vegetable Seeds Available in the United States and Canada, Seed Savers Exchange, 2005. ISBN 9781882424603
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale di Seed Savers Exchange, su seedsavers.org.
- (EN) Sito ufficiale di Seed Savers Network (Australia), su seedsavers.net.
- Portale di Civiltà Contadina e dei seed savers italiani, su biodiversita.info. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2018).
- Dal sito del Senato italiano: Disciplina per l’impiego di sementi di conservazione in agricoltura biologica, su mobile.senato.it. URL consultato il 4 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2012).
- Sito ufficiale dell'Ente nazionale sementi elette, su ense.it.