Santuario di Santa Maria di Portosalvo
Santuario di Santa Maria di Portosalvo | |
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Facciata nord del santuario | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Pozzallo |
Coordinate | 36°43′41.14″N 14°50′55.78″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Diocesi | Noto |
Consacrazione | 1746 |
Stile architettonico | architettura neoclassica (facciata ovest) architettura moderna (facciata nord) |
Inizio costruzione | 1740 |
Completamento | 1746 |
Il santuario di Santa Maria di Portosalvo è un edificio religioso di Pozzallo, in provincia di Ragusa.
Alla parrocchia è annessa anche la chiesa di Santa Maria della Fiducia, sita nella periferia della città.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa fu costruita nel 1746 su uno sperone di roccia adiacente al mare dai primi abitanti che si stanziarono a Pozzallo, prevalentemente pescatori e marinai. Nel 1822 il commerciante campano Vincenzo Falanca, sopravvissuto in modo fortunoso ad un naufragio riuscendo a trovare riparo in una rada nei pressi della chiesa, decise di donare alla cittadina una statua lignea di Maria Addolorata, opera dello scultore napoletano Francesco Verzella, che è stata collocata nell'altare maggiore. Inizialmente dipendente dalla Parrocchia di San Pietro di Modica, venne elevata a parrocchia separata il 30 gennaio 1886 dal vescovo di Noto Giovanni Blandini e contestualmente intitolata a San Giuseppe, che diventò il primo patrono di Pozzallo.[1]
La struttura venne pesantemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu sconsacrata in occasione del restauro, finanziato dalle offerte della principale famiglia borghese della zona, gli Avitabile, e venne riaperta il 15 ottobre 1951, con l'intitolazione alla Madonna di Porto Salvo. Negli anni sessanta sono stati costruiti il campanile e la facciata nord; sono state inoltre aggiunte le due navate laterali e fu annesso alla chiesa un salone per gli eventi parrocchiali. Alla fine degli anni ottanta ha avuto luogo un nuovo restauro della facciata neoclassica, che ha portato all'eliminazione delle vetrate e alla copertura degli affreschi della navata centrale. Il penultimo restauro, avvenuto nel 2007, ha comportato la demolizione del campanile e del salone parrocchiale e l'edificazione della facciata nord in stile moderno; all'interno sono stati costruiti la cantoria, il tetto in legno (come lo era nella chiesa settecentesca originaria) e l'altare con doppio ambone, come previsto dalle norme del Concilio Vaticano II; è stata inoltre ampliata ulteriormente la navata di sinistra. L'ultimo restauro è avvenuto nella primavera del 2022, con un parziale rifacimento della facciata nord.
Il 15 settembre 2022, in occasione del bicentenario della donazione della statua dell'Addolorata, la parrocchia è stata elevata al rango di santuario dal vescovo di Noto, Antonio Staglianò, che ha dato inizio ad un anno giubilare che si concluderà il 15 settembre 2023.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa sorge su una piazzetta nel primo tratto della via Rapisardi, esattamente accanto alla spiaggia e alla Torre Cabrera.
Sono presenti due facciate: quella originaria, in stile classico, e quella in stile moderno.
La chiesa è divisa in tre navate (due laterali ed una centrale). Nelle navate laterali sono presenti numerosi dipinti, a opera di Valente Assenza. La statua più importante è quella dell'Addolorata, opera in legno dello scultore Francesco Verzella. Altre opere di interesse sono l'altare maggiore, di Antonino Assenza, e il fonte battesimale, datato 1770, di Stefano Calabrese.
Galleria d'immagini
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Facciata principale del santuario
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Navata centrale
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Facciata nord come appariva tra il 2007 e il 2022
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Facciata nord negli anni Novanta, prima della demolizione del campanile e della facciata
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Dettaglio della statua della Vergine Addolorata
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il Comunello - Parte 2, su vivipozzallo.it. URL consultato il 31/12/2022.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria di Portosalvo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Informazioni su Lasiciliainrete.it
- Informazioni su Italia-Italy.org