Sayyida Shirin
Sayyida Shirin | |
---|---|
Moglie dell'emiro buwayhide di Rey | |
In carica | 997 – 1029 (de facto) |
Successore | Mahmud di Ghazna (dinastia ghaznavide) |
Morte | Rey, 1028 |
Dinastia | Bavandidi |
Padre | Rustam II |
Consorte di | Fakhr al-Dawla |
Figli | Majd al-Dawla, Shams al-Dawla |
Religione | sciismo |
Sayyida Shirin (in persiano سیده شیرین), nota anche semplicemente come Sayyida (سیدا) (... – Rey, 1028), fu una principessa della dinastia bavandide che sposò l'emiro buwayhide Fakhr al-Dawla (regnante dal 976 al 980 e dal 984 al 997).
Fu l'autorità che de facto esercitò il potere nel Jibal (Iran orientale) per la maggior parte del regno di suo figlio, Majd al-Dawla (r. 997-1029).
È conosciuta per aver concesso il governo di Esfahan a suo cugino di primo grado Ala al-Dawla Muhammad, segnando così l'inizio della parentesi al potere della kakuyide.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Origini e primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Sayyida Shirin era la figlia di Rustam II (regnante dal 964 al 979), l'ispahbadh (sovrano) della dinastia bavandide nel Tabaristan, una regione nel nord dell'Iran.[1] La famiglia bavandide soleva ricondurre le proprie origini a Bav, che si diceva fosse nipote del principe sasanide Kawus, figlio del re dei re (shahanshah) Kavad I (r. 488-496; 498/499-531).[2] Sayyida Shirin sposò in vita l'emiro buwayhide Fakhr al-Dawla (r. 976-980; 984-997), che esercitò la propria autorità sul Jibal (Iran orientale), sul Tabaristan e sul Gorgan.[3][4] La coppia ebbe due figli, Majd al-Dawla e Shams al-Dawla.[3]
Reggenza
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la morte di Fakhr al-Dawla per un male allo stomaco nel 997, il suo regno nel Jibal fu diviso tra Abu Talib Rustam, che ricevette la capitale di Rey e i suoi dintorni, e il figlio minore Shams al-Dawla, che ricevette i centri di Hamadan e Qirmisin fino ai confini della Mesopotamia.[1][4] Entrambi furono insediati come co-reggenti da Sayyida Shirin, che divenne la reggente del regno a causa della loro giovane età.[5][6] A prescindere dalla particolarità di questa situazione politica, restava il fatto che Shams al-Dawla era subordinato ad Abu Talib Rustam.[7] In questo frangente storico, il sovrano ziyaride Qabus (r. 977-981; 997-1012) si assicurò il Tabaristan e il Gorgan, che aveva precedentemente governato prima di essere sconfitto dai buwayhidi. In seguito al fallimento di Majd al-Dawla nel respingere Qabus, quest'ultimo amministrò entrambe le regioni sopra menzionate in maniera abbastanza agevole.[3] Majd al-Dawla perse anche diverse città occidentali (tra cui Zanjan) in favore dei Sallaridi attivi in Azerbaigian.[8] Il sovrano ed esponente degli Hasanwayhidi Badr ibn Hasanwayh (r. 979-1013), che esercitava il proprio potere intorno a Qirmisin in veste vassallo buwayhide, si recò a Rey offrendosi di aiutare Majd al-Dawla nella gestione degli affari locali, ma la sua proposta venne bocciata.[9] Come conseguenza, Badr continuò gradualmente a evitare di interessarsi alle questioni politiche di Rey.[10] Almeno già nel 1003, Sayyida Shirin aveva assicurato il governo di Esfahan a suo cugino di primo grado Ala al-Dawla Muhammad, segnando così l'inizio della dinastia kakuyide.[7][11]
Nel 1008, con l'assistenza del suo visir Abu 'Ali ibn 'Ali, Majd al-Dawla tentò di porre fine alla reggenza di sua madre. Sayyida Shirin, tuttavia, fuggì a Badr ibn Hasanwayh e, assieme a Shams al-Dawla, pose Rey sotto assedio. Dopo diverse battaglie, la città infine cadde e Majd al-Dawla fu fatto prigioniero. Una volta imprigionato da sua madre nel forte di Tabarak, Shams al-Dawla assunse il potere a Rey. Un anno dopo, nel 1009, Sayyida Shirin litigò con Shams al-Dawla, evento che la spronò a liberare e ripristinare l'autorità Majd al-Dawla a Rey, mentre Shams al-Dawla dovette far ritorno ad Hamadan. Nonostante questi eventi, Sayyida Shirin continuò ad esercitare le sue funzioni come prima.[4][12]
Nel 1014, Majd al-Dawla e Sayyida Shirin furono costretti a fuggire nei pressi del Damavand dopo un attacco compiuto a Rey da parte di Shams al-Dawla. Tuttavia, un ammutinamento tra le truppe di Shams al-Dawla costrinse quest'ultimo a ripiegare ad Hamadan, mentre Majd al-Dawla e Sayyida Shirin giunsero a Rey.[12] Nello stesso anno, il noto studioso persiano Avicenna (morto nel 1037) andò a Rey, dove entrò al servizio di Majd al-Dawla e Sayyida Shirin. Lì prestò servizio come medico a corte, curando Majd al-Dawla, che soffriva di malinconia. Secondo quanto riferito, Avicenna in seguito servì come «amministratore delle finanze» di Sayyida Shirin a Qazvin e Hamadan, sebbene i dettagli su questo incarico non siano chiari.[13][14] Avicenna in seguito si unì a Shams al-Dawla, forse a causa del suo avversario Abu'l-Qasim al-Kirmani che lavorava anch'egli sotto Sayyida Shirin.[15]
Nel 1016, Majd al-Dawla e Sayyida Shirin rifiutarono la richiesta dell'ufficiale militare daylamita Ibn Fuladh di diventare il governatore di Qazvin. Di conseguenza, quest'ultimo cominciò ad attaccare la periferia di Rey. Con l'aiuto del principe bavandide Abu Ja'far Muhammad (morto nel 1028), Majd al-Dawla respinse Ibn Fuladh dall'insediamento, costringendolo a cercare asilo dal sovrano ziyaride Manuchihr (r. 1012-1031). Lì Ibn Fuladh si assicurò l'assistenza di Manuchihr in cambio della sua fedeltà. Rinforzato da 2.000 soldati da Manuchihr, Ibn Fuladh cinse d'assedio Rey, costringendo così Majd al-Dawla a nominarlo governatore di Esfahan. In seguito a questo evento, ogni riferimento delle fonti a Ibn Fuladh scompare, circostanza che suggerisce che non fu in grado di sostituirsi all'allora governatore in carica di Esfahan, Ala al-Dawla Muhammad.[16]
Quando Sayyid Shirin morì nel 1028, le conseguenze dell'isolamento politico di Majd al-Dawla divennero evidenti. Ben presto dovette affrontare un'insurrezione provocata dai suoi soldati daylamiti e si rivolse in cerca di assistenza al sovrano ghaznavide Mahmud (r. 998-1030) per imbastire delle trattative. Mahmud desiderava espandere il suo potere a ovest, ma si era astenuto dall'attaccare Rey a causa dell'ingombrante presenza di Sayyida Shirin.[4][17] Sfruttando la richiesta di aiuto di Majd al-Dawla come pretesto, Mahmud conquistò Rey nel marzo/aprile 1029. Egli depose Majd al-Dawla come sovrano e saccheggiò la città, ponendo fine al dominio di Buyid nella regione. Gran parte della grande biblioteca locale fu data alle fiamme, mentre molti abitanti vennero radunati e lapidati dopo essere stati bollati come eretici. Mahmud giustificò il suo assalto come un'operazione finalizzata a eliminare «gli infedeli Batiniyya e gli innovatori malvagi».[4][18]
L'iranologo Clifford Edmund Bosworth si è mostrato assai critico sulla decisione compiuta da Majd al-Dawla, ritenendola «sciocca».[4][18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Spuler (2014), p 101.
- ^ Madelung (1984), pp. 747-753.
- ^ a b c Bosworth (1975), p. 215.
- ^ a b c d e f Nagel (1990), pp. 578-586.
- ^ Spuler (2014), p. 108.
- ^ Bosworth (1975), p. 293.
- ^ a b Bosworth (1970), p. 74.
- ^ Bosworth (1975), p. 294.
- ^ Bosworth (1996), p. 158.
- ^ Kennedy (2004), p. 244.
- ^ Bosworth (2010), pp. 359-362.
- ^ a b Sajjadi, Asatryan e Melvin-Koushki.
- ^ Gutas (1987), pp. 67-70.
- ^ Adamson (2013), p. 14.
- ^ Adamson (2013), p. 18.
- ^ Bosworth (1997), pp. 26-27.
- ^ Nashat e Beck (2003), p. 84.
- ^ a b Bosworth (1975), p. 177.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Peter Adamson, Interpreting Avicenna: Critical Essays Search in this book. Leiden, Brill, 2013, ISBN 978-05-21-19073-2.
- (EN) Clifford E. Bosworth, Iran under the Buyids, in Richard N. Frye, The Cambridge History of Iran, 4: From the Arab Invasion to the Saljuqs, Cambridge, Cambridge University Press, 1975, pp. 250-304, ISBN 0-521-20093-8.
- (EN) Clifford E. Bosworth, Dailamīs in Central Iran: The Kākūyids of Jibāl and Yazd, in Iran, vol. 8, 1970, pp. 73-95, DOI:10.2307/4299634.
- (EN) Clifford E. Bosworth, The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual, New York, Columbia University Press, 1996, ISBN 0-231-10714-5.
- (EN) Clifford E. Bosworth, Ebn Fūlād, in Ehsan Yarshater, Encyclopædia Iranica, VIII/1: Ebn ʿAyyāš-Economy V, Londra e New York, Routledge e Kegan Paul, 1997, pp. 26-27, ISBN 978-1-56859-050-9.
- (EN) Clifford E. Bosworth, Kākuyids, in Ehsan Yarshater, Encyclopædia Iranica, XV/4: Kafir Kala–Ḵamsa of Jamāli, Londra e New York, Routledge & Kegan Paul, 2010, pp. 359-362, ISBN 978-1-934283-26-4.
- (EN) Dimitri Gutas, Avicenna ii. Biography, in Ehsan Yarshater, Encyclopædia Iranica, III/1: Ātaš-Awāʾel al-Maqālāt, Londra e New York, Routledge & Kegan Paul, 1987, pp. 67-70, ISBN 978-0-71009-113-0.
- (EN) Hugh Kennedy, The Prophet and the Age of the Caliphates: The Islamic Near East from the 6th to the 11th Century, 2ª ed., Harlow, Longman, 2004, ISBN 978-0-582-40525-7.
- Wilferd Madelung, Āl-e Bāvand, in Ehsan Yarshater, Encyclopædia Iranica, I/7: Ahriman-Alafrank, Londra e New York, Routledge & Kegan Paul, 1984, pp. 747-753, ISBN 978-0-71009-096-6.
- (EN) Tilman Nagel, Buyids, in Ehsan Yarshater, Encyclopædia Iranica, IV/6: Burial II-Calendars II, Londra e New York, Routledge & Kegan Paul, 1990, pp. 578-586, ISBN 978-0-71009-129-1.
- (EN) Lois Beck, Women in Iran from the Rise of Islam to 1800, University of Illinois Press, 2003, ISBN 978-0-252-07121-8.
- (EN) Sadeq Sajjadi, Mushegh Asatryan e Matthew Melvin-Koushki, Būyids, in Wilferd Madelung e Farhad Daftary, Encyclopaedia Islamica Online, Brill Online, ISSN 1875-9831 .
- (EN) Bertold Spuler, Iran in the Early Islamic Period: Politics, Culture, Administration and Public Life between the Arab and the Seljuk Conquests, 633-1055, Brill, 2014, ISBN 978-90-04-28209-4.