Navicella (Liturgia)
La navicella è il contenitore per l'incenso da utilizzare durante le celebrazioni liturgiche e in altre celebrazioni di preghiera delle Chiese di tradizione latina e anglicana. Meno frequentemente lo stesso oggetto è chiamato navicella per l'incenso, navetta per l'incenso, navetta portaincenso, o navetta.[1]
Il nome deriva dalla forma tradizionale simile allo scafo di una nave. Etimologicamente il termine navicella deriva dal latino navicĕlla, che significa "piccola nave",[2] il termine navetta deriva dal francese navette con lo stesso significato di "piccola nave".[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fino al IX secolo non esisteva alcun portaincenso specifico da usare nelle celebrazioni. Inizialmente il contenitore aveva la forma di una torre e successivamente quella di una coppa, chiamata acerra, che fu in uso fino al XIII secolo, quando - come attestano alcuni inventari di quel secolo - venne sostituita dalla navicella, un portaincenso a forma di piccola nave a simboleggiare la navicula Petri, cioè la Chiesa.[4] Nei secoli XIV e XV la navicella aveva un profilo quasi a mezzaluna, caratterizzata da una coppa stretta e allungata.[5]
L'uso della navicella si diffuse a partire dal XV secolo. Nei secoli successivi la coppa divenne più larga, fino ad assumere la forma di una nave pesante, detta navicella a galeone, riccamente decorata con statuine e balaustre in epoca barocca, qualche volta decorata con figure allegoriche.[5]
Nel XIX secolo la forma della navicella subì una sorta di stilizzazione, assimilandosi a quella della lucerna con un becco appuntito al posto della prua e una grande voluta in luogo della poppa.[5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Non esistono norme specifiche per la navicella, che è realizzata prevalentemente in metallo di solito argentato o dorato, e più raramente in cristallo.
La navicella è costituita di un piede, un fusto, e una coppa a forma di piccola nave. La coppa è chiusa nella parte superiore da un coperchio oblungo costituito di due valve simmetriche incernierate al centro, delle quali di solito una sola si apre verso l'alto, ma a volte entrambe. All'estremità delle valve apribili vi è un pomello, una levetta o piccoli ganci per facilitare l'apertura della coppa.[6]
Attualmente sono prodotte navicelle anche di forma circolare e quadrata.
Accessorio della navicella è il cucchiaino per incenso,[7][8] qualche volta unito a questa con una catenella.
Navicella, cucchiaino e turibolo fanno parte del servizio per l’incensazione, il quale solo in epoca tarda, è andato a comporsi come un corredo omogeneo per stile e materiali usati, come avviene tuttora.[6] Pregevoli realizzazioni sono state realizzate nei secoli e si possono ammirare nei Musei di Arte sacra.[9]
Utilizzo
[modifica | modifica wikitesto]L'incenso si mette nella navicella per essere poi infuso col cucchiaino sui carboni che ardono nell'incensiere o turibolo.[10]
Nelle celebrazioni la navicella viene affidata a un ministrante detto navicelliere o naviculario e in sua assenza al turiferario.
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Le seguenti immagini vogliono documentare i diversi materiali di manifattura e le forme nel corso dei secoli.
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Navicella in rame, XIV secolo, manifattura aretina.
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Navicella in ottone, 1500-1510 circa, Chiesa di San Jacopo a Voltiggiano di Montespertoli (Firenze).
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Navicella di forma circolare in argento, 1760 circa, Duomo di Trento.
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Navicella a galeone in argento, 1719-1755 circa, da Baia (Brasile) ora nel Museo Nazionale di Soares dos Reis, Porto (Portogallo).
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Navicella in argento, manifattura veronese, 1800-1850 circa, Duomo di Trento.
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Navicella di forma circolare e recente fattura, Cappella di Cristo Re in Sansbbury (Columbus, Università Cattolica dell'Ohio, U.S.A.).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Entrambi i termini "navicella" e "navetta" sono attestati in Emmanuele Rocco, Vocabolario domestico italiano per ordine di materie compendiato dai lavori di Carena, Guacci e Taranto, Melga, Fanfani, Ec., Napoli, Domenico e Antonio Morano, 1869, p. 208. URL consultato l'8 marzo 2021. Il termine navicella è usato per lo più in ambito liturgico, il termine navetta è meno frequente in ambito liturgico e per lo più è usato per indicare navicelle francesi (in francese, infatti, si dice navette). Le locuzioni navicella portaincenso e navetta portaincenso si trovano spesso nei cataloghi dei musei, anche per distinguere l'oggetto da altri simili come i bronzetti nuragici a forma di navicella; infine le locuzioni navicella per l'incenso e navetta per l'incenso sono usate in relazione alla corrispondente espressione inglese incense boat (= nave per l'incenso).
- ^ Vedi voce navicella, in Il nuovo De Mauro, su Internazionale, Internazionale spa.
- ^ Vedi voce navétta, in Vocabolario online Treccani, su Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A.
- ^ Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore. Le Autrici aggiungono che nel cristianesimo la nave è simbolo di salvezza per l’uomo. Tale significato affonda le radici nell’Antico Testamento con Noè (Genesi 6,5-9,15), la cui barca fu il mezzo di salvezza per sé e la sua famiglia. Nell’iconografia paleocristiana, la nave diviene simbolo della Chiesa tra il mare tempestoso dalle persecuzioni, ma anche mezzo di salvezza e di redenzione per tutti gli uomini che vi fossero saliti “a bordo”.
- ^ a b c Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, l. cit.. URL consultato il 10 marzo 2021.
- ^ a b Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore.
- ^ Cfr. Emmanuele Rocco, Vocabolario domestico italiano per ordine di materie compendiato dai lavori di Carena, Guacci e Taranto, Melga, Fanfani, Ec., Napoli, Domenico e Antonio Morano, 1869, p. 208.
- ^ Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore, che aggiungono che le prime attestazioni che indicano l’impiego di un apposito cucchiaino per prendere i grani di incenso e deporli nel turibolo, risalgono ad alcuni inventari francesi, e sono datate già al X-XI secolo.
- ^ Esempi significativi: la navicella di forma circolare, in pietra tenera e argento, realizzata nel Basso Medioevo, nel Tesoro della Basilica di San Marco a Venezia (Meraviglie di Venezia, Navicella da incenso su Meraviglie di Venezia, URL consultato il 10 marzo 2021); la navicella in argento sbalzato e cesellato, di manifattura ligure, del XV secolo, proveniente dalla soppressa abbazia di San Girolamo della Cervara di Santa Margherita Ligure, ora nel Museo diocesano d'arte sacra di Chiavari (Genova); la navicella in argento dorato, sbalzato e cesellato con smalti, con minuziosi particolari sia dell'equipaggio che della attrezzatura; lavoro degli inizi del XVI secolo, conservata nella Basilica di Sant'Antonio di Padova.
- ^ Fuori delle celebrazioni, l'incenso va conservato in un recipiente ermeticamente chiuso allo scopo di mantenerne il profumo.
Voci correlate
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