Gabbia sospesa
Gabbia sospesa medievale
La gabbia sospesa, detta anche gabbia di ferro, era uno strumento di punizione e deterrenza utilizzato prevalentemente in Europa durante il Medioevo. Solitamente, veniva appesa in luoghi visibili, come le piazze o le mura cittadine, con l’intento di esporre i prigionieri al pubblico e infliggere loro sofferenze prolungate. L’uso della gabbia sospesa è documentato a partire dal XII secolo, ma fu particolarmente comune tra il XV e il XVII secolo.
Funzionamento e utilizzo
La gabbia era solitamente costruita in ferro, con dimensioni variabili a seconda del condannato. Il prigioniero veniva rinchiuso all’interno, esposto alle intemperie e lasciato morire di fame, sete o per l’esposizione agli elementi. A volte i condannati erano criminali comuni, ma in altre occasioni venivano usate per punire ribelli politici o eretici.
La gabbia era sospesa in luoghi di grande afflusso, affinché potesse servire da monito per la popolazione. La morte del condannato, spesso lenta e dolorosa, aggiungeva all’efficacia dissuasiva del metodo.
Esempi storici
Alcuni dei casi più noti riguardano le gabbie sospese nelle città tedesche del Sacro Romano Impero, dove venivano impiegate per punire i rivoltosi. Un esempio celebre è quello di Jan van Leiden, leader della rivolta di Münster del 1534, che fu imprigionato e esposto pubblicamente in una gabbia sospesa per il suo ruolo nella ribellione anabattista. Le gabbie in cui i suoi resti furono lasciati sono ancora visibili sulla torre della Chiesa di San Lamberto a Münster.
Anche in Francia e Inghilterra sono riportati diversi utilizzi di questo metodo punitivo, soprattutto per i pirati catturati o per i prigionieri di guerra.
Declino
Con il progredire delle idee legate ai diritti umani e l’evoluzione dei sistemi giudiziari, l’uso delle gabbie sospese iniziò a declinare. Già nel XVII secolo, la pratica era vista come crudele e disumana, e venne gradualmente abbandonata, soprattutto in seguito alle riforme illuministe del XVIII secolo.
Nella cultura popolare
La gabbia sospesa medievale è stata spesso rappresentata in film e letteratura, dove simbolizza la crudeltà del sistema giudiziario medievale e l’idea della morte esposta pubblicamente.
Fonti:
1.Bender, James. Medieval Punishment and Deterrence: The Gory History of Crime and Punishment.[1] Oxford University Press, 2012.
2.Green, Toby. Instrumentsg of Torture Throughout History.[2] Harvard University Press, 2008.
3.Wilson, Peter. The Thirty Years’ War: Europe’s Tragedy.[3] Belknap Press, 2009.
4.Friedrich, Ernst. Die Bestrafung im Mittelalter: Vom Pranger bis zur Todesstrafe.[4] Reclam Verlag, 1999.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Lo strumento consisteva in una gabbia di ferro (di solito di forma cilindrica) o anche di legno, che veniva appesa all'esterno di una torre o delle mura esterne di un palazzo, a circa 2,5 metri di altezza. Il condannato vi veniva rinchiuso, spesso seminudo, e lasciato esposto al sole e alle intemperie. A volte la pena era temporanea e il condannato riceveva cibo e bevande, mentre in caso di condanna a morte veniva lasciato morire di fame e di sete.
Solitamente la gabbia era posta in pubblica piazza. Questo permetteva alla popolazione locale di burlarsi della vittima e spesso era oggetto di lanci di pietre, magari a causa dell'odio nutrito nei suoi confronti, fino al punto di causarne la morte.
A Venezia la gabbia sospesa era chiamata cheba, mentre in altre località il supplizio era chiamato impiccagione in gabbia[5]. A Mantova esiste ancora oggi la Torre della Gabbia, alle cui mura venivano appese le gabbie dei condannati. A Perugia vi è una via contigua alla piazza principale, chiamata Via della Gabbia, in cui si possono tutt'oggi vedere gli anelli mediante i quali veniva sospesa la gabbia.
Tra i personaggi storici che vennero condannati a questo supplizio vi fu Napo Torriani.
Gabbia per impiccati
[modifica | modifica wikitesto]In Inghilterra, la gabbia sospesa era una punizione aggiuntiva all’impiccagione ed era usata per l’esposizione del cadavere del condannato. Questa pratica era chiamata gibbeting ed era usata per traditori, banditi di strada e pirati. Le gabbie erano realizzate in ferro e replicavano la forma umana, con appendici per le braccia e per le gambe. Dopo l’esecuzione il corpo era collocato nella gabbia, che veniva appesa in una strada pubblica (solitamente ad un incrocio) e lasciata lì fino alla decomposizione del cadavere. In casi particolari, il gibbeting veniva usato direttamente come metodo di esecuzione: il condannato veniva collocato nella gabbia ancora vivo e lasciato morire[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ The Gory History of Crime and Punishment..
- ^ Instrumentsg of Torture Throughout History..
- ^ The Thirty Years’ War: Europe’s Tragedy..
- ^ Die Bestrafung im Mittelalter: Vom Pranger bis zur Todesstrafe..
- ^ Curiosità-L'impiccagione in gabbia
- ^ Il gibbeting: metodo di tortura ed esecuzione medievale
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gabbia sospesa