Costituzione ottriata
Con costituzione ottriata si intende una carta costituzionale concessa come atto unilaterale da un sovrano per sua volontà e non per quella del popolo. Le costituzioni ottriate furono un fenomeno tipico dell'Europa del XIX secolo quando erano frequenti gli Stati governati da una monarchia assoluta. Esempi di questo tipo furono la Carta francese del 1814; lo Statuto Albertino del Regno di Sardegna, promulgato da Carlo Alberto di Savoia a seguito dei moti del 1848; la costituzione di marzo concessa dall'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe I. All'opposto, le costituzione non ottriate sono quelle solitamente elaborate e votate da un'assemblea rappresentativa dei cittadini, dunque espressione della volontà del popolo. Le costituzioni non ottriate sono tutte quelle proprie degli Stati democratici contemporanei, come la costituzione della Repubblica italiana, ma vi furono esempi anche nel XIX secolo in ordinamenti monarchici come fu la costituzione siciliana del 1848. Il termine "ottriata" deriva dalla lingua francese, octroyée, ovvero concessa (dal sovrano).[1][2][3][4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ghisalberti, 1991, pp. 28-29.
- ^ Costituzione ottriata, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Vajda, 1986, pp. 396-397.
- ^ Banti, 2009, pp. 182-184.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alberto Mario Banti, L'età contemporanea : dalle rivoluzioni settecentesche all'imperialismo, Roma, GLF editori Laterza, 2009, ISBN 978-88-420-9143-1, SBN IT\ICCU\BVE\0487464.
- Carlo Ghisalberti, Storia costituzionale d'Italia: 1848-1948, Laterza, 1991, ISBN 978-88-420-1921-3.
- Stephan Vajda, Storia dell'Austria. Mille anni fra Est e Ovest, Milano, Bompiani, 1986, SBN IT\ICCU\CFI\0030268.