Grammatica danese

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Voce principale: Lingua danese.

La grammatica danese è lo studio sistematico delle regole sintattiche che permettono il regolare uso della lingua danese.

In danese sono presenti solamente due generi degli originali tre delle lingue indoeuropee, il caso neutro e quello comune (in maniera simile all'olandese e svedese) che riunisce i nomi di genere maschile e femminile in molte altre lingue. Per riconoscere se un nome appartiene al genere neutro o comune, si guarda l'articolo che lo accompagna, en per i nomi comuni, et per quelli neutri.

Il danese, come le altre lingue scandinave, possiede un articolo enclitico, ossia che si unisce a fine parola quando è nella forma determinativa.

Genere Singolare Plurale Significato
Indefinito Definito Indefinito Definito
Comune en dreng
en sag
en kvinde
en ske
drengen
sagen
kvinden
skeen
drenge
sager
kvinder
skeer
drengene
sagerne
kvinderne
skeerne

"ragazzo"
"caso"
"donna"
"cucchiaio"

Neutro et fængsel
et æble
et lyn
fængslet
æblet
lynet
fængsler
æbler
lyn
fængslerne
æblerne
lynene

"prigione"
"mela"
"lampo"

Il plurale in danese è normalmente formato aggiungendo -er alla parola, più raramente solo -e. Se una parola al singolare finisce per -er, -el, -en oppure -e, la e presente in tutte queste desinenze viene eliminata. Questa regola è conosciuta come apocope. I neutri monosillabici in genere non aggiungono alcun suffisso nel plurale.

Il danese come tutte le lingue, possiede anche un certo numero di parole con il plurale irregolare, qui sono riportate le più comuni.

Genere Singolare Plurale Significato
Indefinito Definito Indefinito Definito
Comune en mand
en bonde
en drink
en sten
en risiko
manden
bonden
drinken
stenen
risikoen
mænd
bønder
drinks
sten
risici
mændene
bønderne
drinksene
stenene
risiciene

"uomo"
"contadino"
"bevanda"
"pietra"
"rischio"

Neutro et barn
et hus
et våben
barnet
huset
våbnet
børn
huse
våben
børnene
husene
våbnene

"bambino/a"
"casa"
arma

Casi grammaticali

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In danese non esistono più casi grammaticali, ad eccezione del genitivo, che si ottiene aggiungendo una -s a fine parola, ovvero un apostrofo se la parola finisce già per s.

  • Pigens jakke = la giacca della ragazza
  • Rasmus' jakke = la giacca di Rasmus

L'ordine delle parole, è sempre quello possessore - posseduto, esattamente come per il genitivo sassone dell'inglese.

L'articolo determinativo danese come detto prima è enclitico, cioè si attacca a fine parola. Esso può presentarsi nelle forme -en per nomi di genere comune, -et per i neutri, -ne per tutti i plurali. Tuttavia, se il nome si presenta accompagnato da un aggettivo qualificativo, invece dell'articolo enclitico si usa un equivalente preposizionale:

  • Den per i nomi di genere comune
  • Det per i nomi neutri
  • De per i plurali
Articolo indefinito Nessun articolo Articolo definito
Pospositivo Prepositivo
Comune en bog
en billig bog
Lones bog
Lones billige bog
bogen

den billige bog
Neutro et hus
et stort hus
Peters hus
Peters store hus
huset

det store hus
Plurale bøger
billige bøger
Lones bøger
Lones billige bøger
bøgerne

de billige bøger

Gli aggettivi in danese si accordano con il sostantivo che modificano in genere e numero, e le regole per le concordanze sono abbastanza semplici.

  • Al comune singolare l'aggettivo non prende alcuna desinenza.
  • Al neutro l'aggettivo prende una -t.
  • Al plurale l'aggettivo prende una -e qualunque sia il genere del sostantivo che modifica.

La seguente tabella mostra l'aggettivo god (buono) nelle varie forme di concordanza con un sostantivo di genere comune e neutro al singolare ed al plurale.

genere comune singolare genere neutro singolare plurale
god godt gode

Esistono ovviamente delle eccezioni che consistono in:

  • gli aggettivi terminanti in -sk, -t, in vocale (eccezion fatta per ny (nuovo) e fri (libero)), -s e gli aggettivi glad (felice) e fremmed (strano, forestiero) non prendono la -t finale quando concordano col genere neutro.
  • gli aggettivi terminanti in -s o vocale (sempre eccezion fatta per ny e fri) non prendono la -e al plurale.
  • gli aggettivi terminanti in -et cambiano la terminazione in -ede quando prendono la -e del plurale.
  • aggettivi monosillabi terminanti in consonante la raddoppiano quando aggiungono la -e del plurale.

Il comparativo in danese è formato aggiungendo:

  • -ere (-re se l'aggettivo termina per e) per il comparativo di maggioranza
  • -st per il superlativo assoluto.

Inoltre molti aggettivi subiscono un umlaut quando sono posti al comparativo (stor => grande / større => maggiore - più grande / størst => massimo)

Caso nominativo Caso obliquo Possessivo
Comune Neutro Plurale
Singolare Prima persona jeg (io) mig (me/mi) min (mio) mit mine
Seconda persona informale du (tu) dig (te/ti) din (tuo) dit dine
formale De ("lei") Dem Deres (suo)
Terza persona personale maschile han (egli/lui) ham hans
femminile hun (ella/lei) hende hendes
impersonale comune den (esso/a) den dens
neutro det (esso/a) det dets
Riflessivi - sig (si) sin (proprio/a) sit sine
Plurale Prima persona vi (noi) os vor vort vore
vores
Seconda persona informale I (voi) jer jeres
formale De ("loro") Dem Deres
Terza persona de (essi/loro) dem deres
Riflessivi - sig (si) deres (proprio/a)

Il danese è una delle poche lingue al mondo che non coniuga i verbi in base alla persona e al numero, ma soltanto al tempo e al modo.

L'infinito di un verbo danese si presenta sempre nella forma preposizionale:

  • at (forma base del verbo)-e

Il danese possiede cinque tempi al modo indicativo: presente, preterito, passato prossimo, trapassato remoto, futuro. La formazione dei tempi è abbastanza regolare:

  • Al presente si aggiunge alla forma base del verbo il suffisso -er
  • Il preterito può essere formato in due modi diversi entrambi regolari: alcuni verbi prendono un suffisso in -ede, altri in -te.
  • Il passato prossimo è formato con il verbo have (avere) al presente (har) più il participio passato del verbo.
  • Il trapassato remoto è formato con il verbo have (avere) al preterito (havde) più il participio passato del verbo.
  • Il futuro è formato dalle voci al presente dei verbi ville o skulle più la forma base del verbo in -e (cfr. l'inglese will/shall più il presente).
Modo indefinito
Diatesi attiva Diatesi passiva
Infinito (at) vente aspettare (at) ventes, (at) blive ventet essere aspettato
Nome verbale venten attesa
Participio presente ventende aspettante
Participio passato (har) ventet (ha) aspettato (var) ventet (fu) aspettato
Modo finito
Presente venter [io] aspetto ventes, bliver ventet [io sono] aspettato
Passato ventede [io] aspettai ventedes, blev ventet [io fui] aspettato
Imperativo vent aspetta bliv ventet [che tu] sia aspettato

Sono chiaramente presenti anche dei verbi che non seguono una coniugazione regolare per la formazione del preterito, tra questi vanno notati tutti i verbi ausiliari che formano il preterito e del participio passato irregolarmente.

Poiché il verbo non distingue la persona, è necessario che esso sia sempre accompagnato da un sostantivo o da un pronome soggetto.

Persona e numero

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I verbi non si flettono secondo la persona o il numero: jeg venter, du venter, han, hun, den, det venter, vi venter, I venter, de venter. Tuttavia, fino all'inizio del ventesimo secolo, era normale flettere solo il presente e l'imperativo secondo il numero. Queste forme non vengono più usate, ma si possono trovare ancora nella prosa e nella poesia arcaiche:

Verbi deboli Verbi forti
Singolare Plurale Singolare Plurale
Presente venter vente [io] aspetto / [noi] aspettaimo tager tage [io] prendo / [noi] prendiamo
Passato ventede ventede [io] aspettai / [noi] aspettammo tog toge [io] presi / [noi] prendemmo
Imperativo vent venter aspetta [tu] / aspettate [voi] tag tager prendi [tu] / prendete [voi]

Come in numerose altre lingue germaniche, la coniugazione dei verbi è divisa in due macrogruppi: il primo, quello dei verbi deboli, indica che il passato è formato aggiungendo i suffissi -ede o -te. Il secondo, quello dei verbi forti, forma il passato senza mai aggiungere desinenze e, nella maggior parte dei casi, cambiando una vocale.

Il futuro viene formato con i verbi modali vil o skal e l'infinito. Spesso anche il presente viene usato con il valore del futuro, accompagnato da una specificazione di tempo: i morgen, køber han en bil, "domani, comprerà una macchina".

Nel passato (perfetto), la parola har (ho/hai/ha/abbiamo/avete/hanno) è posizionata prima del participio passato: han har købt en bil, "[egli] ha comprato un'auto". Per i verbi che indicano movimento, invece, si usa er (sono/sei/è/siamo/siete/sono): han er gået sin vej, "se n'è andato".

Nello stesso modo si forma con havde o var il trapassato (piuccheperfetto): han havde købt en bil "[egli] aveva comprato un'auto".

Il sistema delle preposizioni danesi ricorda moltissimo quello delle altre lingue germaniche e scandinave, e come nel caso di tutte le lingue il loro uso possiede molte sfumature di significato e spesso vanno imparate caso per caso. La seguente è una lista delle preposizioni danesi e del loro utilizzo generale.

  • af: di, da.
  • ad: attraverso, lungo (di movimento).
  • bag, bagved: dietro.
  • (i)blandt: tra.
  • efter: dopo.
  • for: per.
  • foran: di fronte a, prima (stato in luogo).
  • før: prima (tempo).
  • fra: da (moto da luogo).
  • (i)gennem: attraverso.
  • hos: con (compagnia).
  • med: con (compagnia, strumentale).
  • mellem: tra.
  • (i)mod: verso, contro.
  • nær: vicino a.
  • om: circa, riguardo a.
  • omkring: attorno a.
  • over: sopra, su.
  • over for: opposto.
  • på: su.
  • til: a, verso, per (complemento di termine).
  • uden: senza.
  • i: in, a (stato in luogo).
  • inden: prima (stato in luogo).
  • inden for: dentro.
  • indtil: fino a.
  • uden for: fuori da (stato in luogo).
  • under: sotto.
  • ved: con, grazie a.

Il danese a differenza della quasi totalità delle lingue europee ha un sistema numerale vigesimale, è il venti, non il dieci la base per creare le decine, per esempio il numero 60 si dirà tres abbreviazione per tresindstyve (ossia tre volte 20) mentre 50 si dirà halvtreds, abbreviazione per halvtredsindstyve (metà [di venti sottratto da] venti moltiplicato per tre, vale a dire 60-10)[1]. La seguente tabella mostra i numerali danesi e la loro formazione.

Numero Cardinale Ordinale
Nome Pronuncia Nome Pronuncia
0 nul nulte
1 en : et [ˈe:ˀn] : [ed̥] første [ˈfɶ(ɐ)sd̥ə]
2 to [ˈtˢo:ˀ] anden : andet [ˈann̩] : [ˈanəð̪]
3 tre [ˈtˢʁa:ˀ] tredje [ˈtˢʁað̪jə:ˀ]
4 fire [ˈfi:ɐ] fjerde [ˈfjɛ:ɐ]
5 fem [ˈfɛmˀ] femte [ˈfɛmd̥ə]
6 seks [ˈsɛg̊s] sjette [ˈɕɛ:d̥ə]
7 syv [ˈsyʊ̯ˀ] syvende [ˈsyʊ̯ˀnə]
8 otte [ˈɔ:d̥ə] ottende [ˈʌd̥nə]
9 ni [ˈni:ˀ] niende [ˈni:ˀnə]
10 ti [ˈtˢi:ˀ] tiende [ˈtˢi:ˀnə]
11 elleve [ˈɛlʋə] ellevte [ˈɛlfd̥ə]
12 tolv [ˈtˢʌlˀ] tolvte [ˈtˢʌld̥ə]
13 tretten [ˈtˢʁɑd̥n̩] trettende [ˈtˢʁɑd̥nə]
14 fjorten [ˈfjoɐ̯d̥n̩] fjortende [ˈfjoɐ̯d̥nə]
15 femten [ˈfɛmd̥n̩] femtende [ˈfɛmd̥nə]
16 seksten [ˈsajsd̥n̩] sekstende [ˈsajs(d̥)nə]
17 sytten [ˈsød̥n̩] syttende [ˈsød̥nə]
18 atten [ˈad̥n̩] attende [ˈad̥nə]
19 nitten [ˈned̥n̩] nittende [ˈned̥nə]
20 tyve [ˈtˢy:ʊ] tyvende [ˈtˢy:ʊ̯nə]
21 enogtyve [ˈe:ˀnɐˌtˢy:ʊ] enogtyvende [ˈe:ˀnɐˌtˢy:ʊ̯nə]
22 toogtyve [ˈtˢo:ˀɐˌtˢy:ʊ] toogtyvende [ˈtˢo:ˀɐˌtˢy:ʊ̯nə]
30 tredive [ˈtˢʁɑð̪ʋə] tredivte [ˈtˢʁɑð̪fd̥ə]
40 fyrre (arch. fyrretyve) [ˈfɶ:ɐ] ([ˈfɶ:ɐˌtˢy:ʊ]) fyrretyvende [ˈfɶ:ɐˌtˢy:ʊ̯nə]
50 halvtreds (arch. halvtredsindstyve) [halˈtˢʁas] ([halˈtˢʁasn̩sˌtˢy:ʊ]) halvtredsindstyvende [halˈtˢʁasn̩sˌtˢy:ʊ̯nə]
60 tres (arch. tresindstyve) [ˈtˢʁas] ([ˈtˢʁasn̩sˌtˢy:ʊ]) tresindstyvende [ˈtˢʁasn̩sˌtˢy:ʊ̯nə]
70 halvfjerds (arch. halvfjerdsindstyve) [halˈfjä(ɐ)s] ([halˈfjä(ɐ)sn̩sˌtˢy:ʊ]) halvfjerdsindstyvende [halˈfjä(ɐ)sn̩sˌtˢy:ʊ̯nə]
80 firs (arch. firsindstyve) [ˈfiɐ̯ˀs] ([ˈfiɐ̯ˀsn̩sˌtˢy:ʊ]) firsindstyvende [ˈfiɐ̯ˀsn̩sˌtˢy:ʊ̯nə]
90 halvfems (arch. halvfemsindstyve) [halˈfɛmˀs] ([halˈfɛmˀsn̩sˌtˢy:ʊ]) halvfemsindstyvende [halˈfɛmˀsn̩sˌtˢy:ʊ̯nə]
100 hundred(e), et hundred(e) [ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪), (ˈed̥) ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)] hundrede, et hundrede [ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪), (ˈed̥) ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)]
101 (et) hundred(e) (og) en [(ˈed̥) ˈhun(ʁ)ɐð̪ (ɐ) ˈe:ˀn] (et) hundred(e) (og) første [(ˈed̥) ˈhun(ʁ)ɐð̪ (ɐ) ˈfɶ(ɐ)sd̥ə]
200 to hundred(e) [ˈtˢo:ˀ ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)] to hundrede [ˈtˢo:ˀ ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)]
1 000 tusind, et tusind [ˈtˢu:ˀsn̩, ˈed̥ ˈtˢu:ˀsn̩] tusinde, et tusinde [ˈtˢu:ˀsnə, ˈed̥ ˈtˢu:ˀsnə]
1 100 et tusind et hundred(e) [ˈed̥ ˈtˢu:ˀsn̩ ˈed̥ ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)] et tusind et hundrede [ˈtˢu:ˀsnə ˈed̥ ˈhun(ʁ)ɐð̪(ð̪)]
2 000 to tusind [ˈtˢo:ˀ ˈtˢu:ˀsn̩] to tusinde [ˈtˢo:ˀ ˈtˢu:ˀsnə]
1 000 000 en million, en million [ˈe:ˀn mil(i)ˈjo:ˀn] millonte [mil(i)ˈjo:ˀnd̥ə]
2 000 000 to millioner [ˈtˢo:ˀ mil(i)ˈjo:ˀnɐ] to millonte [ˈtˢo:ˀ mil(i)ˈjo:ˀnd̥ə]
1 000 000 000 en milliard [ˈe:ˀn mil(i)ˈjɑ:ˀd̥] milliardte [mil(i)ˈjɑ:ˀd̥ə]
2 000 000 000 to milliarder [ˈtˢo:ˀ mil(i)ˈjɑ:ˀd̥ɐ] to milliardte [ˈtˢo:ˀ mil(i)ˈjɑ:ˀd̥ə]
  1. ^ Grammatica ed esercizi pratici della lingua danese norvegiana, Gaetano Frisoni
  • Gaetano Frisoni, Grammatica ed esercizi pratici della lingua danese-norvegiana (rist. anast. 1920), Hoepli, 1979

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