Indice
Chiesa madre (Partanna)
Chiesa madre del Santissimo Salvatore | |
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La facciata dalla piazzetta antistante | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Partanna |
Coordinate | 37°43′15.89″N 12°53′24.11″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santissimo Salvatore |
Diocesi | Mazara del Vallo |
Stile architettonico | Neoclassico, barocco siciliano |
Inizio costruzione | 1579 (prima costruzione) 1970 (inizio dei lavori post-terremoto) |
La Chiesa del Santissimo Salvatore o Chiesa Madre o Duomo è il principale luogo di culto del comune di Partanna, nella Valle del Belice, in provincia di Trapani.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Edificata a partire dal XVI secolo fu danneggiata gravemente dal terremoto del Belice del 1968, successivamente ricostruita e riaperta al culto verso la fine degli anni 70.
Dalla fine della ricostruzione post-terremoto, non è stato fatto più alcun tipo di intervento. Solo nel 2013 sono stati avviati ulteriori lavori di restauro conservativo dell'edificio che hanno riguardato in particolare il tetto, la navata centrale e l'area presbiterale. I lavori si sono conclusi nel 2019.
Esterno
[modifica | modifica wikitesto]Il prospetto dell'imponente facciata, stilisticamente a metà tra barocco e neoclassico, rispecchia l'articolazione interna dell'edificio. Essa presenta tre portali: due laterali, più piccoli, con frontoni triangolari classici e quello centrale, con due colonne che sorreggono un frontone rotondo spezzato, che spicca sugli altri sia per dimensione che per raffinatezza.
Parte della facciata è crollata insieme al corpo centrale della chiesa durante il sisma del 1968 ed è stato ricostruito negli anni successivi con uno stile classico semplificato.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]Impianto a croce latina con apparato decorativo in stucco realizzato nel 1702 da Vincenzo Messina con la collaborazione dei figli Gabriele e Giacomo.[1]
Cappelle del transetto
[modifica | modifica wikitesto]- Cappella di San Vito (cappella absidale sinistra): decorata a cavallo tra il 1600 e il 1700 dal Messina;[1]
- Cappella del Santissimo Sacramento (cappella absidale destra): decorata negli ultimi anni del XVII secolo;[1]
- Cappella absidale della Trasfigurazione (capellone centrale).[1]
Cappelle del lato destro
[modifica | modifica wikitesto]- Cappella dell'Addolorata;
- Cappella di Sant'Eligio;
- Cappella della Madonna di Lourdes;
- Cappella di Santo Stefano;
- Cappella di Sant'Anna.
Cappelle del lato sinistro
[modifica | modifica wikitesto]- Cappella di Sant'Ignazio e di San Francesco Saverio;
- Cappella di San Trifonio;
- Cappella di San Pietro;
- Cappella del Rosario;
- Cappella del Santissimo Crocifisso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Gioacchino di Marzo, pp. 741.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (IT) Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti", Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo, Volume I e II, Palermo, Stamperia del Giornale di Sicilia.
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